Africa ExPress
22 agosto 2024
Berhane Abrehe, ex ministro dell’Economia dell’Eritrea, sarebbe morto in una delle terribili galere del Paese. Lo ha reso noto Voice of America nella sua edizione in lingua tigrigna.
Poco prima del suo arresto nel settembre 2018, Berhane aveva pubblicato Hagerey Eritrea (Il mio Paese. L’Eritrea), un libro in due volumi, contenenti aspre critiche al regime eritreo e accuse ben mirate al ruolo del presidente Isaias Afewerki. Nella sua opera aveva sollecitato l’istituzione di un ordinamento democratico e aveva persino osato chiedere al dittatore di presentarsi a un dibattito pubblico.
La ex colonia italiana è governata dal 1991 con pugno di ferro da Isaias Afeworki. Le Nazioni Unite hanno riconosciuto l’Eritrea come Stato indipendente nel 1993 dopo il referendum al quale ha partecipato il 99 per cento della popolazione.
La dittatura non perdona le critiche, non tollera quelle che giungono dall’estero, figuriamoci cosa succede se qualcuno osa esprimere giudizi nel Paese stesso. Il coraggioso ex ministro delle Finanze, in carica dal 2001 al 2012, ha scritto e pubblicato le sue dure e mirate osservazioni mentre viveva nella sua casa a Asmara.
La moglie dell’ex ministro, Almaz Habtemariam è finita dietro le sbarre già mesi prima. Avrebbe aiutato uno dei loro figli a fuggire dal Paese. Non è dato sapere se a tutt’oggi è ancora detenuta. Oppure è morta.
Come migliaia e migliaia di altri prigionieri in Eritrea, anche Berhane, classe 1945, non è mai stato accusato formalmente di alcun crimine, tantomeno ha visto l’aula di un tribunale. E’ stato sbattuto in galera semplicemente per aver osato esprimere critiche nei confronti del regime. E così l’ex ministro è morto in prigione senza aver potuto godere del diritto fondamentale di un equo processo. E come moltissimi altri detenuti, durante gli anni di prigionia anche Berhane non ha mai potuto avere contatti con l’esterno. Ha vissuto in totale isolamento e finora non sono trapelate notizie sulle cause della sua morte, tantomeno l’ora e la data esatta.
Secondo quanto riportato in un articolo firmato da Paolo Lambruschi su Avvenire nell’ottobre 2018, Ephrem, figlio di Berhane, fuggito dal Paese, già allora era molto preoccupato per l’anziano padre, che qualche anno prima aveva subito un trapianto di fegato proprio in Italia.
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