I continui massacri a Gaza e l’irresponsabile indifferenza dell’Occidente

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EDITORIALE
Federica Iezzi
Amman (Giordania), 7 agosto 2024

Ognuno può costruire la sua analisi sugli eventi di Gaza, sulle loro implicazioni militari, diplomatiche e politiche interne ed esterne. Ma ci sono realtà oggettive che sono davanti ai nostri occhi. E c’è ricorrenza.

Autore di crimini di guerra, il governo israeliano, guidato da un uomo incriminato per corruzione, frode e abuso di fiducia, sprofonda nella violenza senza poter offrire la benché minima soluzione diplomatica.

Rafah, Striscia di Gaza [photo credit BBC]
Liberarsi di Gaza è diventata l’ossessione delle autorità israeliane, che hanno cercato di trasferire il mantenimento dell’ordine a una forza palestinese, anche se ciò significava riservarsi il tanto abusato diritto di difesa.

Intollerabili doppi standard

Come insegna la storia, Israele usa una forza eccessiva nell’indifferenza della comunità internazionale. Non va incolpato né l’Iran né Hamas, ma l’inerzia dell’Occidente, il costante sostegno della politica americana a favore di Israele e gli intollerabili doppi standard delle organizzazioni internazionali. Israele ha violato decine di risoluzioni delle Nazioni Unite per settant’anni, senza embargo, senza sanzioni e in totale impunità.

La punizione dell’Occidente alla Palestina inizia quando i palestinesi di Gaza, che avrebbero dovuto votare per Fatah e la sua leadership corrotta, hanno scelto Hamas. Hamas, che rifiuta di riconoscere Israele o di rispettare gli Accordi di Oslo, totalmente denigranti. Nessuno ha mai chiesto quale particolare Israele, Hamas avrebbe dovuto riconoscere. Israele del 1948? Israele dei confini dopo il 1967? Israele che continua a costruire vasti insediamenti solo ebrei in terra araba, inghiottendo quel poco più del 20 per cento della Palestina che resta da negoziare?

Discorso illusorio

Gli occhi non sono ancora ben aperti su quanto sia illusorio il discorso americano secondo cui se sommergiamo di denaro la Cisgiordania, aiutiamo Fatah e le forze di sicurezza, a serrare il popolo palestinese attorno a Mahmoud Abbas. A differenza di Hamas, Fatah ha cessato di esistere come forza ideologica e come movimento politico coerente. Sotto il marchio troviamo una moltitudine di rami, baronie, interessi personali.

Le critiche per non aver tenuto conto delle realtà politiche e diplomatiche, nei riguardi di Fatah e Hamas, non possono scagionare i principali colpevoli di una guerra annunciata. Il governo israeliano che da più di cinquant’anni mantiene un’occupazione illegale dei territori palestinesi. Il governo americano per il suo fermo sostegno al rifiuto israeliano di rispettare il Diritto Internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite. L’Unione Europea per il suo allineamento con le posizioni americane e israeliane, il suo boicottaggio verso l’Autorità Nazionale Palestinese eletta, il suo rifiuto di qualsiasi pressione sulla potenza occupante.

Buoni e cattivi

L’assenza di sfumature nuoce all’analisi di un conflitto dove si cerca ad ogni costo una linea di demarcazione tra i buoni e i cattivi, sacrificando vite umane. Senza dimenticare che Israele, nel suo estremismo, sta assaporando già un diluvio di fuoco sull’Iran, anche se ciò significherebbe incendiare l’intera regione.

Combattere i meccanismi di oppressione dei palestinesi – quali occupazione, colonizzazione e apartheid israeliani – non costituisce la scelta verso uno schieramento piuttosto che un altro ma è la condizione stessa per prevedere un destino comune basato sull’uguaglianza e sulla giustizia tra due popoli.

Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
Twitter @federicaiezzi
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 COMMENTS

  1. Grazie del tuo articolo sulla situazione dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania e dell’oppressione degli israeliani appoggiati dall’America nell’indifferenza dell’Europa,ma anche dei paesi arabi, compresa la giordania. Spero che riescano finalmente ad arrivare al cessate il fuoco la popolazione è stremata

  2. La ringrazio per il suo impegno a favore della verità su Gaza. Sono uno dei tanti che si vergognano delle politiche europee che disconoscono il diritto di un intero popolo a esistere, della colpevole odiosa ipocrisia della maggior parte dei politici, della indifferenza di troppa gente ‘normale’.
    E possibile creare una rete di pressione civile contro questa intollerabile situazione?

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