Governo italiano ossessionato dai migranti, fornisce alla Tunisia (zero in diritti umani) motovedette guardacoste

Il Consiglio di Stato ha rigettato lā€™istanza con cui alcune organizzazioni della societĆ  civile chiedevano la sospensione del trasferimento delle imbarcazioni al Paese africano

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Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
9 settembre 2024

Violazioni dei dirittiĀ umani, deportazioni di migranti nel deserto, repressioni di ogni forma di dissenso interno. ma il governo italiano decide di rafforzare la partnership diplomatica e militare con il regime tunisino.

UnitĆ  navali italiane alla Tunisia

Il 28 agosto scorso, nel corso di una cerimonia ufficiale nel porto di Marina de Gammarth, a pochi chilometri da Cartagine e Tunisi, lā€™ambasciatore dā€™Italia in Tunisia, Alessandro Prunas e il funzionario del settore immigrazione della Polizia di Stato presso lā€™ufficio diplomatico, Sebastiano Bartolotta, hanno consegnato alla Garde Nationale tre motovedette giĆ  in dotazione allā€™Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza.Ā 

ā€œLe unitĆ  navali verranno utilizzate per il rafforzamento della capacitĆ  della Guardia nazionale del ministero dellā€™Interno tunisino nelle attivitĆ  di sorveglianza delle frontiere marittimeā€, riporta lā€™agenzia Nova. Nei prossimi mesi il Viminale trasferirĆ  alle autoritĆ  del Paese nord africano altre tre motovedette ā€œrestaurateā€ nellā€™ambito del memorandum firmato a dicembre 2023 con la Tunisia per cui sono stati stanziati 4,8 milioni di euro.

Le unitĆ  sono tutte della classe Guardacoste Litoraneo G.L. 1400 (giĆ  MV800 con i Carabinieri) e sono contraddiste dalle sigle identificative G.L.1400, G.L.1401, G.L.1402, G.L.1403, G.L.1404 e G.L.1405. Costruite negli anni ā€˜90 dai Cantieri Navali del Golfo di Gaeta, hanno una lunghezza di 17 mt, una larghezza di 5,10 ed un dislocamento a pieno carico di 28 tonnellate. I motoriĀ marca Iveco Aifo consentono alle motovedette di raggiungere una velocitĆ  massima di 35 nodi.

Il trasferimento delle tre unitĆ  ĆØ stato enfatizzato con un tweet dal ministro dellā€™Interno Matteo Piantedosi. ā€œEsse contribuiranno a rafforzare le attivitĆ  di salvataggio in mare e le azioni di contrasto ai trafficanti di esseri umani, nel quadro della cooperazione che il governo italiano ha avviato con la Tunisia sui temi migratori e sul controllo delle frontiereā€, spiega il titolare del Viminale, volutamente ignaro dei crimini commessi dalle forze armate e di polizia tunisine nel corso delle attivitĆ  di ā€œcontrastoā€ alla migrazione interna ed esterna.

Tunisia formalizza la propria zona SAR

Tre mesi fa la Tunisia ha formalizzato la propria zona SAR (Search and Rescue) nel Mediterraneo centrale: si tratta di unā€™area di mare estesissima che nella sua parte settentrionale sfiora la Sicilia occidentale fino al Sud della Sardegna, davanti alla regione del Sulcis. Le coordinate della nuova zona SAR hanno ricevuto lā€™approvazione da parte dellā€™Organizzazione Marittima Internazionale (Imo) e, come ricorda ancora lā€™agenzia Nova, ĆØ stato creato il Centro nazionale per il coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio marittimo (TNMRCC), sotto il Servizio nazionale di sorveglianza costiera del ministero della Difesa, con il compito di ā€œrafforzare lā€™efficacia dei servizi di ricerca e salvataggio in mare e di coordinare le operazioniā€. Al TNMRCC sono state assegnate diverse unitĆ  navali e aeree delle forze armate e del ministero dellā€™Interno.

