Cornelia I. Toelgyes
29 luglio 2024
Sul loro account Telegram i mercenari di Wagner – oggi si chiamano Africa Corps – hanno ammesso di aver subito gravi perdite insieme alle forze armate maliane (FAMa) durante le operazioni militari ingaggiate contro i ribelli dell’Azawad.
In un post sulla stessa piattaforma, ripreso dai media russi, il gruppo Wagner ha annunciato la morte di Serguei Chevtchenko, chiamato Proud, comandante del distaccamento dei paramilitari nella regione. I mercenari non hanno fornito finora cifre per quanto riguarda le perdite effettive. Inizialmente avevano scritto in un comunicato: abbiamo “distrutto la maggior parte degli islamisti e messo in fuga gli altri”. “Tuttavia – si leggeva dopo poche righe, una tempesta di sabbia ha permesso ai radicali di riorganizzarsi e di aumentare il loro numero fino a 1.000 combattenti”.
Fonti vicine ad Africa Corps hanno rivelato ai reporter della BBC che sarebbero stati uccisi tra 20 e 50 mercenari.
Il comandante Chevtchenko aveva postato l’ultimo messaggio, prima di essere ucciso, il 27 luglio, spiegando che lui e i suoi uomini avevano combattuto accanto alle truppe di Bamako nella zona di Tinzaouatène, non lontana dal confine con l’Algeria. L’operazione militare è stata lanciata dall’esercito maliano contro i ribelli a maggioranza tuareg qualche giorno fa, provocando violenti scontri, di dimensioni mai viste da mesi, tra esercito i mercenari russi da una parte e ribelli dall’altra.
Pochi giorni prima lo Stato maggiore maliano aveva annunciato di aver riconquistato recentemente diverse città sotto il controllo dei ribelli di CSP-DPA. Erano state lanciate diverse missioni volte al controllo totale dei territori occupati dai tuareg della coalizione.
Nella primavera scorsa i ribelli del nord del Mali avevano annunciato la creazione di una nuova alleanza per combattere il governo militare e prendere il controllo dell’Azawad.
La nuova alleanza, chiamata Cadre Stratégique Permanent pour la Défense du Peuple de l’Azawad (CSP-DPA), è guidata da Bilal Ag Acherif, una delle figure chiave del movimento dei ribelli.
Il portavoce di CSP-DPA, Mohamed Elmaouloud Ramadane, si è congratulato con i propri uomini per la vittoria ottenuta durante le ultime battaglie. “Abbiamo annientato la colonna russo-maliana. Una grande quantità di materiale bellico è stato sequestrato o danneggiato. I sopravvissuti tra le file di FAMa e Wagner sono stati fatti prigionieri”, ha specificato il portavoce, allegando al comunicato video e foto. AFP ha visionato il materiale fotografico e i filmati, nei quali si vedono parecchie salme e tra i prigionieri figurano anche diversi visi bianchi probabilmente di paramilitari di Wagner. I mercenari sono arrivati in Mali alla fine del 2021.
In un comunicato, autenticato da SITE, ONG americana specializzata nel monitoraggio dei gruppi radicali, JNIM (Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani), affiliato a Al-Qaeda, ha affermato di aver teso un’imboscata a un convoglio dell’esercito maliano e dei suoi alleati Wagner a sud di Tinzaouatène. JNIM ha dichiarato di aver ucciso 50 russi e 10 soldati maliani, cifre che l’AFP non è stata in grado di confermare. I ribelli del CSP-DPA hanno negato il coinvolgimento di JNIM.
Bamako ovviamente non ammette la disfatta, confermata da più fonti. “Ci siamo trovati di fronte a una coalizione di terroristi, abbiamo perso due uomini, altri dieci sono stati feriti, ma abbiamo ucciso oltre 20 nemici. Abbiamo lasciato volontariamente l’area di Tinzaouatène, dopo tre giorni di combattimenti”, ha fatto sapere FAMa in un breve comunicato.
Quando i mercenari della Wagner sono arrivati in Mali nel dicembre 2021, rappresentavano la soluzione per i problemi di sicurezza dei golpisti. I paramilitari russi sono apparsi dapprima nel centro del Paese, dove hanno setacciato villaggi con attrezzature sofisticate, sequestrando armi da guerra.
In seguito i miliziani arruolati dal Cremlino sono stati accusati di abusi e violenze contro i civili. Bamako ha subito smentito. La riconquista della città di Kidal – a lungo sotto assedio dei ribelli – e l’installazione della loro bandiera sul forte della città, è stato il momento di massimo splendore dei mercenari russi nel Paese. La battuta d’arresto a Tinzaouatène è innanzitutto un fallimento di Wagner e svela i limiti del gruppo. E’ la fine di un mito.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmai.it
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