Sandro Pintus
11 marzo 2024
Si chiamava Luca Falcon, di Verona, è morto in Angola a Soyo, 500 km a nord della capitale. Domenica 3 marzo, verso le 13.00 con la sua moto si è scontrato frontalmente con un camion sulla strada per Luanda.
Luca è morto sul colpo. La moto, completamente distrutta, è la testimonianza visibile del violento scontro.
Non si conoscono ancora le dinamiche dell’incidente. Ma ci chiediamo se potrebbe essere stato un malore visto che durante il viaggio aveva preso la malaria.
Il giovane era in Africa con la sua moto per portare protesi a bambini mutilati a causa delle guerre. Per questa ragione, con la moglie Giulia Trabucco, aveva fondato l’ong Karma on the Road.
La decisione di creare l’associazione non governativa è venuta dopo un incidente del 2016 nel quale Luca ha perso la gamba sinistra. Era stato investito da un’auto mentre in moto tornava a casa dal lavoro.
Il motociclista era stato un anno fermo a letto, due anni in fisioterapia e aveva subito quaranta interventi chirurgici. Nel 2019 secondo i medici era meglio l’amputazione dell’arto e al giovane era stata messa una protesi.
Luca era riuscito a trasformare la sua menomazione in una nuova forma di energia: dare ad altri la speranza di una vita normale. Lui ce l’aveva fatta.
Dopo l’incidente la coppia aveva un sogno, che sta realizzando. Voleva dare un’altra opportunità a bambini – e adulti – che avevano perso un arto a causa delle guerre.
Riciclare le gambe protesiche che altrimenti sarebbero finite in discarica. Un progetto geniale per aiutare persone amputate dell’Africa sub-sahariana. L’obiettivo è far loro avere una vita con maggiore indipendenza.
Una delle attività principali di Karma on the Road è il recupero delle protesi di arti usate e non più utilizzate. Ritirano gratuitamente protesi usate da donare che vengono spedite all’ong britannica Legs4Africa loro partner. I dispositivi poi arrivano nei vari centri riabilitativi dell’Africa subsahariana.
Il motociclista, nel suo giro in Africa, stava portando un messaggio di speranza ai bambini amputati e alle loro famiglie. Partito il 4 febbraio utilizzava la pagina Facebook dell’associazione come diario di viaggio per tenere informati gli amici e i fan.
Luca e Giulia, insieme, in moto nel grande continente avevano già percorso 9.000 km tra Marocco, Mauritania, Senegal, Gambia e Guinea e avevano lasciato la moto in Ghana. Luca, da solo, era andato a riprendere il mezzo per arrivare fino in Sudafrica.
“Raggiungerò il Sudafrica, o morirò provandoci”, aveva detto a Giulia. Dal Ghana era passato in Benin e Nigeria. Poi tra il Camerun il Congo-B si era sentito male, gli era stata diagnosticata la malaria.
In Angola il destino, purtroppo, l’ha fermato. “Continueremo la sua opera” ha confermato Giulia.
Sandro Pintus
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Sentite condoglianze a Giulia da tutta le redazione di Africa ExPress
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