Gaza: oltre due milioni di persone stanno morendo di fame

2
751

Speciale per Africa ExPress
Alessandra Fava
Giugno 2024

Gaza sta morendo di fame. Lo scriviamo da mesi. Già a febbraio si prevedeva che mancasse del cibo. Siamo a luglio. OXFAM calcola che manchi cibo al 96 per cento della popolazione. L’organizzazione la cataloga come “malnutrizione acuta” e riguarda ora 2 milioni e 150 mila persone.

Israele ha un po’ aperto i rubinetti facendo entrare alimenti diretti a nord, ma a sud, al varco commerciale di Kerem Shalom, i cronisti contano più di mille TIR di aiuti fermi sotto il sole e in fase di controllo. Il poco che entra è saccheggiato dalla popolazione, esasperata per le condizioni disumane in cui è costretta a vivere, e/o dalle gang di Gaza. Non è chiaro – sottolinea la BBC – se i cartelli della criminalità organizzata siano affiliati ad Hamas o ai clan gazawi.

Gente in fila per ritirare cibo

La BBC riporta che secondo il coordinatore degli Affari commerciali dell’agenzia delle Nazioni Unite, OCHA, Georgios Petropoulos, la scorsa settimana in una sola giornata siano stati rubati tre quarti delle merci in entrata a Gaza. E si continuano a registrare bambini morti per fame . Gli ultimi tre a Beit Lahiya nel nord della Striscia. Così al 26 di giugno il governo di Hamas calcola che i decessi siano saliti a 37.718.

https://www.bbc.com/news/articles/cv22ymmp46ro

Israele dichiara che i varchi sono aperti ma la merce non entra. A Gaza mancano sia l’acqua sia la benzina. Il carburante serve per distribuire gli aiuti ma anche per soccorrere i feriti dopo i bombardamenti. Da Gaza non escono neppure i malati. Secondo Rik Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per l’enclave palestinese e la Cisgiordania, da Gaza andrebbero evacuate almeno diecimila persone per cure mediche urgenti: si tratta di vittime di guerra o di malati gravi. “Abbiamo bisogno di più percorsi per l’evacuazione di emergenza medica: vorremmo vedere Kerem Shalom e altri valichi aperti”, ha commentato Peeperkorn.

A Gaza manca l’acqua potabile (fonte Ocha)

Per altro continuano i bombardamenti nella zona sud di Rafah ma anche in altre aree, mentre il governo Netanyahu prevede di proseguire fino alla sconfitta finale di Hamas.

Per quanto riguarda gli ostaggi, non si fermano le manifestazioni a Tel Aviv e in altre città israeliane, dopo la minaccia di aprire un secondo fronte contro Hezbollah in Libano. Secondo fonti americane, gli ostaggi sopravvissuti a Gaza sarebbero una cinquantina.

E mentre in Europa si susseguono manifestazioni contro il traffico di armi, come quella del 25 luglio a Genova, Al Jazeera mostra prove di forniture di razzi ed esplosivi ad Israele da parte di un’azienda indiana, proprio per la guerra a Gaza. Il Solidarity Network Against the Palestinian Occupation (Rescop), con sede in Spagna, ha monitorato un cargo Borkum, bloccato a maggio nella penisola Iberica, dopo aver caricato esplosivi a Chennai in India. Stesso viaggio e stesso tragitto per il Marianne Danica.

A Gaza avrebbero trovato un missile esploso con la scritta: made in India. E in effetti l’azienda indiana Premier Explosives Limited T Chowdary, avrebbe ammesso con gli azionisti forti incrementi di esportazioni verso Israele negli ultimi mesi. Al Jazeera sostiene che sia coivolta nel traffico anche Adani Elbit Unmanned Aerial Vehicles Complex (UAV) di Hyderabad, una joint-venture tra l’Adani Defence & Aerospace, il ramo difesa dell’azienda Adani Enterprises, e l’israeliana Elbit Systems.

Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza al numero +39 345 211 73 43 e ti richiameremo. Specifica se vuoi essere iscritto alla Mailing List di Africa Express per ricevere gratuitamente via whatsapp le news del nostro quotidiano online.

Altri articoli sulla guerra a Gaza li trovate qui

2 COMMENTS

  1. Forse si dimentica che Gaza e la Palestina avevano un governo democraticamente eletto nel 2006, e che solo il suo mancato riconoscimento da parte occidentale ha portato a favorire il risultato desiderato da Israele: la divisione politica dei palestinesi. Da allora a Gaza governa il partito che vinse le elezioni, piaccia o non piaccia. E cosa deve fare una popolazione soggetta a ciò cui è soggetta Gaza da allora, e soprattutto oggi, se non affidare a ciò che resta del suo governo la gestione e distribuzione degli aiuti? Deve lasciarla a chi ne farebbe facilmente un uso criminale attraverso un mercato nero totalmente disumano? Quali migliori garanzie di equità e di contrasto alla malavita potrebbero dare agenzie diverse, se non si appoggiano ad un potere riconosciuto dalla popolazione? Che utilità ha demonizzare ed incolpare ancora una volta i palestinesi delle loro disgrazie, quando è evidente che esse da decenni derivano dalle politiche dei loro oppressori, con la nostra complicità?

    • Abbiamo scritto più volte che Hamas ha vinto le elezioni riconosciute libere e democratiche dalla comunità internazionale.
      Grazie del feedback

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here