Il trasferimento delle sei imbarcazioni anti-migranti alla Garde Nationale ĆØ stato predisposto dal governo Meloni nel dicembre del 2023. Contro il provvedimento alcune organizzazioni non governative (ASGI, ARCI, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet) hanno presentato un ricorso al Tar denunciando le ā€œgravissime violazioni dei diritti umani commesse dalle autoritĆ  tunisine, in particolare respingimenti in pieno deserto che hanno causato la morte di donne e bambiniā€. Il Tribunale amministrativo ha rigettato il ricorso, ma il 18 giugno 2024 il Consiglio di Stato ha sospeso in via cautelare lā€™invio delle prime tre motovedette ritenendo ā€œprevalenti le esigenze di tutela rappresentate da parte appellante (le ONG, nda)ā€.Ā 

Con ordinanza del 4 luglio, il Consiglio di Stato ha perĆ² rigettato lā€™istanza con cui le organizzazioni della societĆ  civile chiedevano la sospensione del trasferimento delle motovedette, rinviando al 21 novembre 2024 la decisione definitiva sul merito. Accogliendo le motivazioni dellā€™Avvocatura dello Stato, lā€™organo di giustizia amministrativa ha ritenuto che il trasferimento delle unitĆ  e le relative iniziative di formazione del personale della Garde Nationale tunisina possano contribuire ā€œallā€™innalzamento dei livelli di tutela e salvaguardia dei migranti in mare, tanto piĆ¹ necessari dopo lā€™istituzione della zona SAR della Tunisia, tenuto conto dellā€™alto livello di professionalitĆ  di cui dispone la Guardia di Finanza nello svolgimento delle attivitĆ  in questioneā€.Ā 

La decisione di rimettere in efficienza le sei imbarcazioni giĆ  in uso alla Guardia di Finanza per cederle poi alla Tunisia ĆØ frutto di uno specifico accordo di collaborazione tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dellā€™Interno e il Comando Generale della Guardia di Finanza, firmato lā€™11 dicembre 2023, per sostenere ā€œiniziative a favore dei Paesi non appartenenti allā€™Unione Europea finalizzate al rafforzamento delle capacitĆ  nella gestione delle frontiere e dellā€™immigrazione e in materia di ricerca e soccorso in mareā€.

Nello specifico lā€™accordo prevede lo stanziamento di 4.800.000 euro per lo ā€œsvolgimento di attivitĆ  di assistenza tecnica e capacity building a favore delle competenti autoritĆ  della Tunisia, segnatamente della Garde Nationale del Ministero dellā€™Interno tunisino, consistenti nella fornitura di mezzi e materiali, nellā€™erogazione di corsi di formazione e nella prestazione di servizi di supporto tecnico-logistico (ivi incluso lā€™approvvigionamento di carbo-lubrificanti per lā€™esecuzione di prove tecniche, verifiche e addestramento degli equipaggi in mare, nonchĆ© per il trasferimento delle unitĆ  navali sino alla destinazione in Tunisia), consulenza, assistenza e tutoraggioā€. Oltre alla rimessa in efficienza delle unitĆ  navali della classe Guardacoste Litoraneo G.L. 1400, lā€™accordo tecnico prevede anche la formazione specifica (in territorio tunisino e presso la Scuola nautica di Gaeta) del personale della Garde Nationale alla loro conduzione ed impiego operativo.

