Costantino Muscau
11 luglio 2024
Dopo la prima vittoria, entrò nella leggenda nazionale, anche se la moglie non poté raggiungerlo dall’Eritrea per festeggiare lunedì, il primo giorno di riposo del Tour.
Dopo la seconda, il suo telefonino è diventato quasi inagibile: su WhatsApp deve ancora rispondere a 600 messaggi. E ora? Altro che “Bini, vidi, vici”, come titolò il sito del Tour de France.
Ora Biniam Girmay Hailu in bici stravince. Il ventiquattrenne ciclista eritreo ha fatto tris nella più importante corsa ciclistica mondiale. Dopo il primo successo, il I luglio, nella terza tappa sul traguardo di Piacenza, Bini si è ripetuto il 6 luglio nell’ottava frazione a Colombey-les-Deux- Eglises (dove è sepolto Charles de Gaulle, regione del Grand Est). E oggi, 11 luglio, nella 12° puntata della Grande Boucle, a Villeneuve-Sur-Lot (nel dipartimento Lot Garonna), Girmay ha messo in fila i più celebri velocisti del mondo.
Basta scorrere l’ordine d’arrivo. Chi mastica un po’ di ciclismo, si stropiccia gli occhi nel vedere dietro il giovane atleta africano della Intermarché- Wanty tipi come Wout Van Aert, Pascal Ackerman, Jasper Philipsen, Arnaud de Lie, Alexander Kristof, Dylan Groenewegen…
Il primo a non crederci è proprio lui. Si sente un miracolato. Tre volte primo, due volte secondo in 12 giorni di gara. E infatti il primo pensiero, nell’ intervista dopo corsa, Bimian le ha rivolte proprio al Padreterno: “Prima di tutto vorrei ringraziare Dio per avermi dato tanta forza e potenza. Senza Dio non potremmo fare nulla – ha detto – Secondo, voglio ringraziare i miei compagni di squadra. Grazie a tutti. Senza di loro non potrei dimostrare di essere il più veloce. Quando mi sveglio ogni mattina mi sento in forma e felice. Queste vittorie sono assolutamente incredibili. Mi danno fiducia per il futuro della mia carriera”.
E non solo a lui, ma a tutto il ciclismo africano. Al termine della vittoriosa terna, un giornalista del quotidiano l’Equipe ha ribadito come il ciclismo sia uno sport prevalentemente bianco ed europeo e gli ha chiesto: “Quale è il tuo impatto sul resto del tuo continente? Come vedi il futuro?”
Bini ha risposto: “Il ciclismo non è uno sport globale come gli altri sport. Ma è bene contribuire alla sua globalizzazione. Se lavoriamo bene, se le squadre europee si preoccupano di investire nel ciclismo africano, funziona. Per il momento sono l’unico nero nel gruppo, ovviamente mi piacerebbe vederne altri”.
Ogni rosa, si sa, ha qualche spina. Due tormentano il giovane eritreo che si avvia a diventare lo sprinter più forte del mondo: l’eccesso di …successo gli sta causando problemi col cellulare: “Il mio telefono è impazzito già dopo la mia prima vittoria! Adesso è meglio se non lo uso più – ha commentato scherzando -. Ricevo troppi messaggi, ne ho 600 non letti su WhatsApp e questo ora mi sta causando problemi con il mio team perché a volte perdo le segnalazione della mia équipe e quindi devo ricorrere a qualche mio compagno per riferirmi le istruzioni da seguire in corsa”.
L’altro cruccio è più serio. Sua moglie, Salime, non è riuscita a unirsi ai festeggiamenti con i compatrioti in Francia. Chissà se le sarà possibile ora dopo il tris…
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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