ANGOLA

Giornalismo investigativo: 12 capi d’accusa inchiodano la figlia dell’ex presidente angolano Dos Santos

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
26 gennaio 2024

Da prima donna d’Africa nelle classifiche di Forbes ai tribunali di Luanda. È la veloce discesa agli inferi di Isabel dos Santos, figlia ex miliardaria del defunto presidente angolano, José Eduardo dos Santos.

Secondo la rivista Forbes nel 2017, con un reddito netto di 3,4 miliardi di USD era la donna più ricca del continente africano. Non solo, era all’8° posto (e unica donna) tra i primi 10.

Isabel dos Santos, all'insediamento come presidente della Sonangol, la compagnia petrolifera angolanaIsabel dos Santos, all'insediamento come presidente della Sonangol, la compagnia petrolifera angolana
Isabel dos Santos, all’insediamento come presidente della Sonangol, la compagnia petrolifera angolana

Beni congelati

Dal 2019 una Corte di Luanda ha congelato i suoi beni e oggi ha ben 12 capi d’accusa. Tra questi: riciclaggio di denaro, appropriazione indebita e frode fiscale per i fatti legati alla gestione della compagnia petrolifera statale, Sonangol, (2016-2017).

I pubblici ministeri angolani hanno accusato l’imprenditrice di aver causato allo Stato perdite per circa 219 milioni di dollari. Hanno emesso un atto di accusa di 46 pagine con i dettagli contro la figlia dell’ex presidente e altri tre coimputati.

In qualità di figlia dell’ex presidente della Repubblica, l’imputata Isabel dos Santos, di concerto con gli imputati Mario Silva, Sarju Raikundalia e Paula Oliveira, ha meticolosamente creato un piano per frodare lo Stato angolano”. È quanto riporta il comunicato dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) ripreso dall’atto di accusa.

Angola, sede della Sonangol

Secondo ICIJ gli imputati avrebbero utilizzato società offshore, fatture fraudolente, documenti falsificati e aumenti di stipendio “esorbitanti” per intascare illegalmente milioni.

L’inchiesta Luanda Leaks dell’ICIJ

Tutto nasce dall’inchiesta Luanda Leaks dell’ICIJ. Il consorzio di giornalisti investigativi ha lavorato su 700mila documenti. Dietro ai Leaks sulla corruzione in Angola c’era un team che comprendeva giornalisti della BBC, The Namibian, New York Times e il settimanale portoghese Expresso.

La ghiotta occasione di João Lourenço

L’indagine ha fatto il giro del mondo, un’occasione unica per il presidente angolano, João Lourenço, eletto dopo 37 anni di ininterrotta presidenza di Eduardo dos Santos. Ha trovato il materiale che cercava per far restituire all’Angola, dalla famiglia dos Santos, il “denaro della corruzione”.

L’imprenditrice: “è caccia alle streghe”

Isabel, in varie occasioni e interviste ha respinto le accuse. In un’intervista alla BBC, nel 2020, ha sostenuto che le accuse contro di lei sono del tutto false. “Il governo angolano sta conducendo una caccia alle streghe a sfondo politico”.

In un’altra intervista alla CNN portoghese, nel 2022, ha dichiarato che i tribunali in Angola non sono indipendenti e che i giudici vengono “usati per soddisfare un’agenda politica”.

I social di Isabel molto seguiti

I social dell’imprenditrice sono molto seguiti: i suoi follower su Facebook sono circa 596mila e quasi 192mila su Twitter. Ma sono fermi. L’ultimo post di Facebook è del 28 agosto 2022 scritto in occasione del compleanno del padre deceduto nel 2022. Su X (ex Twitter) è si fermano ad aprile 2023. Indicano comunque che Isabel piace a una parte importante di angolani.

Oggi sulla dos Santos esiste un “avviso rosso” dell’Interpol. Si tratta di una richiesta alle forze dell’ordine di tutto il mondo di localizzare – e arrestare provvisoriamente chi ne è colpito – in attesa dell’estradizione. Entro la fine di gennaio, a Luanda, dovrebbe iniziare il processo per la Sonangol. Chissà se sarà presente o in contumacia.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

X (ex Twitter):
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Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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