AFRICA

I tentacoli della Russia in Africa: Wagner arruola giovani centrafricani per combattere in Ucraina

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
14 ottobre 2024

I mercenari di Wagner, oggi Africa Corps (controllato direttamente dal ministero della Difesa di Mosca), stanno arruolando giovani africani per combattere in Ucraina. La questione è stata sollevata anche pochi giorni fa da Bloc républicain pour la défense de la Constitution (BRDC), raggruppamento dei maggiori partiti all’opposizione nella Repubblica Centrafricana.

Prigionieri di guerra in Ucraina: tra loro anche africani

All’inizio del mese il Gruppo di Lavoro della Società Civile aveva denunciato il reclutamento dei centrafricani da parte dei mercenari russi. Per tutta risposta il governo di Bangui ha apostrofato la notizia come falsa.

Responsabile della sicurezza

Nulla di strano, visto che il presidente centrafricano, Faustin Archange Touadéra, ha nominato recentemente Dmitri Podolsky, soprannominato “Salem”, come responsabile per la sicurezza. Salem proviene dai ranghi di Wagner. Precedentemente era al soldo dell’esercito russo e ha combattuto in Siria. Nel 2017 si è arruolato come mercenario.

Nel 2022 ha partecipato all’invasione dell’Ucraina con la società privata russa di soldati di ventura. Durante la battaglia di Bachmut (città della Russia orientale sita nell’oblast’ di Donec’k) ha perso il braccio destro. Dopo la convalescenza è stato inviato in Centrafrica come ufficiale.

Estrazione dell’oro

Oltre ad addestrare le truppe centrafricane, i mercenari russi conducono incursioni contro i gruppi ribelli. Ma il motivo fondamentale della loro presenza sono i siti minerari: i membri di Wagner si sono assicurati diritti per l’estrazione dell’oro, mentre altre volte se ne sono appropriati, attaccando giacimenti e mandando via coloro in possesso delle licenze. Anche il prezioso metallo proveniente dall’Africa ha permesso al Cremlino di aggirare le sanzioni internazionali, imposte a causa dell’invasione dell’Ucraina.

Fonti locali, come Corbeau News Centrafrique (CNC), continuano a riportare casi di abusi e violenze commessi dal gruppo paramilitare, in particolare nelle aree rurali. Violazioni dei diritti umani di ogni genere sono state confermate anche nell’ultimo rapporto di Yao Agbetse, esperto indipendente dell’ONU. I mercenari hanno respinto tutte le accuse, affermando che queste denunce sono solamente una propaganda occidentale contro la Russia.

Una nuova pedina

Ora che i mercenari sono sotto diretto controllo della Difesa russa e il gruppo ha assunto il nome di Africa Corps, nell’autunno scorso Mosca ha inviato una sua nuova pedina a Bangui, Denis Pavlov, che ufficialmente ricopre un incarico come diplomatico all’ambasciata russa. In realtà, secondo quanto riportato da fonti d’ambasciata e di sicurezza europee, sarebbe un agente del SVR, il servizio di intelligence per l’estero della Federazione Russa.

Secondo All Eyes on Wagner  (un sito incentrato sui mercenari Wagner), l’arrivo del 007 russo sarebbe stato annunciato alle autorità centrafricane con una lettera del capo dell’SVR, Sergei Narychkin. La missione  dei mercenari russi in Centrafrica è piuttosto redditizia: Bangui avrebbe sborsato quasi mezzo miliardo di euro per pagare il gruppo paramilitare di Prigozhin dal loro arrivo nel 2018. Ora sono i servizi segreti russi ad aver ripreso in mano gli affari centrafricani.

Mercenari russi in Centrafrica

Insomma la presenza russa nella ex colonia francese è massiccia, guidata per giunta da personaggi di un certo calibro. E’ dunque ovvio che il governo di Bangui abbia negato il reclutamento di giovani connazionali. Eppure da un’inchiesta intitolata “I fucilieri di Putin” di Jeune Afrique , sito online di attualità sull’Africa, risulta il contrario.

Dalla galera al fronte

Secondo il rapporto del sito, alcune migliaia di giovani africani starebbero combattendo accanto le truppe russe: non solo centrafricani, anche camerunensi, ivoriani e altri.

Un centrafricano, che per questioni di sicurezza ha chiesto di essere chiamato “Alain”, ha raccontato a Jeune Afrique di essersi trovato in una galera di Bangui, con l’accusa di aver rubato una moto. Durante il suo fermo, ha ricevuto la visita di un bianco, poi rivelatosi un russo, che gli ha offerto il suo aiuto per uscire dalla putrida prigione.

Il bianco è riuscito a convincerlo di far parte della sua società, che lo avrebbe mandato in Russia per un corso di formazione di tre mesi come guardia addetta alla sicurezza. Il ragazzo e anche altri detenuti hanno accettato l’offerta. Hanno preso un aereo alla volta di Mosca e durante uno scalo a Dubai a loro si sono aggiunti molti giovani provenienti da diversi Paesi dell’Africa sub sahariana. Secondo Alain, il gruppo, una volta giunto in Russia, era composto da 300-400 africani.

Contratto in russo

Giunti a Mosca, a tutti gli africani è stato poi chiesto di firmare un contratto redatto in russo, lingua a loro sconosciuta. Si sono così trovati incorporati nei ranghi di Wagner a combattere sul fronte in Ucraina. “E’ stato un vero e proprio incubo. Non so come, ma sono riuscito a fuggire in Lettonia. Altri non hanno avuto la mia stessa fortuna”, ha poi concluso Alain.

Secondo i servizi ucraini i giovani “fucilieri africani di Putin” sarebbero diverse migliaia, tra loro moltissimi centrafricani, “supervisionati dal ministro per il Bestiame e la Salute degli animali di Bangui, Hassan Bouba, prezioso alleato di Wagner, oggi Africa Corps”.

Mesi fa sono stati arrestati otto prigionieri di guerra in Ucraina. Tra loro giovani provenienti dal Nepal, da Cuba, dalla Somalia, dalla Sierra Leone. Hanno raccontato di aver risposto a degli annunci di lavoro, perché attratti da salari alettanti, ma di essere stati ingannati e di essersi ritrovati poi sul fronte a combattere in Ucraina. Tutti quanti volevano solo una vita migliore per aiutare la famiglia, rimasta in patria.

Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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