AFRICA

Niger, flop della delegazione USA che non viene ricevuta dal presidente della giunta militare

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
15 marzo 2024

Una delegazione statunitense, capeggiata da Molly Phee, Assistente del Segretario di Stato per gli Affari Africani, accompagnata da Celeste Wallander, alto funzionaro del Pentagono, e del comandante di AFRICOM (comando a capo delle operazioni americane in Africa), Michael Langley, ha incontrato il primo ministro del governo del Niger, Ali Mahamane Lamime Zeine. Secondo quanto riferito da Télé Sahel, ai colloqui erano presenti anche diversi membri del governo e del Conseil national pour la sauvegarde de la patrie (CNSP, regime militare).

Abdourahamane Tchani, capo della giunta militare di transizione in Niger

La signora Phee è già venuta a Niamey tre mesi fa, ma questa volta ha chiesto di incontrare anche Abdourahamane Tchani, presidente della giunta militare di transizione e di fatto capo di Stato della ex colonia francese.

L’incontro con Tchani era previsto per mercoledì, 13 marzo, ma non ha avuto luogo. Gli americani hanno prolungato il loro soggiorno nella capitale nigerina di un altro giorno, con la speranza di essere ricevuti dal presidente. Attesa risultata inutile. La presidenza nigerina non ha fornito nessuna spiegazione per l’annullamento dell’udienza.

Delegazione USA a Niamey con il primo ministro nigerino, Ali Mahamane Lamime Zeine.

Obiettivo della visita in Niger, secondo una nota del dipartimento di Stato, era quello di proseguire i colloqui con le nuove autorità e discutere di partnership nei settori della sicurezza e dello sviluppo. Va ricordato che Washington ha sospeso la cooperazione con il governo militare nigerino subito dopo il colpo di Stato, ma a tutt’oggi gli USA hanno ancora un migliaio di soldati in una base per droni a Agadez, a 500 miglia a nord ovest della capitale Niamey.

Con il nome in codice Air Base 201, è stata definita dal dipartimento di Difesa USA come “il più grande progetto di costruzione della storia dell’Aeronautica militare USA”. E’ costata 110 milioni di dollari e la concessione accordata dalle autorità di Niamey dovrebbe scadere proprio nel 2024.

Dopo il golpe militare, come gli USA, anche i loro partner europei hanno interrotto la cooperazione con il Paese, che nell’ultimo decennio era diventato uno dei maggiori beneficiari di assistenza alla sicurezza e di aiuti allo sviluppo in Africa.

Ora la Air Base 201 è praticamente inattiva, la maggior parte dei droni, che un tempo monitoravano le attività jihadiste nei Paesi africani instabili, sono stati messi a terra. Ma l’amministrazione Biden vorrebbe riprendere le operazioni nella regione che risulta essere uno dei centri globali di attività terroristica.

Agadez, Niger, US Air base 201

A causa del colpo di Stato dello scorso luglio, gli Stati Uniti sono tenuti per legge a sospendere le operazioni di sicurezza e gli aiuti allo sviluppo in Niger, e non possono riprenderli completamente finché non viene ripristinata la democrazia, ma Mohamed Bazoum, l’ex presidente nigerino è a tutt’oggi agli arresti domiciliari.

La giunta ha adottato una linea dura contro la Francia, ex potenza coloniale, costringendola al ritiro delle sue truppe, in loco da quasi un decennio, ma non ha preteso un ritiro analogo alle forze americane.

Recentemente diversi Paesi europei hanno comunque espresso l’intenzione di essere disposti a normalizzare le relazioni con la giunta.

Anche i funzionari americani hanno proposto di ripristinare la cooperazione in materia di sicurezza con il governo nigerino, ma sarà necessario un delicato lavoro sul piano diplomatico,

Sta  di fatto che le autorità militari stanno cercando di cooperare con la Russia, pur mantenendo ancora una cauta distanza dai tentacoli di Mosca, a differenza del Mali e del Burkina Faso, partner del Niger nell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES).

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmil.it
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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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