Marina Piccone
Marzo 2024
Un accordo fra l’Unione Europea e il governo di Kigali “per favorire lo sviluppo di catene di valore durature e resilienti per le materie prime critiche” cioè, i minerali strategici per l’attuazione della cosiddetta economia verde.
Peccato, però, che il Ruanda non li possieda. I preziosi minerali sono invece presenti, in grande quantità, nella vicina Repubblica Democratica del Congo, messa da anni a ferro e fuoco proprio dal regime di Paul Kagame per impossessarsene.
Il protocollo d’intesa, firmato il 19 febbraio, smentisce la stessa Unione Europea che, nel 2012, aveva deciso di sospendere il finanziamento al Ruanda di nuovi progetti di sviluppo in attesa di un chiarimento circa l’implicazione di Kigali nel conflitto che imperversava nell’Est congolese. Un rapporto dell’Onu di quell’anno, infatti, denunciava il sostegno del governo di Kagame al gruppo ribelle M23 che, ancora oggi, è autore di innumerevoli omicidi e soprusi nel territorio della RDC.
Cosa ha provocato il cambiamento di atteggiamento? “È evidente che il Global Gateway, il piano per collegare il mondo con investimenti e partnership lanciato dalla Commissione europea il primo dicembre 2021, permette di superare qualsiasi altra decisione presa in precedenza – risponde Maurizio Gressi, esperto di relazioni internazionali e di diritti umani -. La tappa inaugurale del piano strategico – continua – è stata il pacchetto di investimenti Africa-Europa, con circa 150 miliardi di euro destinati a rafforzare la cooperazione con i partner africani, fra i quali il Ruanda è uno dei privilegiati”.
Il recente sodalizio comporta una mobilitazione di fondi verso il piccolo Stato africano per creare le infrastrutture necessarie. “Il Paese è un attore maggiore a livello mondiale nel settore dell’estrazione del tantalio. Produce anche stagno, tungsteno, oro e niobio e dispone di riserve di litio e di terre rare”, recita il protocollo.
“Un’affermazione che serve a garantire il rispetto della legalità secondo le norme di tracciabilità che l’Europa stessa si è data nel 2021, ma che non risponde a verità”, si legge in un comunicato della Rete Insieme per la Pace in Congo, formata da associazioni e singole persone, una delle tante voci che si sono levate in questi giorni contro l’iniziativa della Ue. “Il Ruanda, infatti, – continua il comunicato – non dispone di quantità significative di questi minerali e ne è diventato grande esportatore solo grazie alle guerre che ha provocato a ripetizione in Congo a partire dal 1996, sempre attraverso interposti movimenti”.
“Dall’est del Congo, con la complicità di responsabili corrotti a vari livelli – c’ scritto nel documento – esce un profluvio di oro, coltan, cobalto e terre rare che entra in Ruanda e altri Paesi confinanti ad est. Tutto questo a prezzo di morti, violenze di ogni genere, sfollati e furti di beni di una popolazione la cui colpa è solo quella di vivere in un territorio ambito”.
La notizia dell’accordo è arrivata come un fulmine a ciel sereno proprio quando qualcuno, nel mondo, si stava accorgendo di questo conflitto, riaccesosi da due anni, e appena dopo che il popolo congolese aveva ingoiato a fatica la notizia dei 20 milioni attribuiti dall’Ue al regime ruandese, a fine 2022, per il sostegno alle sue forze presenti in Mozambico. “Se l’obiettivo dell’intesa, come dichiarato dal Parlamento europeo in risposta alle tante critiche emerse, ‘è accrescere la tracciabilità e la trasparenza e rafforzare la lotta contro il traffico illegale di minerali’, non era forse più opportuno sanzionare il Ruanda anziché stipulare contratti proprio sui frutti della rapina in atto?”, è la domanda della Rete Ipc.
“Persino i ragazzini delle scuole elementari sanno che il Ruanda non possiede minerali – commenta padre Giovanni Piumatti, missionario nel Nord Kivu per 50 anni -. Ne sono consapevoli tutti perché vedono con i propri occhi i traffici del governo di Kigali, un ladrocinio fatto alla luce del sole”.
“Insieme per la Pace in Congo – esprime con forza la richiesta all’Unione Europea di tornare sui propri passi e anche di – considerare attentamente la situazione interna del Ruanda, dove c’è un altissimo livello di sofferenza repressa. Le tragedie passate, come il genocidio del 1994, di cui il regime ruandese si accinge a commemorare il trentennale, non devono chiudere gli occhi su ciò che ormai è denunciato apertamente da molte serie inchieste e dall’Onu stesso, fin dal Rapporto Mapping dell’ottobre 2010”.
Marina Piccone
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Articolo molto superficiale che non fa altro che addossare i profondi problemi del Congo al Ruanda anziché all’incapacità dei congolesi di governare il loro immenso territorio si certo ricco di tante materie prime ma depredati in primis dal loro governo che li ha già svenduti all’occidente.
Cara MarnaPiccone , se il Rwanda confina col Kivu ricco di tante materie preziose, perche’ non dovrebbero esserci anche oltre il confine Ruandese? Fior fior di geologi hanno dimostrato quanto il sotto suolo ruandese sia ricco di tanti beni preziosi che la colonizzazione belga aveva ignorato essendosi concentrati sullo sfruttamento dei minerali congolesi ma ora il governo ruandese laborioso sta in estendendo nella loro estrazione, perché ciò non dovrebbe essere legittimo?
