Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
11 gennaio 2024
L’Africa chiama a raccolta e mette in mostra i suoi gioielli calcistici sparsi per il mondo. Non è stato facile mettere assieme 628 giocatori, buona parte dei quali accasati in diversi angoli del pianeta.
L’occasione per lo show (inter) continentale è la 34a edizione della Coppa delle Nazioni Africane 2023 (Afcon) che prende il via sabato 13 gennaio. Palcoscenico d’apertura sarà l’Alassane Ouattara Stadium, di Abidijan, nella Costa d’Avorio, Paese che organizza il torneo per la seconda volta in 39 anni. “È la festa dell’Africa per un mese, il più grande evento del Continente”, ha commentato Didier Drogba, 45 anni, “icona del calcio ivoriano e globale – secondo CAFOnline che lo ha intervistato – per aver contribuito immensamente alla ricca storia del calcio africano”.
Un grande party cui prendono parte (ci si perdoni il gioco di parole) tra il 13 gennaio e l’11 febbraio, 24 nazioni alla “caccia” del trofeo più prestigioso nel continente nero.
Aprono le danze, sabato sera, i padroni di casa contro la Guinea-Bissau, (Elefanti contro Licaoni). Domenica pomeriggio sarà la volta dell’altra Guinea (quella equatoriale), soprannominata Nzalanga Nacional (flash nazionale) o Elefanti, che sfiderà la Nigeria (“Super aquile”) sempre ad Abidjan.
Ancora domenica, ma di sera, toccherà ai Faraoni egiziani, vincitori ben sette volte del torneo, tentare di domare i Mambas del Mozambico nell’impianto Felix Houphuet-Boigny. I detentori del titolo, i senegalesi, noti come Leoni del Teranga, invece, vedranno di non farsi pungere dagli Scorpioni del Gambia nel pomeriggio di lunedì 15 gennaio nella città di Yamoussoukro, capitale amministrativa, a 230 km a nord di Abidjan, capitale economica.
La nazionale del Gambia ha cominciato in modo drammatico la sua partecipazione al campionato. Gli Scorpioni se la sono vista proprio brutta. Nove minuti dopo il decollo dalla capitale Banjul, il charter che li trasportava a Yamoussoukro si è depressurizzato. Il pilota ha fatto immediatamente ritorno nella capitale gambiana. Per un atterraggio di emergenza. Alcuni giocatori hanno avuto crisi respiratorie e forti emicranie, dovute alla mancanza di ossigeno. “Saremmo potuti morire tutti”, ha commentato il commissario tecnico belga Tom Saintfiet, 50 anni, “Siamo svenuti tutti rapidamente, nell’incoscienza ho avuto dei flash della mia vita”, ha aggiunto infine.
Già in questi incontri si esibiranno molte perle del football, dal nigeriano del Napoli, Victor Osimhen, 25 anni, premiato come il miglior player africano dell’anno (valore di mercato 110 milioni), al senegalese Sadio Mane’, 31 anni e 35/40 milioni di valore, giudicato il più bravo della scorsa edizione, alla superstar egiziana Mohamed Salah, 31 anni, (65 milioni), all’ivoriano Ousmane Diomande, 20 anni e già valutato 40 milioni.
“Dovrebbe essere la competizione più bella per tutti gli africani – per citare ancora l’ex attaccante del Chelsea, Drogb -. Sono stato ispirato da Roger Milla, Gadji Celi, Youssouf Fofana e molti altri. Le nostre leggende si sono rivelate in questo torneo. Per noi è la celebrazione del calcio africano. L’unità di un continente per vedere i nostri campioni”.
In realtà ha del miracoloso riuscire a riunire centinaia di atleti sparpagliati tra Europa, Asia, Australia, USA, superando ostacoli di vario genere.
Inizialmente, la fase conclusiva della Coppa d’Africa era programmata tra il 23 giugno e il 23 luglio 2023. A causa però delle forti piogge che caratterizzano il Paese ospitante, si è deciso per il posticipo invernale. Meno piogge, si spera (perché con il Nino quest’anno in Africa il tempo non è più quello di una volta), ma maggiori complicazioni con i principali tornei europei.
