Africa ExPress
25 aprile 2024
La Repubblica del Congo ha denunciato un’epidemia di mpox, il vaiolo delle scimmie. Da gennaio a oggi sono stati registrati 59 casi, 19 di questi sono stati confermati dal laboratorio nazionale della Sanità pubblica. L’infezione si è diffusa in cinque dipartimenti, tra questi anche nella capitale Brazzaville. Il ministro della Sanità, Gilbert Mokoki, ha rassicurato la popolazione che al momento attuale nessun paziente colpito dal virus è morto.
Mokoki ha chiesto ai congolesi massima prudenza: evitare contatti con casi sospetti affetti dal virus, mantenere la dovuta distanza dagli animali e di evitare assolutamente di maneggiare la carne di selvaggina a mani nude.
I primi casi dell’infezione sono stati accertati già a metà marzo. In tale occasione il ministero della Sanità aveva sottolineato che la patologia può essere trasmessa anche per via sessuale, fatto reso noto per la prima volta dall’OMS lo scorso anno. Allora nella vicina Repubblica Democratica del Congo si erano verificati casi confermati di mpox causati da rapporti sessuali.
Nell’uomo l’mpox inizia con sintomi aspecifici (febbre, mal di testa, brividi, astenia, ingrandimento di linfonodi e dolori muscolari). Entro tre giorni compare un’eruzione cutanea che interessa dapprima il viso, per poi diffondersi a altre parti del corpo, mani e piedi compresi.
La maggior parte delle persone infette guarisce senza cura. Il trattamento è generalmente sintomatico e di supporto. Alle persone che presentano una malattia severa o con una compromissione del sistema immunitario può essere prescritto un antivirale noto come tecovirimat (TPOXX). La mortalità è bassa (3-10 per cento), a seconda del ceppo virale.
I virus dell’mpox e del vaiolo sono geneticamente molto simili. Pertanto, i vaccini contro il vaiolo di prima e seconda generazione somministrati in Svizzera fino al 1972 sono considerati ancora parzialmente efficaci contro questa patologia.
Un prodotto immunizzante di terza generazione, MVA-BN (in Europa conosciuto con il nome commerciale Imvanex), – anch’esso sviluppato contro il vaiolo umano – viene prodotto in Danimarca dall’azienda Bavarian Nordic. Tale vaccino è costituito da virus vivi attenuati che non sono in grado di moltiplicarsi e quindi di causare la malattia.
Nel 2022 l’Organizzazione della Sanità (OMS) ha cambiato il nome del vaiolo delle scimmie in mpox, per evitare stigmatizzazioni e razzismo associati al nome.
Il virus della sindrome appartiene alla stessa famiglia del vaiolo, ma ha una minore trasmissibilità e la malattia è meno grave. Il microrganismo è stato identificato per la prima volta nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958 e, secondo l’OMS, individuato nel 1970 nell’uomo nella Repubblica Democratica del Congo. Si tratta di un’infezione zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo). La malattia può anche diffondersi da uomo a uomo. Può essere trasmessa attraverso il contatto con fluidi corporei, lesioni sulla pelle o sulle superfici mucose interne, come la bocca o la gola, goccioline respiratorie e oggetti contaminati.
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