Sandro Pintus
6 febbraio 2024
La missione militare SAMIM della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Australe (SADC) termina a luglio 2024. Il vertice della Troika, in riunione straordinaria a Luanda (Angola) del 17 agosto 2023, aveva deciso di prorogare il mandato SAMIM di 12 mesi. Dal 15 dicembre 2023 è iniziato il ritiro graduale che si completerà entro il 15 luglio 2024.
A fine dicembre Elias Magosi, segretario esecutivo SADC, è arrivato a Pemba, nord del Mozambico e capitale della provincia di Cabo Delgado. La sua presenza nel nord del Paese è stata voluta per valutare i risultati della missione e per visionare il processo di ritiro e il piano di uscita dalla provincia.
La missione militare SADC a Cabo Delgado è iniziata nel luglio 2021 per sostenere il Mozambico nella lotta al jihadismo nel nord del Paese. Una situazione che avrebbe potuto espandersi in tutta l’area dei 16 Paesi SADC.
È composta da militari di Angola, Botswana, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Lesotho, Malawi, Sudafrica, Tanzania e Zambia. Il maggior contingente è rappresentato dal Sudafrica presente con circa 1.500 militari. Gli altri Paesi ne hanno circa 300 e si occupano soprattutto della logistica.
Con un accordo bilaterale Mozambico-Ruanda, da giugno 2021, è presente anche un migliaio di soldati ruandesi giunti su richiesta del presidente mozambicano Filipe Nyusi. Nyusi non ha mai comunicato il termine della missione ruandese né il suo costo, situazione che ha suscitato proteste e un’aspra discussione nella società civile mozambicana.
La missione dei militari ruandesi è soprattutto la messa in sicurezza dei giacimenti di gas naturale (GNL) del Rovuma a Palma, confine con la Tanzania. Qui operano ENI (off-shore), Exxon-Mobil e TotalEnergies. Quest’ultima, ha investito in loco 20 miliardi di dollari. A causa dell’attacco jihadista a Palma arrivato fino ai suoi cantieri, nell’aprile 2021, ha interrotto i lavori.
Gli attacchi jihadisti sono iniziati nell’ottobre 2017 tra Palma e Mocimboa da Praia, dove era situato il quartier generale di Al Sunnah wa-Jamà (o Al-Shebab). Oggi il gruppo terroristico, affiliato allo Stato islamico è conosciuto come Is-Mozambico ed è nella lista nera americana dei gruppi più pericolosi.
Secondo l’Africa Center for Strategic Studies (ACSS), la violenza militante islamista nel nord del Mozambico, nel 2023, è diminuita del 71 per cento. Nell’area ci sono ancora tra 850.000 e 900.000 sfollati. L’ultimo aggiornamento di Cabo Ligado, ong collegata ad ACLED (Armed Conflict Location & Event Data Project) dal 2017 al 21 gennaio 2024 sono registrati quasi 4.850 morti. Quasi 2.080 sono civili.
Is-Mozambico, nonostante l’intervento della missione SAMIN e le truppe ruandesi, continua a massacrare civili e rimane una spina nel fianco dei militari mozambicani.
Secondo l’analista Jasmine Opperman gli insorti utilizzano nuove tattiche e strategie. “L’uso di pescatori e barche da parte degli insorti a Cabo Delgado è stata una strategia persistente – scrive in un tweet -. I rapporti del 2019 evidenziano l’attenzione verso i pescatori, grazie alla loro conoscenza delle aree costiere”.
Il giornale online ZitamarNews di Tom Bowker, giornalista britannico non gradito in Mozambico, invece riporta l’ultimo attacco di Is-Mozambico, contro i militari mozambicani. È successo la sera del 30 gennaio.
“Gli insorti hanno attaccato una pattuglia congiunta delle Forze Armate di Difesa del Mozambico (FADM) e della milizia locale Force – scrive Bowker su Telegram -. Almeno due membri della Forza locale sono stati uccisi nel loro veicolo, altri sono rimasti feriti e un mezzo militare è stato bruciato. Una fonte in loco ha riferito che in totale sono stati uccisi otto soldati”.
È solo l’ultima delle azioni jihadiste, un capitolo che per il Mozambico è difficile chiudere. Secondo AllAfrica, Tiago Alberto Nampele, generale maggiore comandante delle Forze armate mozambicane (FADM), ha affermato che i terroristi di Cabo Delgado sono stati sconfitti. È stato riconquistato oltre il 90 del territorio che controllavano.
Nampele ritiene che attualmente siano rimasti circa 250 terroristi. “Siamo stati informati che il nemico si trova nelle foreste di Catupa (70km a sud di Mocimboa, ndr), in piccoli gruppi. Stiamo pianificando come lanciare un’offensiva e al momento abbiamo elaborato un piano con le forze ruandesi”.
Intanto, secondo MediaFax, i terroristi raggiungono i quartieri intorno alla città di Pemba. Dal 31 gennaio scorso diverse fonti da zone di Cabo Delgado riportano movimenti di gruppi jihadisti nei quartieri che circondano la capitale di Cabo Delgado. Sono raccontati anche casi di scontri con militari delle FADM e del Ruanda.
Con la fine delle operazioni militari SAMIM vedremo se il presidente Nyusi con le sole truppe FADM e ruandesi riuscirà a risolvere definitivamente il problema del terrorismo jihadista nell’estremo nord del Paese.
Sandro Pintus
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