Sempre secondo il memorandum tra il Ministero dellā€™Interno e il Comando Generale della Guardia di Finanza, i lavori di ammodernamento e ripristino dellā€™efficienza delle motovedette sono assegnati al Reparto Tecnico di Supporto del Centro Navale della GdF con sede a Miseno (Napoli), che ā€œladdove necessario, potrĆ  avvalersi di soggetti privati per la fornitura e lā€™installazione di equipaggiamenti e componentistica, previa analisi degli interventi tecnici necessari da concordare eventualmente con le autoritĆ  tunisine per soddisfare le loro specifiche esigenze operativeā€. I militari delle fiamme gialle si impegnano infine a ā€œsupportare le autoritĆ  tunisine negli interventi di manutenzione ordinaria sulle suddette unitĆ  navali e sulle altre unitĆ  navali giĆ  in uso alla Garde Nationaleā€.

Per la cronaca, lo scorso 28 agosto il Centro Navale di Formia della Guardia di Finanza ha messo a gara il servizio di refitting delle altre tre unitĆ  navali destinate alla Tunisia. Il relativo avviso ĆØ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e specifica che il valore della commessa ĆØ stimato in 4 milioni di euro. Il termine per il ricevimento delle offerte ĆØ posto per lā€™1 ottobre prossimo.

Nellā€™ultima decade, le autoritĆ  italiane hanno consegnato ai militari tunisini pure numerosi pattugliatori veloci e motovedette, impiegati tutti nelle operazioni di controllo delle frontiere marittime e di blocco e/o respingimento delle imbarcazioni dei migranti. Tra il 2014 e il 2015 sono stati donati alla Garde Nationale sei unitĆ  navali specializzate P350TN, mentre alla Marina Militare sono stati riservati sei pattugliatori modello P270TN.Ā 

Questi ultimi sono pattugliatori veloci lunghi 27 metri e larghi 7,20, con 90 tonnellate di dislocamento ed un sistema di propulsione che assicura una velocitĆ  massima di 35 nodi e un range di 500 miglia nautiche. I pattugliatori classe P350TN hanno invece un dislocamento di 140 tonnellate, la lunghezza di 35 metri e la larghezza di 7,20; il sistema di propulsione ĆØ garantito da due motori diesel con un range di 600 miglia e una velocitĆ  massima di 38 nodi. Sulle unitĆ  possono essere imbarcati fino a 14-16 membri di equipaggio.

I dodici pattugliatori sono stati realizzati dalla Cantiere Navale Vittoria, societĆ  cantieristica con sede ad Adria, in Veneto e sono divenuti operativi dopo il loro trasferimento nella sede della Marina tunisina a La Goulette. Secondo la rivista specializzata britannica del settore difesa, IHS Janeā€™s, lā€™operazione di acquisto e invio delle unitĆ  navali alla Tunisia ĆØ costata al governo italiano 16,5 milioni di euro.

Il 3 agosto 2016 ancora il Cantiere Navale Vittoria ha consegnato ai militari di Tunisi la nave scuola Zarzis A710, unā€™imbarcazione di supporto alle immersioni subacquee e alle operazioni di ā€œsicurezza negli spazi aeromarittimiā€, commissionata dal Ministero della Difesa tunisino nellā€™ambito degli accordi di cooperazione internazionale tra lā€™Italia e la Tunisia siglati nella primavera del 2015. Lunga 36 metri, la nave scuola puĆ² raggiungere una velocitĆ  massima di 17 nodi ed ospitare un equipaggio di 12 persone, piĆ¹ 18 sommozzatori; ĆØ dotata di una campana di immersione in grado di condurre i sub fino a 100 metri di profonditĆ . Lā€™unitĆ  viene impiegata principalmente per lā€™addestramento dei sommozzatori e delle unitĆ  dā€™Ć©lite presso il Centro di formazione subacquea di Zarzis.

Nel maggio 2011, lā€™Italia aveva fornito alla Garde Nationale quattro motovedette ā€œCarabinieriā€ classe 700 (18 tonnellate di dislocamento), realizzate a Gaeta dai Cantieri Navali del Golfo. Tra il 2009 e il 2011 erano stati consegnati ai militari tunisini anche due imbarcazioni Classe 500, 13 sistemi radar di pattugliamento e 38 motori marini.

Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com
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