Sandro Pintus
4 giugno 2024
Le Forze di difesa e sicurezza mozambicane (FDS) e i militari ruandesi (RDF) hanno attaccato le posizioni jihadiste nel nord del Mozambico. Le operazioni sono durate tre giorni, dal 26 al 29 maggio e secondo il presidente mozambicano Filipe Nyusi “… i terroristi sono stati ‘pestati'”, Decine e decine sono rimasti sul terreno e molte attrezzature sono state catturate”, riporta l’Agenzia portoghese LUSA .
Per il momento sono stati trovati sette jihadisti morti di Is-Mozambico (ex Al Sunnah wa-Jammà) trafitti dai proiettili. I militari mozambicani stanno cercando gli altri terroristi. L’offensiva anti jihadista è stata condotta nei villaggi di Limala e Mbau, nel distretto di Mocímboa da Praia, e Nova Familia, in quello di Nangade, a sud e sud-ovest di Palma.
È l’ultima operazione, in ordine di tempo, delle truppe ruandesi e mozambicane aiutate dai paramilitari della Força local, volontari a difesa dei villaggi. Succede dopo l’assalto jihadista del 10 e 11 maggio scorsi al quartier generale di Macomia.
Una settimana dopo l’assalto a Macomia è arrivata la rivendicazione dello Stato islamico su Al-Naba, il suo strumento di propaganda jihadista. “Abbiamo attaccato la città da diversi punti dopo aver battuto l’esercito mozambicano all’interno e all’esterno della città e interrotto le vie di comunicazione”.
Il gruppo ribelle descrive i risultati dell’azione con tanto di immagini e grafica. “Controlliamo la maggior parte della città e i cristiani sono fuggiti. Abbiamo sequestrato grandi quantità di armi e munizioni; bruciato le baracche dei militari; ammazzato una quindicina di persone”.
“Abbiamo sequestrato le attività commerciali dei cristiani e distribuito i prodotti ai musulmani residenti. Abbiamo catturato 12 auto e distrutto due blindati”. La propaganda termina con i saluti “…agli uomini dello Stato islamico e ai loro orgogliosi cavalieri. Specialmente quelli dello Stato mozambicano (Is-Mozambico, ndr).
I jihadisti di Is-Mozambico aspettavano da mesi il ritiro dei militari della Missione in Mozambico della Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale (SAMIM). Avrebbe dovuto fermare la guerriglia islamista a Cabo Delgado, nell’estremo nord del Mozambico.
Il prossimo termine della missione (ufficialmente a metà luglio) e soprattutto la partenza dei 1.500 militari del contingente sudafricano hanno lasciato mano libera ai jihadisti.
L’attacco di Macomia conferma la continuazione dell’attività jihadista “organizzata” di Is-Mozambico a sud della penisola di Afungi, sede dei cantieri TotalEnergies.
Ricordiamo il sanguinoso massacro jihadista nel marzo 2021, nella città di Palma, capitale degli enormi giacimenti di gas occupata dai miliziani per una decina di giorni.
Il governo mozambicano non ha mai divulgato il numero dei morti. L’indagine del giornalista inglese Alex Perry conferma 1.411 morti, 330 dei quali decapitati dai jihadisti. L’occupazione di Palma ha dato il via alla missione SAMIM.
Le truppe SAMIM verranno sostituite da altri militari del Ruanda. Durante la missione SADC i militari ruandesi, contattati direttamente dal presidente Nyusi, si sono occupati della bonifica e messa in sicurezza dei cantieri TotalEnergies nella penisola di Afungi. È un progetto da 20 miliardi di dollari fermo dal 2021 che, nonostante le richieste del presidente mozambicano, TotalEnergies non ha ancora deciso di riaprire.
A Cabo Delgado sono attesi altri 2.000 militari ruandesi oltre ai 2.000 già presenti. I jihadisti cercano di riprendersi il territorio lasciato scoperto dalle truppe dei Paesi SADC e ISIS ripete: “Abbiamo sconfitto i militari della missione SAMIM”. Una sfida diretta a Maputo.
Sandro Pintus
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