Speciale per Africa ExPress
Alessandra Fava
16 maggio 2024
Ferruccio Sansa, consigliere regionale all’opposizione, è stato candidato alla presidenza della Regione nel 2020 con la coalizione di cui fanno parte Pd, Movimento 5Stelle, Linea Condivisa, Europa Verde-Demos-Centro democratico. Al presidente Toti non ha mai risparmiato critiche e ha presentato centinaia di interrogazioni http://iterc.regione.liguria.it/ElePropCons.asp?pagina=21
Sansa è stupito dall’arresto ai domiciliari del presidente della Regione Giovanni Toti?
“Macchè. Sono tre anni e mezzo che dico queste cose e spesso in solitudine completa. Anche la nostra parte politica diceva di lasciar perdere. Ho fatto un centinaio di post su Facebook e decine di interrogazioni. Tutto è nato anche dall’idea che queste forme di finanziamento hanno creato un furto di democrazia in Liguria”.
Nel 2020 lei era lo sfidante di Toti per il centro sinistra. Come ricorda quel periodo oggi sotto la lente della magistratura?
“Per la campagna elettorale io avevo 50 mila euro a disposizione, derivanti soprattutto da soldi messi da me. Mentre Toti, il mio avversario, circa 2 milioni di euro. Quaranta volte tanto e questi erano finanziamenti che provenivano dalle fonti che ora spuntano dall’indagine: porto, grande distribuzione, sanità privata. Questi sono i primi filoni che lo hanno sostenuto, che poi sono quelli legati per lo più a privati, che lui ha favorito una volta vinte le elezioni. In pratica ha aiutato da presidente coloro che hanno finanziato la sua campagna elettorale”.
Claudio Scajola dice oggi che il problema in Italia sono i finanziamenti alla politica, ma dall’inchiesta esce un quadro che va al di là dell’imprenditore con simpatie politiche che appoggia un politico vicino alle sue idee…
“Il problema in Italia è che c’è una zona grigia tra politica e impresa e i rapporti non sono chiari. Non si capisce se alla fine governa la politica o finanziatori della politica e se gli interessi che vengono fatti da chi amministra sono quelli dei cittadini o di coloro che hanno erogato i fondi”.
Con l’aggravamento che dalle carte escono anche voti di scambio con la mafia siciliana, per cui i votanti per Toti, secondo le accuse, avevano una corsia previlegiata per avere le case popolari. Che cosa ne pensa?
“Penso che in una regione come la Liguria, che ha fortissime infiltrazioni mafiose al centro di moltissime indagini degli ultimi anni, sia una follia affidarsi a chi ti offre centinaia di voti”.
Anche a lei hanno offerto qualcosa in campagna elettorale?
“A me non hanno offerto né soldi, né finanziamenti perché non avrei restituito i favori e non mi interessava”.
Che cosa succede ora in Regione?
“Toti si deve dimettere. Ieri parlavo con dirigenti della Regione e dicono che in settori chiave come la sanità si rischia il collasso. Non c’è tempo. Una regione come la Liguria non ha tempo. Siamo una regione senza testa e non si può lasciare un vuoto decisionale. E il problema non è solo l’ente regionale ma anche il Comune: il sindaco Marco Bucci che non è indagato, andava a braccetto con tutti gli indagati. Quindi è delegittimato anche il sindaco e ha una responsabilità politica, perché è lui ad aver scelto Signorini per i vertici di Iren (società di servizi che produce e distribuisce tra l’altro energia elettrica, ndr). Vedo che i liguri sono disorientati. Spaesati. Bisogna agire”.
Se si andasse a elezioni, nel centro-sinistra ci sono energie e idee per ripartire?
“Ora bisogna tagliare tutti i ponti con gli ambienti con cui anche in passato il centro sinistra ha avuto a che fare e tentare di costruire una Liguria completamente nuova. Dobbiamo ricostruire un patto con i cittadini tagliando tutti i legami con Spinelli e gli altri”.
Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA
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