La maggioranza dei calciatori africani, infatti, gioca… fuori casa, soprattutto in Europa. Per rendere bene l’idea, Africa Express ha fatto alcuni calcoli, senza l’aiuto della tanto chiacchierata Intelligenza Artificiale, che si è rivelata assolutamente impreparata, imprecisa, non solo inutile ma anche fuorviante. Si vede che gli addestratori degli algoritmi non prendono in giusta considerazione il grande evento africano…
La CAF ha rilasciato il 6 gennaio l’elenco ufficiale delle 24 nazionali che prendono parte alla competizione.
Secondo i nuovi regolamenti, ogni partecipante è autorizzata a presentare una squadra con un massimo di 27 giocatori ma con 23 disponibili per ogni partita durante il torneo. In tutto 628 calciatori. Quindici nazionali hanno presentato un elenco di 27 atleti, quattro squadre con 26, due con 25, tre con 23. E qui spuntano le sorprese. Dei 628 in lista ufficiale, ben 486 sono lontani dalle loro sedi di origine. Una vera diaspora.
Il Burkina Faso tra i 27 nomi non ne ha uno che giochi in patria: 5 sono in Francia, 3 nel Regno Unito, 2 in Spagna e Marocco, 1 in Danimarca, Serbia, Moldavia, Germania, Belgio, Grecia, Olanda, Cipro, Tanzania, Congo, Armenia, Egitto, Russia e….Italia. Si tratta del difensore del Modena Calcio (serie B) Abdul Guiebre, 26 anni.
Ma il Burkina non è solo: anche la Guinea Bissau e la Guinea Equatoriale dei loro 27 e 23 giocatori non se ne rintraccia uno che sia impegnato in quel di Bissau e di Malabo (le rispettive capitali, per chi se lo fosse scordato). Ben 10 degli equatoguineiani si guadagnano la pagnotta in Spagna, 2 in Romania e Polonia, 1 in Sudafrica, Tunisia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Grecia, Portogallo, Stati Uniti, Andorra (!) e a Monza. In Brianza, infatti, è sbarcato il centrocampista Jose’ Machin Di Combo, detto Pepin, 27 anni, nato a Bata, sulla costa atlantica.
Per non dire dei campioni in carica del Senegal: tutti emigrati,10 in Francia, 7 in UK, 4 in Arabia Saudita, 2 in Spagna, 1 in Qatar, Scozia, Israele e Italia. Nella Salernitana, gioca, infatti, Boulaye Dia, 27 anni, attaccante. Per la verità, Dia è nato in Francia, ma è senegalese per scelta. In compenso brillano per ”nazionalismo” l’Angola, il Sudafrica, l’Egitto.
La nazionale di Luanda ha solo due espatriati fra i 27, uno in Francia, l’altro a Cagliari: è Zito Andre Sebastiao Lubumbashi, attaccante di 21 anni. I Faraoni su 27 in 19 hanno preferito restare all’ombra delle Piramidi. Il Sudafrica batte tutti per fedeltà alla propria terra: 23 su 26 non hanno varcato l’Equatore.
La maggioranza delle altre nazionali, però, ha solo un calciatore che non si sia mosso dal patrio lido.
Ultima curiosità: quale è il Paese che ha accolto il maggior numero dei 486 transfughi? La Francia, con 78 giocatori. E questo non sorprende. Ma fra le mete appetibili e appetitose, oltre ai prevedibili Regno Unito, Germania, Spagna e Italia (da noi sono 19 gli atleti africani convocati per la Costa d’Avorio) non poteva mancare l’Arabia Saudita, nuova calamita con 23 pedatori. Ma, come detto, non c’è parte del mondo dove non calci e scalci un “immigrato” del pallone: dal Brasile, alla Russia, all’Australia, all’Ucraina, a Cipro, Serbia, Romania, Bulgaria, Israele, Malta, Finlandia… È “fattuale”: il calcio africano è sempre più planetario.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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