Costantino Muscau
16 aprile 2024
Sisay Lemma cominciò a correre a 17 anni, scalzo. In uno sperduto villaggio dell’Oromia, Stato centrale dell’Etiopia, spostarsi velocemente a piedi nudi non era un modo di imitare i leggendari Abebe Bikila e Kenenisa Bekele. Era una necessità. Né lui né la sua famiglia avevano i soldi per comprargli un paio di scarpe. Comunque, per lui, o con le scarpe o senza scarpe, faceva poca differenza: “Nessun problema – disse tempo fa – cambiava solo lo stile di corsa”.
E in effetti, ora che di anni ne ha 33, Sisay Lemma, è il quarto maratoneta più veloce della storia, da quando dal 3 dicembre scorso quando a Valencia sui 42,195 km segnò il tempo eccezionale di 2h01’48”. E da ieri, lunedì 15 aprile, è il vincitore straordinario della Maratona di Boston numero 128. Che gli ha fruttato 150 mila dollari. Ma questo successo per lui ha anche il dolcissimo sapore della rivincita: ha posto fine, in quella che è la seconda major stagionale dopo quella di Tokyo e una delle sei massime competizioni mondiali, al dominio quinquennale dei runner di Nairobi.
Non solo: ieri mattina (pomeriggio italiano) nella città del Massachusetts l’etiope ha messo in fila tutti gli altri 23 concorrenti della serie élite con una cavalcata solitaria di 30 chilometri. Fermando i cronometri a 2:06.17i.
In particolare, si è lasciato alle spalle il favorito numero 1, il keniano Evans Chebet, 35 anni, vincitore della gara nel 2022 e nel 2023, che mirava a una storica tripletta nella maratona più antica del mondo (prima edizione nel 1897). La gara per tradizione si corre il terzo lunedì del mese di aprile, in coincidenza con il Patriot’s Day, l’anniversario dell’inizio della Rivoluzione degli Usa che cominciò il 19 aprile 1775, con l’attacco delle truppe britanniche vicino a Boston.
Quest’anno la prestigiosa competizione è stata un dominio etiope: al secondo posto si è piazzato, 41 secondi dopo, infatti il suo connazionale Mohamed Esa, brillante 23enne, autore di un incredibile recupero nel rettilineo finale, staccando Chebet e negandogli, appunto, l’ambitissimo tris sul traguardo di Boylston Street, dove nel 2013 un attentato uccise tre spettatori e ne ferì centinaia.
Al dominio etiope, il Kenya ha replicato, e alla grande, con le sue donne. Nella maratona femminile, infatti, Hellen Obiri, 34 anni, ha concesso il bis, dopo la vittoria della scorsa stagione (150 mila dollari anche per lei). La kenyana è fuggita negli ultimi 5km insieme alla connazionale Sharon Lokedi, 30 anni, giunta seconda al traguardo dopo essere stata “trafitta” da uno scatto micidiale di Hellen a mille metri dalla fine. Uno sprint che ha stroncato anche l’altra coriacea, immarcescibile connazionale, già bi-campionessa del mondo, Edna Kiplagat, di ben 44 anni!
Degna risposta del podio targato Kenya a quello di Addis Abeba. Una sfida che rivedremo presto a Londra e in estate alle Olimpiadi di Parigi.
Intanto a proposito di (mezza) maratona, da Pechino giunge una notizia imbarazzante che coinvolge etiopi e keniani, su un filmato diventato virale sui social media mandarini.
Gli organizzatori della gara hanno riferito di essere al lavoro per fare chiarezza su un video in cui tre corridori africani sembrano rallentare il passo a ridosso del traguardo per consentire la vittoria della star cinese He Jie, 25 anni, medaglia d’oro della maratona dei Giochi Asiatici del 2023. La clip della gara svoltasi di domenica ha mostrato i keniani Robert Keter, 35 anni, e Willy Mnangat, l’etiope Dejene Hailu, 21 anni, e il corridore di casa He Jie, poche decine di metri dal traguardo.
I tre corridori africani si sono raggruppati, rallentando, sembra, di proposito, mentre uno di loro ha allungato il braccio verso l’esterno come per segnalare agli altri due di rimanere indietro e di permettere a He di effettuare il sorpasso e di tagliare il traguardo con secondo di vantaggio: per la cronaca 1:03:44 contro 1:03:45 dei secondi sui 21, 0975 km.. L’Ufficio sportivo di Pechino e l’organizzatore dell’evento, il Beijing Sports Competition Management and International Exchange Center, hanno riferito che sono state avviate indagini sulla vicenda e che i cui risultati saranno diffusi il prima possibile.
Qualcuno ha fatto notare che i quattro atleti hanno come sponsor la stessa ditta cinese di scarpette….
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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