Abidjan, la capitale della Costa d’Avorio è già in festa per la 34esima Coppa della Nazioni Africane (CAN). Apriranno le danze la nazionale ivoriana contro quella della Guinea Bissau, sabato prossimo, 13 gennaio.
Ma non tutta la popolazione di Abidjan condivide la gioia di ospitare la grande kermesse calcistica. Ieri, 28mila abitanti di Boribana, una bidonville tra la laguna di Ebrié e l’imponente “Quatrième Pont”, che sarà ufficialmente aperto alla circolazione nei prossimi giorni, hanno protestato durante una conferenza stampa: non vogliono lasciare le proprie catapecchie fatte con tetti di latta e muri precari. Nelle intenzioni del governo, devono essere distrutte. Senza un risarcimento non intendono andarsene. Il quartiere esiste da oltre 60 anni e gran parte dei suoi abitanti è nato e cresciuto lì.
La capitale è stata tirata a lucido e a fine novembre, il ministro dell’Acqua, dei Servizi igienici e dell’Igiene pubblica, Bouaké Foufana, aveva annunciato che tutti suoli comunci dovevano essere sgomberati. “Abbiamo inviato avvisi formali, affinché la popolazione che si è installata su terreni pubblici, lasci spontaneamente le aree, in modo organizzato. Vorremmo evitare l’intervento delle forze dell’ordine”, ha spiegato il ministro che ha aggiunto infine: “La popolazione è chiamata a fare la sua parte affinché questa kermesse sia la più bella di tutti tempi”.
Secondo le autorità, i residenti di Boribana, occuperebbero illegalmente spazi di proprietà pubblica. L’annuncio del ministro-governatore, Cissé Bacongo, che il quartiere sarebbe stato demolito entro le prossime 72 ore, ha suscitato preoccupazione e desolazione.
Una padre di famiglia 51enne ha raccontato ai giornalisti di RFI: “Se vuoi trasferire un animale, devi prima trovargli un nuovo recinto. Noi siamo esseri umani, dove andremo? Siamo nati e cresciuti qui, nessuno di noi ha deciso di nascere povero. Non ci muoveremo dalle nostre case, se vogliono seppellirci, che lo facciano qui”.
Per la costruzione del nuovo ponte sono già stati rasi al suolo sei ettari dei ventuno che compongono il quartiere. Pur essendo consapevoli che la zona dovrà subire ulteriori cambiamenti nell’ambito del progetto governativo di riqualificazione delle borgate precarie, i residenti hanno spiegato che le loro catapecchie sono ancora in fase di rilevamento e di censimento per dare un equo risarcimento ai proprietari.
“Ed ora, per colpa della competizione, vogliono mandarci via. La Costa d’Avorio sta organizzando la Coppa d’Africa per portare gioia alla gente, non per distribuire lutto e tristezza. Chiediamo con forza al governo di riconsiderare la propria posizione”, hanno precisato alcuni abitanti della favela.
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