Federica Iezzi
Larnaca (Cipro), 6 aprile 2024
Secondo le dichiarazioni di sei ufficiali dell’intelligence israeliana, raccolte in un’esplosiva inchiesta dei canali di informazione di Tel Aviv +972 Magazine e Local Call (Sikha Mekomit, in ebraico), pubblicati da Just Vision, l’esercito israeliano sta utilizzando un programma avanzato di intelligenza artificiale, per guidare gli spietati bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Si chiama Lavender.
Arrivata l’immediata smentita da parte del portavoce militare israeliano, tenente colonnello riservista Peter Lerner, scandendo che le Forze di Difesa Israeliane non hanno designato target umani con un algoritmo di intelligenza artificiale, che viene invece impiegata solo come strumento ausiliario.
“Dov’è papà” è uno dei software di Lavender, sviluppato dall’oscura Unità 8200 – unità militare, delle forze armate israeliane, incaricata dello spionaggio di segnali elettromagnetici ed i elettronici e decrittazione di informazioni e codici cifrati.
“Dov’è papà” ha risolto il collo di bottiglia umano sia per l’individuazione di nuovi obiettivi, sia per il processo decisionale militare che porta a approvazione e successivo abbattimento. La crudeltà del nome spiega esattamente cosa le Forze di Difesa Israeliane intendano per “obiettivi”.
Formalmente, il sistema Lavender è stato progettato per contrassegnare tutti i sospetti elementi dell’ala militare di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese – compresi quelli di basso rango – come potenziali obiettivi di bombardamento. L’esercito israeliano si è affidato quasi completamente a Lavender, che ha individuato fino a 37.000 palestinesi come sospetti militanti. E con essi le loro case. E le loro famiglie.
E’ noto che spesso il sistema contrassegna individui che hanno semplicemente un legame debole con gruppi militanti, o nessun legame. Quanto vicina deve essere una persona ad Hamas per essere considerata, da un freddo, spietato, sterile algoritmo, affiliata all’organizzazione?
Soprattutto durante le prime fasi della guerra, l’élite dell’esercito israeliano diede ampia approvazione agli ufficiali affinché adottassero le liste di uccisione di Lavender, senza alcun obbligo di esaminare e verificare i dati grezzi di intelligence su cui si basavano.
Venivano dedicati solo 20 secondi a ciascun obiettivo prima di puntare il mirino e autorizzare un bombardamento. Per l’uccisione di ogni militante di basso rango era consentito considerare come danno collaterale l’uccisione di 15-20 civili. Nel caso in cui l’obiettivo fosse un alto funzionario di Hamas, con il grado di comandante di battaglione o di brigata, ecco che veniva autorizzata l’uccisione di più di 100 civili. In questo orrore, si rientrava nella definizione di “danni collaterali”.
E’ altrettanto noto che l’esercito israeliano ha preso di mira sistematicamente i presunti militanti mentre si trovavano nelle proprie case – con le proprie famiglie – piuttosto che nel corso di un’attività militare. Agghiacciante è scoprire che spesso l’obiettivo individuale, il soldato del gradino più basso della gerarchia militare, non si trovava nemmeno all’interno della casa colpita, visto che gli ufficiali militari israeliani non verificavano l’informazione in tempo reale. Nel frattempo però lo sterminio della famiglia era compiuto. L’abbattimento dell’edificio, solo per causare distruzione, era compiuto.
E proprio “Dov’è papà” localizza il presunto militante al rientro a casa dalla sua famiglia, dai suoi figli. Alla distruzione poi ci pensa l’assetto degli armamenti ricevuti da Israele dall’Occidente. In testa Stati Uniti, a seguire Germania e Italia, secondo i dati più recenti pubblicati dallo Stockholm International Peace Research Institute.
Cosa ci si attende da un attacco simile? Ci si attende che provochi morti e feriti fra la popolazione civile, danni ai beni di carattere civile che risultano eccessivi rispetto al vantaggio militare concreto.
Per chiudere il cerchio, si aggiunge l’utilizzo di missili non guidati, invece di bombe di precisione assistite da GPS, capaci di massacrare interi edifici senza alcuna distinzione, né proporzionalità. Ecco, siamo di fronte all’intenzionale derisione del Diritto Internazionale Umanitario.
Le Forze di Difesa Israeliane non sono affatto interessate a demolire l’ala militare di Hamas all’interno di strutture militari o mentre impegnata in un’attività militare. Al contrario, sono interessate a sterminare, senza esitazione, l’intera famiglia di ciascun membro, come prima opzione. Nessun codice morale di condotta. L’intelligenza artificiale di Lavender è stata la scappatoia giusta.
Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
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