Costantino Muscau
Nairobi, 23 gennaio 2024
“Se non hanno più pane, che mangino brioche”, avrebbe detto Maria Antonietta di Francia. “Sono poveri, si sazino di calcio (nel senso di pallone, non di sale minerale), devono aver pensato padre e figlio, padroni della Guinea Equatoriale in qualità di presidente e di vicepresidente della (presunta) repubblica dell’Africa centrale che si affaccia sull’Atlantico.
La sonante, schiacciante vittoria per 4-0 del Tuono nazionale – soprannome calcistico della rappresentativa equatoguineiana contro la Costa d’Avorio nella serata di lunedì, 22 gennaio, ha regalato la festa nazionale al popolo e un milione e 200 mila euro ai calciatori impegnati nella 37a edizione della Coppa delle Nazioni africane.
Non male per un Paese in cui il 60/70 per cento degli abitanti (circa un milione e 200 mila) vive con un dollaro al giorno.
Il primo ad aprire i cordoni della borsa è stato il vicepresidente (dal 2012) Teodoro Nguema Obiang Mangue, detto Teodorin 55 anni, figlio di Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, 81 anni, presidente dal 1979, cioè da appena 44 anni. Teodorin poco prima della sfida calcistica (cui ha assistito il segretario di stato Usa, Antony Blinken, impegnato in un tour politico nell’Africa Occidentale), ha voluto dare la carica ai suoi uomini, assicurando loro 50 mila euro per ogni gol segnato agli Elefanti avversari. “Per me il match contro gli ivoriani è come una finale”, aveva annunciato su X ( già Twitter).
Ed ecco spiegata la furia con cui i pachidermi (calcisticamente parlando) di Malabo non erano paghi del 4-0 ma hanno cercato fino alla fine dei 90 e passa minuti il quinto gol, mancato per un soffio.
Due ore dopo il papà dittatore (di fatto) della Guinea Equatoriale non vuole essere – giustamente – da meno. Esulta, inizialmente, sempre su X, quindi prende la parola in tv per definire “eroi nazionali” i vincitori e garantire loro “un milione di euro di premio”.
Quel che resta dell’opposizione in un Paese che non brilla certo per democrazia (anche se Teodoro padre è stato eletto col 94 per cento dei suffragi, nel partito unico) ha fatto sentire la sua voce.
È vero che per gli equatoguineani quella vittoria significava la certezza di passare agli ottavi di finale della competizione continentale e la possibilità di migliorare il quarto posto ottenuto nella edizione del 2015, tenutasi in casa. Tuttavia questo “jackpot”, questo fiume di danaro – presumibilmente pubblico – per un successo pallonaro ha suscitato indignazione anche fuori.
Non c’è da stupirsi, però: già nell’edizione del 2012 Teodorin Obiang promise alla nazionale un bonus di un milione di dollari e 20 mila dollari a gol se avesse sconfitto la Libia.
E mantenne la parola: staccò l’assegno per la squadra e dette i 20 mila dollari a Ivan Bolado, autore della rete della vittoria.
Già allora venne fatto notare che in un piccolo Paese pur ricco di petrolio, sette persone su 10 vivevano sotto il livello di povertà e un bambino su 5 moriva prima di compiere i 5 anni.
Tornando al calcio giocato, questa Coppa delle Nazioni Africane è piena di sorprese. Non solo per il prepotente emergere della Guinea Equatoriale, che ha devastato il Costa d’Avorio, un successo meritato e maturato soprattutto grazie alla prestazione stellare di Emilio Nsue Lopez, 34enne capocannoniere del torneo con 5 gol in 3 match. “È il cuore e l’anima della squadra” lo ha definito il sito keniano Pulse sport.
La devastante inattesa sconfitta degli ivoriani avuto notevole risonanza anche in Kenya, assieme alla scomparsa dell’ indimenticabile Gigi Riva. Emilio Nsue è nato a Maiorca da genitori della Guinea Equatoriale, per anni è stato incerto se giocare con la nazionale iberica, o quella africana, la Spagna però lo ignorò e optò per i colori “ familiari”.
Dopo aver vagato tra squadre spagnole, inglesi, cipriote, nel 2022 ha firmato con l’Intercity, club di terza serie spagnola!
Insomma, il giocatore che sta trascinando la sua nazionale non è neanche in serie B!
Un’altra rivelazione è la nazionale del Capo Verde, che ha stupito tutti, essendo stata la prima squadra a qualificarsi agli ottavi di finale.
Questi prenderanno il via il 27 gennaio, una volta conclusa la fase a gironi. A quel punto le 16 delle 24 squadre rimaste in lizza si elimineranno negli scontri diretti.
Non sono mancati episodi spiacevoli, inimmaginabili in un torneo africano. Al termine della partita Marocco-RD Congo, il 21 gennaio, finita 1-1, il giocatore Chansel Mbemba, 29 anni, del Congo-K (gioca nel Marsiglia) ha litigato con l’allenatore dei magrebini, Walid Regragui, 48. Sono volate parole grosse, pare, sia da parte di Regragui sia da parte degli atleti marocchini.
Alcuni tifosi marocchini hanno poi reagito su Instagram con offese razziste e numerose emoji raffiguranti delle scimmie. La Federazione marocchina ha cercato di mettere pace sventolando il ramoscello d’olivo, ma la Confederazione africana di football ha aperto un’inchiesta sull’accaduto.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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Perfettamente in linea col resto del mondo, Un milione di euro per tutta la squadra? Briciole in confronto a quanto siamo abituati noi, anche in proporzione al reddito nostro.
Ha imparato bene il signor presidente.