La copertina del report della Brown University sui recenti aiuti Usa a Israele per la guerra in Medio Oriente
Alessandra Fava
22 Ottobre 2024
Ha avuto un risonanza globale un report della Brown University che calcola che gli Usa, dal 7 ottobre alla fine di settembre scorso, praticamente fino alla vigilia della guerra contro Libano, Siria e Iran, hanno fornito a Israele almeno 22,76 miliardi di dollari di aiuti. Attenzione, questa cifra non riguarda ancora il supplemento di forniture dato per la guerra nel fronte Nord, quello libanese.
Il report di 23 pagine, firmato dai ricercatori Linda J. Bilmes, William D. Hartung e Stephen Semler, titolo “United States Spending on Israel’s Military Operations and Related U.S. Operations in the Region, October 7, 2023 – September 30, 2024” copre proprio un anno di conflitto.
Il testo completo è qui:
Raccogliere i dati non è stato facile, spiegano i relatori che hanno dovuto mettere insieme notizie uscite sui media come la Reuters con quello che il governo Biden ha nascosto o dichiarato a mezza voce. “La lista degli equipaggiamenti forniti è sicuramente incompleta – si legge nella relazione – in quanto né il Pentagono né il Dipartimento di Stato hanno dato una lista esaustiva, come hanno invece fatto per le armi e gli equipaggiamenti forniti all’Ucraina”.
Da ottobre 2023 a oggi si contano inoltre almeno 100 invii di armamenti al governo israeliano, per un totale di: 57.000 proiettili di artiglieria; 36.000 colpi di munizioni per cannoni; 20.000 fucili M4A1; 13.981 missili anticarro; e 8.700 bombe Mk da 82.500 libbre.
I rapporti tra i due Stati risalgono a un prestito nel 1959 devoluto ai fini di rafforzare la difesa e l’esercito. In tempi più recenti, il presidente Obama aveva fatto passare un pacchetto di 38 miliardi di dollari, quindi 3,8 all’anno, per il decennio dal 2019 al 2028. Le forniture includevano già allora 3,3 miliardi di dollari di attrezzature militari e 500 milioni per rafforzare la difesa aerea. La fornitura Usa dunque ha sempre incluso attrezzature all’avanguardia come questa dal link citato nel report: https://sgp.fas.org/crs/mideast/RL33222.pdf#page=15
Morale, si calcola che dal 1959 a oggi gli Usa abbiamo dato a Israele 251,2 miliardi di dollari e quella spesa nell’ultimo anno sarebbe il pacchetto più ingente dalla nascita dello Stato in Medio Oriente.
22,7 miliardi di dollari è ad esempio metà del Pil annuale della Giordania (45,81), pari quasi a quello del Libano (24,49). E’ il badget della spesa pubblica annuale del Ghana o di Puerto Rico.
L’opinione pubblica israeliana comincia a preoccuparsi: vertici militari e riservisti chiedono la tregua e il rilascio degli ostaggi. Un recente articolo su Times of Israel riferisce di un report di due funzionari del Ministero dell’economia che temono lo sforo della spesa.
Infatti il governo Netanhyau ha deciso l’ennesimo allargamento della spesa e la bozza della legge finanziaria 2025 che circola, ventila un taglio alla spesa di 9,5 milioni di dollari. Molti cittadini traducono così: cadranno vari benefit e un pezzo di stato sociale.
Di fatto il badget statale 2015 è ancora in discussione e si prevede che arrivi alla Knesset a novembre, se va bene verrà votato entro la fine dell’anno oppure può succedere che il nuovo anno inizi senza la previsione di spesa.
https://www.jpost.com/israel-news/article-823759
Ora pende un incontro del governo, il 31 ottobre, ma i partiti degli Haredi, gli ultraortodossi, United Torah Judaism e Shas, di fatto ricattano il primo ministro chiedendo maggiori esenzioni dal servizio militare, se si convincono a votare la spesa
La crescita del Paese, al momento dal 6,6 per cento, scende al 4, come ammette anche il ministro delle finanze Smotrich e infatti anche Moody’s ha abbassato il rating del paese, anche se il debito è piuttosto basso 60 per cento del Pil e le aziende tecnologiche hanno guadagnato anche durante la guerra.
Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
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