Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
1° luglio 2024
“L’obesità è in rapido aumento in Africa. Le tendenze sono le stesse per i bambini”. Sono le parole in video, senza fronzoli, di Adelheid Onyango, direttore dell’UHC/Healthier Population Cluster dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per l’Africa.
“L’Africa ospita attualmente il 28 per cento dei bambini in sovrappeso al di sotto dei cinque anni. Ciò è causato da comportamenti alimentari non salutari, dalla mancanza di attività fisica e da altri fattori”, continua Onyango.
Triplicato il numero di obesi in Africa
Il Paese africano che ha il numero maggiore di obesi è l’Egitto. Secondo NCD-RisC (dati 2022) è obeso il 59 per cento delle donne e il 32,5 per cento degli uomini.
Nel 1990 l’obesità colpiva il 26,9 delle donne e il 13 per cento degli uomini. I dati riguardano gli adulti sopra i 20 anni che in tre decenni sono più che triplicati.
Segue il Sudafrica che, nel 2022, ha contato l’obesità femminile al 47,3 per cento (nel 1990 era al 25,9). Gli uomini sono invece passati dal 4,2 per cento nel 1990 al 14,5 del 2022.
Negli ultimi decenni è notevolmente aumentato il consumo di cibi e bevande zuccherati ma anche di fast food ricchi di grassi saturi. A questi si aggiungono gli snack, le salse e l’aumento della quantità di sale. Il maggiore consumo di fast food è causato dall’aumento di reddito della classe media che permette di mangiare fuori casa, soprattutto nei grandi centri urbani.
Un’occasione che hanno preso al volo gli imprenditori locali. Tra questi Chicken Republic fondato in Nigeria nel 2004 che in tutto il Paese e in Ghana ha circa 150 ristoranti. Kilimanjaro, sempre in Nigeria nato nel 2004 è una catena di fast food con caratteristiche di cibo locale nigeriano con una cinquantina di ristoranti.
Aumento delle malattie non trasmissibili
Secondo l’OMS le persone obese sono più a rischio di sviluppare gravi condizioni di salute come il diabete 2 e malattie cardiache. L’obesità favorisce anche alcuni tipi di cancro, tra cui quello al seno, al colon, all’esofago, al pancreas e al fegato. Da tener conto anche dell’isolamento sociale e le condizioni di salute mentale correlate.
L’unione fa la forza
Esiste un progetto messo a punto tra OMS e i governi di una decina di Stati dell’Africa meridionale e orientale.
Tra le iniziative a breve scadenza c’è la proposta per l’introduzione di un tassa sulle bevande zuccherate utile a diminuirne il consumo. Poi, limitare il marketing del cibo poco sano per i bambini sotto i cinque anni e rendere facile la lettura sulle etichette dei cibi.
La colonizzazione del pollo fritto
Un colosso americano da 30 mila ristoranti a livello mondiale ha conquistato l’Africa: Kentucky Fried Chicken (KFC) catena di fast food creata dal colonnello Sanders. Specializzato nel pollo fritto, nel 1972 ha aperto il primo punto vendita in Sudafrica e nel 1973 in Egitto. KFC è la catena di fast food che ha avuto maggiore successo nel grande continente: oggi ha circa 1.100 punti vendita aperti. Di questi, 960 sono in Sudafrica.
Gli altri ristoranti KFC li troviamo in 24 Paesi, dallo Zimbabwe al Marocco, dal Madagascar all’Angola, dalla Nigeria a Eswatini dal Mozambico all’Uganda. Ha vinto con la pubblicità che dice: “Leccatevi bene le dita”, che pare piaccia agli africani.
Per un’Africa con un sistema sanitario fragile l’obesità diventa un altro enorme problema.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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