Direttore della Banca centrale nominato nuovo primo ministro dal presidente della Guinea Equatoriale

Lunedì si è aperto il processo contro un figlio del presidente. Rischia una condanna fino a 18 anni di carcere per la vendita illegale di un aereo della compagnia di aviazione statale

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
20 agosto 2024

La Guinea Equtoriale ha finalmente un nuovo primo ministro. Il 17 agosto scorso Teodoro Obiang Nguema ha conferito l’incarico al 48enne Manuel Osa Nsue Nsua. Il giovane, che dal 2012 fino a poco giorni fa ha occupato la posizione di direttore generale della Banca Nazionale del Paese, succede a Manuela Roka Botey. Dopo solo 18 mesi, la ex premier è stata costretta a rassegnare le dimissioni alla fine di luglio, perché ritenuta “inefficace” dal dittatore equatoguineano, salito al potere nel 1979 con un sanguinoso colpo di Stato contro lo zio Francisco Macìas Nguema, fatto fucilare poco dopo.

Manuel Osa Nsue Nsua, nuovo premier della Guinea Equatoriale

La Roka Botey è stata la prima donna premier del suo Paese. Il mese scorso ha dovuto piegarsi alla volontà di Obiang, che non ammette obiezioni. Dalla fine di luglio al 16 agosto 2024 la ex primo ministro e il suo governo hanno continuato ad esercitare le loro funzioni ad interim, in attesa della nomina del suo successore.

Il Nsue Nsua, ancora bambino, ha raggiunto la sorella in Spagna, dove ha  frequentato anche l’università, pagandosi gli studi con lavori part time. Ha conseguito due lauree in scienze economiche e commerciali, seguite da un master in gestione finanziaria. Dopo aver lavorato per l’istituto di credito Santander, nel 2012 il ministro delle finanze equatoguineano dell’epoca lo ha chiamato a Malabo, per supervisionare la revisione contabile della Banca centrale. Alla fine della missione gli è stato offerto di dirigere l’istituto bancario.

La Guinea Equatoriale è uno dei regimi più spietati di tutto il continente. La famiglia Obiang gestisce le ricchezze del piccolo Stato africano come se fossero personali. Invece gran parte degli abitanti vive al di sotto della soglia di povertà.

Generalmente molto unito per quanto concerne la spartizione dei beni del Paese, nel 2023 il clan di Malabo non ha battuto ciglio quando il viceministro del Paese, Teodoro Nguema Obiang Mangue, conosciuto da tutti come Teodorin, ha firmato l’autorizzazione per l’arresto del fratellastro, Ruslan Obiang Nsue. Il membro della famiglia presidenziale è ritenuto responsabile della vendita di un aereo della Ceiba Intercontinental, la compagnia di aviazione statale.

Eppure Treodorin, figlio dell’anziano capo di Stato proprio come il fratellastro, non gode fama di essere un santo. E’ stato tra le persone ricercate dall’Interpol, ma la richiesta del mandato di arresto internazionale è stato poi cancellato. Teodoro Obiang ha fatto risultare le proprietà sequestrate in Francia come beni della Guinea Equatoriale e non del figlio. Nonostante le accuse e i processi in contumacia in USA e Francia e il sequestro dei suoi beni, continua a girare il mondo indisturbato.

Teodorin Obiang, vicepresidente della Guinea Equatoriale

E’ la prima volta che un membro della famiglia del presidente finisce in manette. Ruslan, ex segretario di Stato per la Gioventù e lo Sport, al momento del suo arresto era direttore di Ceiba Aéroport, dopo essere stato dapprima vicedirettore e poi direttore generale di Ceiba Intercontinental.

Ai domiciliari da gennaio 2023, su Ruslan si sta abbattendo ora una tempesta giudiziaria. Lunedì scorso si è aperto a Malabo contro di lui il processo per aver venduto un aereo della compagnia di aviazione statale. Deve rispondere alle accuse di abuso d’ufficio e appropriazione indebita di fondi pubblici: il rampollo di casa Obiang rischia una condanna fino a 18 anni di carcere e 750.000 euro di multa. Per ora l’udienza è stata sospesa e non è dato sapere quando sarà emessa la sentenza.

Il figlio del presidente, Ruslan Obiang Nsue, sotto processo a Malabo

Già nel novembre 2022 le autorità di Malabo avevano aperto un’inchiesta sulla sparizione di un ATR 72-500, che si trovava in Spagna dal 2018 per manutenzione di routine. L’aereo sarebbe poi stato venduto dal figlio del presidente alla Binter Technic, società che si occupa di manutenzione aeronautica, con sede a Las Palmas.

Durante l’udienza il 49enne Ruslan, ha ammesso di aver siglato un contratto di vendita per l’ATR 72-500 per 250.000 euro, ma di averne ricevuti solo 125.000, somma che avrebbe versato sul suo conto bancario in Spagna.

Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes

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