Elena Gazzano
Città del Capo, agosto 2024
La Pinelands High School è finita sotto i riflettori a seguito della diffusione di un video che ha sollevato gravi preoccupazioni sulla presenza di razzismo nelle scuole sudafricane.
La realtà ha superato ogni distopia, questo filmato mostra infatti una simulazione di un’asta di schiavi, in cui studenti neri sono messi dietro un cancello mentre altri studenti di etnia mista simulano offerte per acquistarli. Tutto ciò è avvenuto nella tranquilla Pinelands, un quartiere abitato da famiglie di Città del Capo.
Intitolato La schiavitù a scuola è pazzesca, il video ha scatenato una vasta ondata di indignazione, sollevando una discussione pubblica su quanto sia radicato il razzismo nelle istituzioni educative del Paese. Alcuni studenti avrebbero fatto offerte tra i 50.000 e 100.000 Rand (circa 2.500 – 5.000 euro), e uno dei ragazzini più all’avanguardia avrebbe tentato addirittura di proporre la criptovaluta Bitcoin per l’acquisto di un compagno di classe. Uno spettacolo successivamente descritto non solo come una manifestazione di odio, ma anche come un macabro riflesso di un razzismo che si nutre di indifferenza, che continua ad affliggere la società.
Le autorità scolastiche e il Dipartimento dell’Educazione del Capo Occidentale (WCED) hanno avviato un’indagine, e promesso di adottare misure come la sospensione degli studenti coinvolti. Secondo esponenti del EFF (Economic Freedom Fighters), tali provvedimenti non possono però cancellare la gravità di quanto è accaduto.
Il partito politico di estrema sinistra, noto per le sue posizioni decise contro il razzismo e l’ineguaglianza, chiede azioni più severe. L’EFF ha proposto non solo l’espulsione degli studenti dal sistema scolastico per almeno due anni, ma ha anche suggerito che i ragazzi e i genitori debbano impegnarsi in lavori socialmente utili negli slums di etnia nera. Secondo il partito, questo comportamento discriminatorio non è innato e riflette piuttosto le influenze provenienti dalle famiglie e dalle comunità degli studenti coinvolti.
La situazione alla Pinelands High School non è un incidente isolato, ma un sintomo di un male più profondo e radicato. Gli studenti hanno raccontato di episodi di razzismo quotidiano che non si limitano al singolo incidente dell’asta di schiavi. Insulti razzisti, bullismo e discriminazioni sono all’ordine del giorno.
Studenti neri – per fare un esempio – sono stati soprannominati con il termine “load shedding” (cioè perdita di carico elettrico, ndr), dispregiativo che si riferisce alle frequenti interruzioni di corrente nel Paese, creando un parallelismo offensivo tra il colore della pelle e il buio. Un alunno ha inoltre rivelato che solo due anni fa, un’insegnante bianca è stata licenziata per aver usato un termine dispregiativo nei confronti di uno ragazzo nero, la conferma che il razzismo è un problema endemico, non un fatto sporadico.
Secondo l’EFF, affrontare questo tipo di razzismo richiede impegno e azioni concrete sia da parte delle istituzioni, sia della società nel suo complesso, e arriva ad affermare che il partito sarebbe pronto a lottare per la chiusura della scuola se non vengono prese misure adeguate.
Inoltre il partito sottolinea che la messa in scena all’asta è un chiaro esempio del fatto che la discriminazione razziale in Sudafrica non solo persiste, ma sta guadagnando terreno. E la storia è ancora una volta maestra, dimostrando che se la mentalità dell’apartheid non viene completamente estirpata, rischia di essere trasmessa di generazione in generazione come una fiamma pronta a divampare.
L’episodio accaduto alla Pinelands High School non è una questione di sola disciplina scolastica. La messa in scena di un’asta di schiavi è un chiaro segnale della corrosiva realtà di un razzismo sistemico. Ad aggravare il problema sono le risposte ritenute insufficienti da parte delle istituzioni, che sollevano dubbi sulla loro capacità di affrontare il razzismo istituzionale con la gravità necessaria. La società sudafricana è chiamata ad agire non solo per punire gli attori responsabili, ma anche per affrontare le cause profonde di un problema che continua a corrodere l’umanità.
Fino a quando le radici dell’apartheid non verranno affrontate e smantellate, la società continuerà ad essere il palcoscenico degli orrori del passato che ritornano e si rinnovano con forza inquietante. Chissà quanto tempo dovrà passare prima che la vera libertà e uguaglianza diventino realtà concreta.
Elena Gazzano
elenagazzano6@gmail.com
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Videocredit: SABCNews
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Strana notizia.
I bianchi in Sud Africa sono minoranza.
Quindi dovrebbero essere loro oggetto di razzismo.
E non vice-versa.
Il Sud Africa è a maggioranza nera.
Quindi non è possibile che esista ancora il razzismo contro i neri.
Quando ancora in Sudafrica vigeva l'apartheid, il presidente ugandese Yoweri Museveni mi accolse nella sua stanza per un intervista con un rimprovero: "Voi europei quando parlate di razzismo scrivete solo di Sudafrica.Ma il razzismo esiste anche dei neri contro i neri. Perché non scrivete anche di questa vergogna"?