Federica Iezzi
29 giugno 2024
In risposta alla sempre più incalzante escalation lungo il confine libanese, il Canada si sta preparando per quella che potrebbe essere la sua più grande operazione di evacuazione, volta a salvaguardare circa 45.000 cittadini canadesi attualmente residenti in Libano.
E’ quanto discusso dal ministro degli esteri canadese, Mélanie Joly, con la sua controparte israeliana, Israel Katz. Joly ha informato Katz che Ottawa ha già inviato forze militari nella regione, sottolineando la serietà con cui il Canada vede la potenzialità di un conflitto.
Le misure di pianificazione adottate nei confronti dei cittadini canadesi in Libano non sono cambiate di recente. Le stesse misure sono in vigore dall’inizio delle tensioni al confine meridionale del Libano.
Katz, a sua volta, con il consueto vocabolario ispirato alla propaganda dell’odio, ha esortato il Canada a esercitare pressioni diplomatiche sull’Iran, il principale sostenitore di Hezbollah, per prevenire un’ulteriore progressione delle ostilità.
Sebbene i piani per l’evacuazione dei canadesi dal Libano siano ben avviati, non è ancora chiaro se siano in corso preparativi simili per i circa 35.000 cittadini canadesi residenti in Israele.
Il Kuwait, seguendo la rotta delineata dal Canada, sta esortato i suoi cittadini a lasciare il Libano. Così come anticipato dal Canada, in uno sviluppo correlato, il ministero degli esteri del Kuwait ha rinnovato il suo appello ai cittadini per evitare di recarsi in Libano, a causa degli sviluppi relativi alla sicurezza regionale.
L’accresciuta tensione fa seguito all’approvazione, da parte dell’esercito israeliano, di piani operativi per un attacco su larga scala in Libano. In risposta, Hassan Nasrallah, leader della milizia sciita, ha minacciato di combattere contro lo Stato israeliano “senza restrizioni né limiti”.
Qualsiasi decisione irresponsabile, da parte del regime occupante israeliano, potrebbe far precipitare la regione in una nuova guerra, la cui conseguenza sarebbe la distruzione di ampie aree lungo il confine tra il Libano e le alture del Golan in Siria, occupate illegalmente da Israele dal 1967 (RES/497 – 1981).
Amos Hochstein, inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, avrebbe avvertito Beirut che se Hezbollah non cessa i suoi attacchi al nord di Israele, potrebbe affrontare un’operazione israeliana limitata, sostenuta dagli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti stanno cercando di raggiungere un accordo tra Israele e Libano, che comporterebbe il ritiro di Hezbollah dalle zone contese e il riposizionamento oltre il fiume Litani, a circa 30 chilometri a nord del confine. Per il momento, Hezbollah ha rifiutato l’opzione e insiste sulla difesa transfrontaliera, contro Israele, fino ad un completo cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza.
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha lanciato l’allarme, avvertendo che il rischio di estensione del conflitto in Medio Oriente è reale e criticando la retorica belligerante di Israele e Hezbollah.
Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
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