Sullo sfondo del mandato internazionale di cattura a carico del primo ministro israeliano per violazione del diritto internazionale in termini di Law and Order, il New York Times riferisce dettagliatamente: dopo che i soldati d’Israele hanno trovato Mohammed Shubeir nascosto con la sua famiglia all’inizio di marzo, lo hanno posto con violenza sotto sequestro per un periodo di 10 giorni, prima di rilasciarlo senza formale accusa (stando al straziante racconto del ragazzo). E durante la terribile detenzione, sempre secondo Shubeir, i soldati lo avrebbero usato come scudo umano.
Nella sua testimonianza scioccante Shubeir, – allora 17enne, quindi minorenne – riferisce di essere stato costretto a camminare ammanettato tra le rovine della sua città natale, Khan Younis nella Striscia di Gaza meridionale, alla ricerca di esplosivi piazzati da Hamas.
Siamo di fronte a ovvi crimini contro l’umanità che ricordano la “gerarchia del crimine” nell’organizzazione della macchina del Terzo Reich: temendo di essere fatti saltare in aria, i militari lo hanno costretto ad andare avanti senza pietas. “I soldati mi hanno mandato come un cane in un appartamento pieno di trappole esplosive – ha raccontato il ragazzo che studia alle superiori -. Pensavo che sarebbero stati gli ultimi attimi della mia vita”. Ed effettivamente potevano esserlo.
La rivelazione del New York Times getta una luce inquietante sull’operato di Netanyahu: “…Una nostra inchiesta – scrive il quotidiano americano – ha scoperto che, durante la guerra a Gaza, i soldati e gli agenti dei servizi segreti israeliani hanno regolarmente costretto i palestinesi, catturati come Shubeir, a condurre ricognizioni che mettevano a rischio la loro vita, per proteggere i militari israeliani sul campo di battaglia.”
“Mentre l’entità e la portata di tali operazioni sono sconosciute (potenzialmente enormi, ndr) – continua il Times -, la pratica, illegale sia secondo il diritto israeliano che internazionale, è stata utilizzata da almeno 11 squadre in cinque città di Gaza, spesso con il coinvolgimento di ufficiali delle agenzie di intelligence israeliane.”
Gerarchicamente le squadre sono subordinate al ministero degli Interni. Tutto chiaro quindi?
Se gran parte di tali operazioni sono sconosciute, un fatto però è certo: la pratica illegale è stata utilizzata da ben 11 squadre, come fossimo nel film “Platoon” di Oliver Stone (la realtà supera l’immaginazione), con il benestare di ufficiali dell’intelligence. Le squadre della morte, squadre della frustrazione di soldati senza anima.
Osserva il New York Times in proposito: “… L’esercito israeliano ha detto in una dichiarazione che le sue “direttive e linee guida vietano rigorosamente l’uso di civili detenuti a Gaza per operazioni militari”.
Ha aggiunto poi che i resoconti dei detenuti e dei soldati palestinesi intervistati dal Times saranno “esaminati dalle autorità competenti”.
Aspettando Godot, certo, ma invece noi restiamo in attesa della reazione di Netanyahu all’articolo del New York Times
Alexander Ottone
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