Sierra Leone: tombe devastate nei cimiteri di Freetown per furti di resti umani, probabile additivo di una nuova droga

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Africa ExPress
8 marzo 2024

Da qualche tempo si sono moltiplicate le incursioni notturne di ladri di ossa umane nei cimiteri di Freetown, capitale della Sierre Leone.

Sierra Leone: un cimitero a Freetown

Secondo un funzionario delle autorità di Freetown che ha voluto mantenere l’anonimato, pare che i resti umani vengano utilizzati come materia prima per il kush, una droga che si dice imiti gli effetti della cannabis.

Il consiglio comunale, in un breve comunicato, ha detto di essere scosso per la violazione di tombe e della manipolazione di salme per rimuovere le loro ossa.

Per prevenire altri furti di resti umani, è stata imposta la chiusura dei cimiteri dalle 19.00, sia per il pubblico, sia per coloro che lavorano all’interno del camposanto. E durante le ore notturne agenti armati della polizia presiederanno i sepolcreti per punire coloro che disobbediranno alle nuove disposizioni. La municipalità ha inoltre chiesto la collaborazione dei cittadini residenti nelle vicinanze dei cimiteri perché comunichiamo alle forze dell’ordine  qualsiasi movimento sospetto.

Finora non è stato precisato quanti agenti saranno dislocati e quanti camposanti della capitale sono stati interessati da furti di resti umani.

I media locali e i social network riportano che ossa frantumate vengono utilizzate per produrre il kush. Una nuova droga che da alcuni anni ha invaso il Paese. Si tratta di una miscela di varie sostanze chimiche, ma la sua composizione precisa non è ancora stata documentata scientificamente.

Anche per quanto riguarda le ossa umane macinate, non c’è una risposta definitiva sul fatto che siano presenti o meno nella droga, sulla provenienza di tali resti umani o sul motivo per cui potrebbero essere incorporate nello stupefacente. Alcuni sostengono che siano i tombaroli a fornire le ossa, ma non ci sono prove dirette.

Kush, la nuova droga

La nuova droga, tagliata di routine con una serie di additivi tra cui l’acetone, l’oppioide tramadolo e la formalina, una sostanza chimica tossica, comunemente usata per conservare i corpi negli obitori, il kush è potente e pericolosamente imprevedibile. Agisce come antidepressivo, offre sollievo dallo stress della difficile vita quotidiana, ma a caro prezzo. I consumatori riferiscono che lo sballo è spesso accompagnato da una sensazione martellante alla testa e al collo. Ma con il tempo questa droga causa anche problemi al fegato, ai reni e alle vie respiratorie, e quasi tutti giovani consumatori di kush hanno raccontato che parecchi loro amici hanno perso la vita.

Lo stupefacente è facilmente accessibile e a basso costo, e si è dimostrata irresistibile per una generazione di giovani disoccupati della Sierra Leone che cercano una via di fuga da una vita di povertà estrema. Ma è estremamente pericoloso. Ogni settimana causa la morte di parecchi giovani a Freetown. Il sistema sanitario del Paese è estremamente fragile e non dispone di sufficienti fondi per attuare reali percorsi di recupero per i tossicodipendenti.

Il governo del Paese non dispone di dati precisi sul numero di persone che fanno uso di questa droga. Molti funzionari statali, come Ibrahim Kargbo, vicedirettore ad interim dell’Agenzia per l’applicazione della legge sulle droghe, sono molto preoccupati. Kargno ha affermato che la situazione è molto seria e sta peggiorando di mese in mese.

“È una crisi gravissima – afferma Kargbo-. Sono nato e cresciuto a Freetown e non ho mai visto nulla di simile prima d’ora. È davvero opprimente”, ha sottolineato.

Il kush è stato segnalato anche in Guinea e in Liberia, Paesi che condividono confini terrestri porosi con la Sierra Leone, facilitando così il traffico dello stupefacente.

Kush, droga a basso costo, ma devastante

“La situazione in Liberia potrebbe essere peggio che in Sierra Leone, ma non abbiamo dati e analisi”, ha dichiarato Feyi Ogunade, ricercatore nigeriano dell’Institute for Security Studies, che sta preparando un rapporto sulla diffusione del kush: “Sospetto che presto si diffonderà in altri Paesi della regione, se i governi non intervengono. Mi sembra però improbabile che ciò accada. In sostanza, si sta facendo molto poco”.

Malgrado le sue ricchezze del sottosuolo, la Sierra Leone è ancora oggi uno tra i Paesi più poveri al mondo e la piaga della corruzione, presente su tutti livelli, impedisce investimenti e sviluppo; inoltre, la già debole economia soffre ancora oggi della terribile guerra civile (1991-2002), costata la vita a oltre 120 mila persone.

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