12 giugno 2024
Ieri alle 05.30, appena tornato a casa dalla moschea dopo la prima preghiera del mattino, è stato arrestato l’ottantenne El Hadj Mousbila Sankara, zio di Thomas Sankara, ex presidente del Burkina Faso, assassinato nel 1987: il visionario che aveva sognato di affrancare il suo Paese dalla dipendenza del neocolonialismo.
Gli agenti dell’ANR (Agence Nationale de Renseignement), uomini dell’intelligence burkinabé, si sono presentati a casa dell’anziano signore, chiedendogli di seguirlo. I parenti, attoniti e increduli, hanno giusto potuto consegnare i medicinali al congiunto, perché potesse continuare a curarsi.
Prima di portare via il vecchietto, gli agenti hanno rassicurato i parenti che sarebbe tornato non più tardi alle 2 del pomeriggio, ma dal momento del suo arresto senza accuse, i congiunti non hanno più avuto sue notizie.
Il motivo del suo arresto – senza accuse ufficiali – sembra evidente. A metà maggio El Hadj Mousbila Sankara, ex sindacalista, aveva scritto una lettera aperta al presidente di fatto della giunta militare di transizione, Ibrahim Traoré, criticando la gestione del Paese e invitandolo a risolvere alcuni dei problemi più impellenti. La critica investe il mancato rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori e la repressione delle libertà di pensiero e di espressione.
Si sa, i golpisti non amano le critiche, nemmeno se queste provengono da un anziano saggio, molto attivo durante la rivoluzione sankarista.
Dalla fine di maggio non si hanno più notizie di Arouna Louré, un medico anestesista, nonché attivista del movimento Assemblement pour le Salut National (RSN), un gruppo di intellettuali, giornalisti e militanti politici, molto critici nei confronti dell’attuale governo. Come riporta RFI, il medico sarebbe stato avvicinato da alcuni uomini in abiti civili mentre si stava spostando da un ospedale a un altro.
Nel settembre 2023, Louré è stato uno dei primi ad essere arruolato forzatamente nell’esercito per tre mesi, dopo aver espresso pubblicamente le sue opinioni sull’attuale regime.
Africa ExPress
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Che vergogna! E un brutto segno quando te la prendi con un ottantenne!
Il neoolonialismo è un dato di fatto in Africa. Mali-Niger-Burkina sono paesi che hanno preso una decisione molto importante. È ancora molto presto per dire come andrà, ma vi assicuro che tra Africani e intellettuali Africani come me è una svolta interessante. Peccato che Africa-Express assume in questo articolo quella solita visione occidentalo-centrica di molte redazioni che non riescono a guardare l'Africa dall'Africa ma continuano a guardarlo dall'occidente e a servizio di interessi occidentali. Quando scrive "secondo RFI..." scuoto la testa con delusione. Africa Express deve indagare i fatti in maniera più approfondita, all'occorenza mandare i suoi giornalisti sul posto, altrimenti è costretta ad attingere dalle solite fonti, e la narrazione non cambierà mai. L'Africa è molto cambiata. Le coscienze sono molto evolute verso una sempre più grande voglia di riscatto, riscatto dai soliti dirigenti guidati da fuori che hanno fatto tutto tranne l'interesse dell'Africa, riscatto da una certa narrativa stereotipata, occidentalocentrica. La mia andrebbe considerata una critica molto costruttiva nei confronti di una redazione che stimo. Abbiamo bisogno di voci nuove, indipendenti, coraggiose. Altrimenti diventa la "solita cosa". Grazie e complimenti per il lavoro che state svolgendo.
Grazie Rene,
Io ho girato tutta l'Africa. Ho visitato 46 Paesi. Alcuni li conosco meglio degli altri. Per anni ho seguito i combattenti per la libertà che si sono poi trasformati in feroci dittatori. L'Africa è un continente dalle mille contraddizioni. Che bella la festa per l'indipendenza del Sud Sudan e quella di un po' di anni prima ad Asmara quando è entrato il "liberatore" Isayas Afeworky. Per non parlare di Laurent Kabila a Kinshasa. Ero lì quando è arrivato. Quante speranze il Nigeria negli amici del MEND. Ne ho parecchie di queste storie. L'Africa mi ha dato troppe delusioni e ora cerco di osservarla non con gli occhi di un amante tradito ma di un amico che le vuole bene, senza credere ciecamente a quel che promette.