22 settembre 2024
A metà agosto il ministero dell’Ambiente, Foreste e Turismo di Windhoek ha dato il via libera alla caccia di 700 capi di bestiame che vivono nei parchi nazionali, per far fronte a una siccità senza precedenti che ha causato una grave penuria di cibo. Nell’elenco degli animali in questione ci sono ippopotami, gnu, impala, zebre e anche 83 elefanti e le carni della fauna selvatica abbattuta potranno poi essere distribuite alla popolazione maggiormente colpita dalla calamità.
Con l’uccisione autorizzata di un tale numero di capi selvatici, il governo di Windhoeck vuole anche ridurre la pressione sui pascoli e sulla disponibilità di acqua nei parchi nazionali. La mancanza di cibo porta gli animali a uscire dalle riserve e invadere i campi coltivati, causando così un antagonismo per la sopravvivenza di entrambi.
Tali giustificazioni non sono state ben accettate da tutti. Infatti, una ONG locale, Elephant Human Relation Aid ha chiesto di trovare una soluzione alternativa al problema e ha lanciato una petizione in tal senso.
L’abbattimento degli elefanti in Namibia è stato condannato dagli ambientalisti e dal gruppo animalista PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) come “miope, crudele e inefficace”.
Ma secondo il governo, l’uccisione di 83 elefanti, rappresenterebbe di fatto solo una minima parte dei 20.000 stimati esemplari presenti nel Paese.
Ora anche il governo di Harare ha autorizzato il massacro di 200 elefanti a Hwange, il più grande parco nazionale del Paese e area di maggior conflitto “uomo-elefante”. Nella riserva vivono 65mila pachidermi, e, secondo Parks and Wildlife Authority dello Zimbabwe, quattro volte la sua effettiva capacità.
Una decina di giorni fa il ministro dell’Ambiente, Nqobizitha Mangaliso Ndlovu, ha dichiarato in Parlamento che il Paese “ospita più elefanti del necessario”. Come Windhoeck, anche Harare ritiene che il provvedimento sia necessario, vista la difficile convivenza tra i pachidermi e la popolazione residente.
Intanto lo Zimbabwe, come lo Zambia e il Malawi, ha dichiarato lo stato di calamità per la siccità. Le autorità stimano che circa sei milioni di zimbabwani avranno bisogno di aiuti alimentari da novembre a marzo. La carne di elefante è quindi destinata anche all’alimentazione della popolazione.
L’idea di cacciare gli elefanti per alimentare i residenti in difficoltà è stata criticata da alcuni, anche perché ritengono che gli animali siano un’importante attrazione per i turisti e dunque entrate importanti per il Paese.
Va poi ricordato che la primavera scorsa il Botswana aveva minacciato di inviare 20mila elefanti in Germania dopo la critica mossa da Berlino sulla caccia ai pachidermi e l’esportazione di trofei. Mokgweetsi Masisi, presidente del Paese aveva giustificato tale misura per regolamentare e ridurre la forte presenza di questi mammiferi, che hanno raggiunto gli oltre 130.000 esemplari.
Africa ExPress
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