18 marzo 2024
Il regime militare di transizione del Niger ha revocato con effetto immediato la cooperazione militare con gli Stati Uniti, stipulata tra le parti nel 2012. Le autorità di Niamey hanno poi sottolineato che la presenza dei soldati americani è illegale.
A tutt’oggi Washington ha oltre mille uomini alla Air Base 201 vicino a Agadez, definita dal dipartimento di Difesa USA come “Il più grande progetto di costruzione della storia dell’Aeronautica militare USA”. E’ costata 110 milioni di dollari e la concessione accordata dalle autorità di Niamey dovrebbe scadere proprio nel 2024. Attualmente la base americana in Niger è praticamente inattiva, la maggior parte dei droni, che un tempo monitoravano le attività jihadiste nei Paesi africani instabili, sono stati messi negli hangar.
Il colonnello Amadou Abdramane, in una dichiarazione trasmessa dalla TV di Stato sabato sera, ha detto che l’accordo con gli USA è “ingiusto” e, secondo lui, “è stato imposto unilateralmente attraverso una semplice nota verbale del 6 luglio 2012”. Ha poi aggiunto: “L’arrivo della delegazione americana non ha rispettato le consuetudini diplomatiche”.
Dunque qualcosa stava già bollendo in pentola la scorsa settimana, quando una delegazione di Washington, capeggiata da Molly Phee, Assistente del Segretario di Stato per gli Affari Africani, accompagnata da Celeste Wallander, alto funzionaro del Pentagono, e del comandante di AFRICOM (comando a capo delle operazioni americane in Africa), Michael Langley, si è vista rifiutare l’udienza con Abdourahamane Tchani, presidente della giunta militare di transizione e di fatto capo di Stato del Niger.
Poco dopo il golpe militare dello scorso luglio, Niamey aveva ordinato a Parigi di ritirare le proprie truppe entro il 31 dicembre 2023, ma già a ottobre la Francia ha iniziato a trasferire personale e materiale in Ciad. Ora gli americani rischiano la stessa sorte dei francesi, che hanno dovuto lasciare il Paese in quattro e quattr’otto.
In seguito al putsch, gli USA, e i loro partner europei hanno interrotto la cooperazione con il Niger, che nell’ultimo decennio era diventato uno dei maggiori beneficiari di assistenza alla sicurezza e di aiuti allo sviluppo in Africa.
La delegazione americana si era recata a Niamey per tentare di riaprire un dialogo con il regime militare di transizione sia per quanto riguarda il ritorno all’ordine costituzionale (il presidente destituito Mohamed Bazoum è a tutt’oggi agli arresti domiciliari), sia per mantenere la cooperazione.
Africa ExPress
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