AFRICA

Il Ruanda presenta il conto per il suo aiuto militare al Mozambico dove rimarrà all’infinito

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
27 luglio 2024

L’intervento dei militari ruandesi a Cabo Delgado, nell’estremo nord del Mozambico, ha dato i suoi frutti. Le Forze di difesa ruandesi (RDF) sono arrivate in Mozambico grazie a un accordo bilaterale Kigali-Maputo. Un dispiegamento che, secondo il Financial Times, si stima sia costato al Ruanda qualche centinaia di milioni di dollari.

Militari delle Forze di difesa del Ruanda in Mozambico

Da luglio 2021 ad oggi i militari e poliziotti di Kigali sono riusciti a mettere in sicurezza i cantieri della multinazionale energetica francese TotalEnergies. Per il momento i giacimenti di gas sono al sicuro.

Si tratta di un progetto per l’estrazione di GNL-LNG (gas naturale liquefatto) da 20 mld di USD (18,5 mld di euro) fermo da aprile 2021 del quale i francesi, con oltre il 26 per cento, hanno la maggioranza.

La chiusura dei cantieri Total, nella penisola di Afungi, è stata decisa a causa dell’occupazione jihadista di Palma. I terroristi hanno tenuto sotto scacco la cittadina del gas per una decina di giorni causando oltre un migliaio di morti.

Kagame presenta il conto

Il capo dello Stato mozambicano, Filipe Nyusi, non ha mai fatto sapere il costo dell’intervento del Ruanda contro i jihadisti dello Stato islamico-Mozambico (Is-Moz). Questo nonostante le numerose richieste e proteste dell’opposizione e della società civile.
Ora è arrivato il momento di iniziare a pagare e il presidente ruandese, Paul Kagame, presenta il conto. Kagame, con il successo dell’intervento militare, porta in Mozambico anche le aziende ruandesi.

In accordo con TotalEnergies, fornirà la protezione dei cantieri. Per l’occasione la ruandese Isco Global Limited ha creato una joint venture con Isco Segurança Moçambique. È la penetrazione delle aziende ruandesi che sono collegate al partito del presidente al potere: il Fronte patriottico ruandese (RPF).

Crystal Ventures

Crystal Ventures Ltd (CVL) è una holding fondata da RPF che ne è proprietario e controlla molti settori dell’economia ruandese. Il sito Africa Report, in un lungo reportage, racconta che secondo i critici è una presenza tentacolare tale da soffocare qualsiasi forma di concorrenza.

Crystal Ventures è accusata di impedire al settore privato di sperimentare una crescita reale. “L’ecosistema della holding rimane opaco, la sua strategia incuriosisce e affascina”, scrive il sito pubblicato da Jeune Afrique Media Group.

Oltre che in Mozambico, da tre anni sta investendo in partnership anche con Centrafrica, Congo-B, e Zimbabwe. Il Ruanda non ha materie prime ma, attraverso CVL, investe in attività minerarie, servizi di sicurezza, edilizia, produzione di beni di consumo e altro. Ma il piccolo Stato della Regione dei grandi laghi è anche molto interessato al gas di Cabo Delgado e le altre risorse del Mozambico.

Da sinistra: il presidente del Mozambico Filipe Nyusi e il presidente del Ruanda Paul Kagame

Edilizia e impianti solari

Alcune delle affiliate a Crystal Ventures sono presenti in Mozambico dal 2021. Tra queste RadarScape che collabora con TotalEnergie alla ristrutturazione di un villaggio nella penisola di Afungi, una commessa da 800 mila dollari. La stessa affiliata di CVL ha un accordo per costruire un impianto solare a Cabo Delgado nel 2024 in partenariato con TotalEnergies.

Molte domande senza risposta

Le dichiarazioni al Financial Times di Piers Pigou, responsabile del programma per l’Africa meridionale dell’Institute for security studies (ISS), fanno meditare.

“Ci sono molte domande senza risposta riguardo agli accordi tra Maputo e Kigali in merito al dispiegamento di sicurezza ruandese a Cabo Delgado. La totale mancanza di trasparenza alimenta le speculazioni in corso sui tipi di concessioni, contratti e ipoteche a termine sui flussi di reddito del GNL che vengono garantiti dagli interessi ruandesi”.

Intanto i militari ruandesi, da mille del 2021, sono diventati 4.500. Hanno sostituito i militari della missione SAMIM della Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale (SADC) terminata per esaurimento di fondi il 15 luglio scorso. E rimangono a Cabo Delgado senza termine di scadenza. Anche per proteggere i propri interessi.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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@sand_pin
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Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

View Comments

  • Strano che scopriamo il Ruanda e Kagame soltanto ora...
    È la più grande forza destabilizzatrice dell'area dei grandi laghi: congo-kinshasa, Burundi, ora anche in Mozambico. Sono alleati dell'Uganda di Museveni. E con ovvie complicità a Washington...
    Non ci sara' mai pace in Congo-Kinshasa senza richiamare all'ordine Kagame. Ma chi lo farà? Di certo non i suoi alleati in Occidente.

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