Anziché gridare allo scandalo per l’ottimo lavoro del governo Ruandese che riesce a firmare accordi importanti con l’UE e tutto il mondo, perché il governo congolese non si mette a lavorare seriamente per il suo popolo invece che riproporre scenari genocidari già vissuti sulla sua popolazione minoritaria Tutsi che abitano da sempre nel Kivu i quali hanno dovuto costituirsi il movimento M23 per difendersi e proteggersi? Il Rwanda così come l’ha dichiarato all’Onu, all’Unione Africana e tutti gli organismi internazionali non ha nulla a che vedere con M23, chi ne ha le prove li fornisse, le chiacchiere stanno a zero.
Cara Francoise, io sono stato parecchie volte in Ruanda e in Kivu, Ho intervistato e parlato con Bishop Runiga, allora capo dell'M23 (a proposito che fine ha fatto?), e intervistato e parlato a lungo con l'affascinante Laurent Nkunda,che mi piacerebbe incontrare ancora.Lo sai vero che è rifugiato in Ruanda? Hai ragione quando dici che il governo del Congo, come sappiamo corrotto fino al midollo, ha una parte di responsabilità nella spoliazione delle miniere congolesi.
Ho parlato diverse volte anche con Paul Kagame della questione e anche lui sa che ci sono grossi problemi,
Che il minerale passi dal Congo al Ruanda non ci sono dubbi. Basta percorrere la strada da Giseny a Ruehengeri per imbattersi in grossi camion carichi a dismisura.
Che la popolazione tutsi sia vessata in Congo è un grosso problema (e non parlo solo dei babyamulenge originari del sud Kivu, ma anche dei Lendu per esempio). Resta il fatto che l'accordo tra Europa e Congo è piuttosto... diciamo curioso.
Per favore giraci i link degli studi dei geologi secondo cui il sottosuolo ruandese è "ricco di tanti beni preziosi" perchè non li conosciamo.
A sua tempo sono stato il primo a entrare a Mugunga camp, tra la fuga degli hutu e l'arrivo del AFDLC, e ho messo le mani sull'archivio del governo di Habyarimana i cui capi appunto si erano rifugiati a Mugugna (nel sottocampo di Lac Vert).
I legami tra M23 e Ruanda sono chiari e provati, ciò non toglie che la questione è assai complicata,
A te il sito ruandese dei minerali estratti:
https://rdb.rw/export/export/products-directory/mining-sector/#:~:text=Rwanda's%20mineral%20resources%20include%20Cassiterite,firewood)%2C%20gold%20and%20Nickel.
Perdonami posso sapere il tuo nome visto che non si desume dal tuo nickname? Quand’e’ l’ultima volta che sei stato in Rwanda? I fatti che riporti sono talmente vecchi che occorre aggiornarli: il Rwanda ha cessato da molto tempo qualsiasi rapporto con M23, ci sono fior fior di missioni dell’ONU, UA ora SADC che vigilano sulla neutralità del Rwanda rispetto al Congo, ne va della pace del Rwanda; ora i congolesi devono lavorare e investirsi appieno per la pacificazione del loro paese.
Oggi il Ruanda si sta sobbarcando più di 100.000 profughi congolesi ruandofoni, hanno diritto di non subire il genocidio che noi altri abbiamo subito nel 94! Voi che avete la possibilità di approfondire i fatti dovete farlo con la massima serietà e onestà intellettuale per evitare un altro genocidio nel Kivu, lo capite? Sono molto rammaricata vedervi più interessati ad uno stupido accordo commerciale tra la vostra cara Unione Europea e il Rwanda ( che ne facoltà) che i morti di Tutsi congolesi, ma vi rendete conto? C’è’ un genocidio in atto e voi non ne avete minimamente menzionato! Mi sembra di rivivere il ‘94 quando durante il genocidio dei miei sentivo parlare al tg di tutt’altro, dei mondiali di calcio e ogni tanto di una guerra tra i selvaggi, fino a sentire Francois Mitterand, l’allora presidente francese che finanziava il governo genocida dichiarare: “un genocidio in quei paesi non è importante”, ecco forse per voi è proprio così…
E veramente triste sentire certi commenti così indegna,vergognoso e spudorato che sotto suolo ruandese ci sia beni preziosi da quando ? E quando è stato scoperto? Chi sono i geologi chi hanno scoperto ricchezze di sotto suolo ruandese? È veramente vergognoso vedere l’unione europea chi si impegnano a un Accordo Scandaloso epocale….da quando Dio a creato il mondo nel sotto suolo ruandese non è mai uscita dei minerali preziosi non c’è mai stata nella storia e non ci sarà mai. I Congolesi corrotti ce ne sono e ci saranno sempre ma la loro terra non sarà più alla disposizione di ruanda per soddisfare i capricci dell’UE e veramente scandaloso l’UE devono annullare un accordo Scandaloso.
Interessante la foto con minatori del Ruanda con tuta, guanti e caschetto nuovi e mai usati ... purtroppo la realtà delle attività minerarie in paesi emergenti è assai diversa ... comunque è solo una foto