KENYA

Appello di scienziati e ambientalisti: ”Salviamo gli ultimi elefanti Super tusker dalla caccia trofeo in Tanzania”

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
21 luglio 2024

Gli elefanti maschi di Amboseli hanno una caratteristica che li mette in pericolo: le zanne che arrivano a toccare il terreno e pesano 45 kg ognuna. Li chiamano “Super tusker” (super zanne) per i lunghissimi e particolarissimi denti di avorio che ne fanno preda di trafficanti e “collezionisti” di trofei.

Craig, elefante Super tusker del Parco nazionale di Amboseli

La lunghezza oltre standard delle zanne di questi pachidermi è tipica di una popolazione che vive nel parco nazionale di Amboseli. La loro caratteristica è che le zanne crescono più rapidamente di quelle degli altri elefanti. Purtroppo, il governo tanzaniano ha deciso di riaprire la caccia a questi particolari pachidermi per i trofei.

La petizione

Il mondo accademico e ambientalista non ci sta e scienziati e ricercatori hanno deciso di muoversi con le ONG. Elephant Voices, Amboseli Trust for Elephants e Center for Biological Diversity, hanno lanciato una petizione su Avaaz , diretta a Samia Suluhu Hassan, presidente della Tanzania.

“Tra pochi giorni, la presidente della Tanzania potrebbe condannare a morte gli elefanti più straordinari d’Africa – si legge nell’appello -. Intende concedere nuovi permessi a ricchi cacciatori di trofei che li uccidono per puro divertimento” .

 

Screenshot Instagram sugli elefanti Super tusker di Amboseli                        https://www.instagram.com/p/C8unt00qM8f/

 

Gli elefanti si chiamano per nome

“Appartengono a una popolazione che viene studiata da oltre 50 anni. Recentemente si è scoperto che si chiamano per nome, e da quel che sappiamo sono i primi esseri non umani capaci di farlo”. La popolazione degli elefanti, fino alla scorsa stagione, era una specie protetta. Nove mesi fa il governo della Tanzania ha autorizzato la caccia di cinque maschi adulti: almeno due di questi erano “Super tusker”.

Si possono muovere liberamente nell’area kenyota del Parco nazionale di Amboseli dove la caccia è proibita. Se passa l’autorizzazione a cacciare trofei nel settore tanzaniano verranno uccisi altri maschi adulti adatti alla riproduzione.

Mappa del Parco nazionale di Amboseli (Courtesy GoogleMaps)

Amboseli patrimonio UNESCO

L’area fa parte di un ecosistema con una superficie di 8.000 kmq a oltre mille metri sul livello del mare a nord del Kilimangiaro. Il parco si trova all’interno dell’Amboseli Biosphere Reserve che nel 1991 è diventato patrimonio UNESCO.

Via Instagram le ONG chiedono agli USA, maggiore mercato di trofei di elefante in Tanzania di vietare l’importazione. E chiedono ai cittadini di firmare la petizione che, al momento in cui scriviamo, ha superato le 305 mila firme. Ma se per caso non dovesse avere successo, per evitare lo sterminio, visto che è impossibile fidarsi degli umani, forse c’è una soluzione.

Suggeriamo alla popolazione di elefanti della Tanzania di utilizzare la strategia adottata dagli elefanti del Parco di Gorongosa, Mozambico: far nascere i cuccioli senza zanne.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

X (ex Twitter):
@sand_pin
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Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

View Comments

  • We have to stop all this cruelty that only human beings are are able to do. There is no reason for the suffering these animals are going through

  • Con gli appelli ci fai ben poco. Gli scienziati si impegnino per trovare un modo per acuire i problemi ambientali africani, al fine di distruggerne la vita umana. Anche una sterilizzazione di massa andrebbe bene, cosi come servirebbe generalmente in tutto il pianeta. I politici intervengano con la pena di morte verso chi si reca in Africa per cacciare.

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