Cornelia I. Toelgyes
6 febbraio 2024
Ieri sera l’Assemblea generale del Senegal ha approvato la nuova legge volta a rinviare le elezioni presidenziali al 15 dicembre 2024. Nel frattempo resterà al potere Macky Sall, capo di Stato attuale, che sabato scorso aveva rimandato sine die il voto previsto per il 25 febbraio prossimo.
Subito dopo l’annuncio del presidente sul rinvio delle elezioni, l’Unione Africana, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e la Francia, hanno chiesto che venisse fissata quanto prima una nuova data.
Lunedì sera, dopo una lunga discussione in aula, la nuova norma è stata votata e adottata con 105 voti a favore e uno solo contrario. I membri della principale coalizione all’opposizione non hanno potuto partecipare alla votazione. Le forze dell’ordine li hanno costretti a lasciare l’aula dopo aver disturbato i lavori dell’Assemblea. Anche all’esterno del parlamento è stato dispiegato un gran numero di agenti di polizia per evitare nuove manifestazioni.
Domenica è stata arrestata Aminata Touré, ex primo ministro del Senegal, mentre partecipava a un manifestazione indetta dagli oppositori del regime contro il posticipo delle presidenziali. La signora Touré, premier del governo di Sall dal 2013 al 2014, è poi passata all’opposizione.
I gendarmi, schierati in gran numero, hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
Il segnale dell’emittente televisiva privata Walf è stato interrotto mentre trasmetteva in diretta le manifestazioni di domenica, mentre lunedì i responsabili hanno fatto sapere che la loro licenza è stata ritirata. E infine ieri, come succede in molti Paesi africani durante dimostrazioni contro il regime, internet ha subito restrizioni, “A causa della diffusione di diversi messaggi sovversivi”, ha spiegato il ministro dell’Informazione di Dakar.
L’Africa occidentale, regione scossa dall’avanzata dei sanguinari jihadisti e colpi di Stato militari, il Senegal rappresenta un’eccezione. Dall’indipendenza (1960), i militari non hanno mai minacciato il governo e la libertà di espressione ha sempre alimentato un dibattito politico dinamico, che ha portato a due alternanze politiche pacifiche in un quadro istituzionale relativamente stabile.
Intanto la CEDEAO (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale), è molto preoccupata di quanto sta accadendo a Dakar e, in un comunicato di questa sera ha chiesto alla classe politica senegalese di ristabilire il calendario elettorale. L’istituzione regionale ha poi sottolineato di voler supportare il Senegal affinché mantenga la propria “tradizione democratica”.
Dopo l’annuncio a sorpresa di sabato 3 febbraio da parte del presidente della Repubblica del Senegal, Macky Sall, a tre settimane dalle elezioni presidenziali previste per il 25 febbraio e del loro rinvio a dicembre, ottenuto dall’Assemblea generale, gli oppositori denunciano una deriva autoritaria. Inoltre segna una pericolosa rottura con una lunga storia di democrazia. Dal 1963, le elezioni presidenziali in Senegal si sono sempre tenute alla data prevista.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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