Sudan guerra di tutti contro tutti: forze speciali ucraine combattono con l’esercito contro i mercenari russi

I contractor di Mosca sostengono le RSF (Rapid Support Forces, gli ex janjaweed) che hanno ricevuto supporto logistico dall'Italia. In ballo le miniere d'oro

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
26 marzo 2024

Le forze speciali di Kiev si sono spostate in Sudan, a ben 6000 chilometri dall’Ucraina, per combattere il nemico numero uno del loro Paese: i russi, i mercenari della società Wagner, presenti nell’ex protettorato anglo egiziano dal 2017.

Mercenari russi delle Wagner catturati dalle forze speciali ucraine in Sudan

I contractor di Mosca supportano le RSF (Rapid Support Forces, gli ex janjaweed), capitanate da Mohamed Hamdan Dagalo, meglio noto come Hemetti, mentre il de facto presidente e capo delle forze armate (SAF), Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan, gode da alcuni mesi dell’appoggio delle forze dell’intelligence militare di Kiev.

Secondo un recente articolo del Wall Street Journal, l’estate scorsa al-Burhan avrebbe chiesto aiuto al suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, per contrastare i paramilitari delle RSF. Kiev ha accolto l’appello, non solo perché Khartoum ha fornito armi all’Ucraina subito dopo l’invasione dei russi nel 2022, ma soprattutto per arginare l’influenza di Mosca in Africa.

Le RFS controllano parte del territorio sudanese, in particolare zone dove si trovano le miniere aurifere.

Va ricordato che anche l’Italia ha dato supporto logistico alle RSF. Nel gennaio 2022 il colonnello Antonio Colella, del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) si era recato a Khartoum, dove ha incontrato Hemetti, allora vicepresidente del Consiglio sovrano. Africa ExPress e il Fatto Quotidiano avevano reso noto l’incontro in un loro articolo.

Già a settembre dello scorso anno la CNN  aveva dato notizia del trasferimento di materiale bellico da Kiev verso l’ex protettorato anglo-egiziano e operazioni effettuate con droni che avrebbero colpito postazioni delle RSF. Mentre i primi di novembre, il Kyiv Post, principale quotidiano ucraino in lingua inglese, aveva pubblicato un video nel quale si vedono unità speciali della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino (HUR), filmato condiviso anche in un articolo di Africa-ExPress.

Pochi giorni fa la LCI (canale televisivo all news francese) ha presentato un documento in esclusiva con interviste e filmati delle forze speciali ucraine in Sudan, presenti nel Paese dall’agosto scorso. Combattono i mercenari di Wagner e le RSF, accanto all’esercito sudanese. Ma vogliono soprattutto destabilizzare l’attività russa e arginare l’estrazione dell’oro nelle miniere controllate da Wagner. “Il Sudan è diventato un importante punto di transito logistico nella regione, con infrastrutture sul Mar Rosso. Dunque per Wagner è semplice prelevare ogni sorta di risorsa naturale e trasportarla attraverso il Sudan per finanziare le proprie attività e la guerra in generale”, ha spiegato un soldato ucraino dell’intelligence militare.

Durante svariate operazioni, i soldati ucraini hanno ucciso diversi mercenari di Wagner, mentre altri sono stati fatti prigionieri. Gli uomini di Zelensky addestrano inoltre le truppe sudanesi. “I militari di Kiev hanno acquisito molta esperienza, sono pronti a trasmettere le proprie competenze a altri Paesi”, ha sottolineato un militare dei servizi speciali intervistato dall’emittente LCI.

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La sanguinosa guerra, iniziata poco meno di un anno fa e ignorata quasi completamente dalla comunità internazionale, continua a mietere vittime. Secondo le Nazioni Unite sono stati uccisi 12.000 civili entro la fine del 2023 (anche se si ritiene che il bilancio reale delle vittime sia molto più alto) e quasi la metà dei 49 milioni di abitanti del Sudan ha bisogno di aiuti umanitari. I combattimenti continuano e la sopravvivenza è sempre più difficile. La popolazione è costretta a fuggire dalle proprie case. Gli sfollati sono ben oltre 10 milioni e lo spettro della carestia si avvicina sempre di più.

Edem Wosornu, direttore delle operazioni dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), ha sottolineato mercoledì scorso: “Il Sudan è uno dei peggiori disastri umanitari a memoria d’uomo”.

Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
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4 COMMENTS

  1. Ma se i russi fanno affari in Africa mi spiegate perché sarebbero da condannare? Cosa stanno facendo di diverso dallo sfruttamento coloniale che per decenni hanno fatto le democratiche potenze occidentali? Chiedo giusto per capire l’ entità dei due pesi e delle sue misure

    • Non credo che usiamo due Pesi e due misure. Come critichiamo il comportamento dei colonialisti occidentali, critichiamo quello dei nuovi coloni, russi, cinesi e anche indiani.
      I due pesi e due misure ci sarebbero se fossimo indulgenti con qualcuno. Comportamenti uguali vanno criticati allo stesso modo

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