Federica Iezzi
27 luglio 2024
A Kamonyi, in Ruanda, dopo un intenso lavoro, oggi verrà inaugurato il Giardino dei Giusti dell’Umanità. L’umurinzi, l’albero rosso, una pianta mistica della cultura ruandese, il cui nome in kinyarwanda significa custode della vita, sarà il grande protagonista e il simbolo del Giardino.
Ma cos’è un Giardino dei Giusti? Il programma Giardino dei Giusti è stato avviato nel 1992 dal rabbino Jeffrey Wohlberg, per onorare i non ebrei che si sono battuti per difendere i valori civili durante l’Olocausto. Ha un duplice scopo: insegnare e onorare.
L’uso di un giardino, l’uso di un albero, l’atto di seminare, simboleggia la scelta della vita di fronte alla morte.
Ed è la stessa scelta che ha guidato il Ruanda, grazie all’incontro tra Fondazione Gariwo, Bene Rwanda Onlus e SEVOTA (Solidarité pour l’Epanouissement des Veuves et des Orphelins visant le Travail et l’Auto-promotion).
Primo nell’Africa sub-sahariana, il Giardino sarà memoria viva di donne e uomini che misero a rischio la propria vita per proteggere tutsi e hutu moderati durante il genocidio del 1994. Tra le priorità del progetto: insegnare ai giovani il valore dell’umanità, la solidarietà con le vittime dell’ingiustizia e la ricostruzione della memoria del genocidio.
Il Ruanda ha investito immensamente nella guarigione della società dal trauma del genocidio. Nonostante le apparenze esteriori di competenza o adattamento, i sentimenti interni di umiliazione, disumanizzazione e paura persistono con prepotenza.
Queste le prime speciali menzioni del progetto. Raphael Lemkin, giurista polacco, va a lui la paternità del termine genocidio e l’elaborazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, poi approvata dalle Nazioni Unite nel 1948. Pierantonio Costa, imprenditore e Console Onorario d’Italia in Ruanda, ha dato protezione a quasi 2.000 persone durante il genocidio. Maria Urayaneza, ha dato rifugio a tutsi e hutu moderati, mentre Kigali era cenere insanguinata dai massacri.
Sebbene il genocidio fu messo al bando negli anni quaranta, ci vollero decenni prima che la comunità internazionale ne imponesse il divieto. Nel 1994, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha creato un Tribunale Penale Internazionale sulla scia degli omicidi di massa commessi durante la guerra civile ruandese, in cui le milizie armate hutu sterminarono membri della minoranza etnica tutsi.
Il potere genocida in Ruanda contava sull’autorevole voce di radio e giornali ma soprattutto sul movimento di massa, composto in particolare da giovani, inattivi davanti alle vittime e all’intera popolazione. Un vero programma di sensibilizzazione all’odio.
Nonostante la legge sia chiara su ciò che costituisce un genocidio, lo standard legale per definirlo è così specifico che non è quasi mai applicabile alle uccisioni di massa o agli atti brutali perpetrati contro un gruppo. L’intento è molto difficile da determinare. La distruzione culturale non è sufficiente, né lo è l’intenzione di annientare un gruppo.
Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
Twitter @federicaiezzi
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA
Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza al numero +39 345 211 73 43 e ti richiameremo. Specifica se vuoi essere iscritto alla Mailing List di Africa Express per ricevere gratuitamente via whatsapp le news del nostro quotidiano online.
Africa Express viene diffuso in tempo reale sulla piattaforma Telegram al canale https://t.me/africaexpress. Puoi abbonarti gratuitamente.
Dal Nostro Inviato Speciale Massimo A. Alberizzi Nairobi, 23 novembre 2024 Graditissima dagli ospiti, anche…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 22 novembre 2024 Il presidente uscente del Somaliland,…
Dalla Nostra Corrispondente di Moda Luisa Espanet Novembre 2024 In genere succede il contrario, sono…
Dal Nostro Corrispondente di Cose Militari Antonio Mazzeo 20 novembre 2024 Nuovo affare miliardario della…
Speciale per Africa ExPress Costantino Muscau 19 novembre 2024 "Un diplomatico francese sta rubando i…
Speciale Per Africa ExPress Eugenia Montse* 18 novembre 2024 Cosa sapeva degli attacchi del 7…