10 giugno 2024
Il bombardamento dell’ospedale pediatrico in Ucraina ha occupato per due giorni le prima pagine di tutti i quotidiani. La distruzione (l’ennesima) della scuola a Gaza è stato inserito al secondo posto nei media. I piccoli muoiono in condizioni disparate ovunque. Ma i tre milioni di bambini della Repubblica Centrafricana sono i più poveri e i più fragili del mondo e di loro non si parla. Malnutrizione, accesso sanitario inadeguato e instabilità politica mettono il Paese sulla soglia di una crisi umanitaria.
La metà dei ragazzini non ha accesso al servizio sanitario e quasi il 40 per cento soffre di malnutrizione cronica. Solo pochi hanno la possibilità di usufruire di acqua potabile, di servizi igienici e di una sana alimentazione. Appena il 37 per cento frequenta regolarmente la scuola.
“L’attenzione globale è concentrata su altri conflitti e così la condizione dei bambini della ex colonia francese è diventata dolorosamente invisibile”, ha dichiarato pochi giorni fa ai giornalisti la rappresentante di UNICEF nella Repubblica Centrafricana, Meritxell Relano Arana.
Nonostante i molteplici accordi di pace, siglati tra i gruppi armati e il governo (l’ultimo risale al 2019), la situazione in diverse zone del Paese resta a tutt’oggi instabile. L’insicurezza, ormai diventata cronica, ostacola un miglioramento delle condizioni di vita della gente.
Mathieu, un padre di famiglia, residente nella capitale Bangui, ha confessato ai reporter di Corbeau News Centrafrique (CNC): “Non possiamo nemmeno garantire un pasto al giorno ai nostri figli. Come possono crescere sani e forti in queste condizioni?” E una madre ha aggiunto: “L’accesso ai servizi sanitari è un lusso che non possiamo permetterci. Siamo stati abbandonati dal nostro governo.”
Pur di contribuire al magro budget familiare, molti adolescenti abbandonano la scuola per andare a lavorare nelle miniere. Armati di pale e zappe, senza scarpe, indossando solo pantaloncini spesso strappati, a torso nudo e senza caschi protettivi, scavano tutto il giorno. Giovanissimi, stremati dalla fatica, rischiano la loro vita.
E a tutt’oggi migliaia di bambini soldato combattono nelle fila dei vari gruppi armati ancora attivi. Il Paese, è bene ricordalo, ha dato i natali a Bokassa, un militare golpista megalomane, un tiranno che si autoproclamò imperatore dell’Impero Centrafricano.
Africa ExPress
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