Cornelia I. Toelgyes
28 dicembre 2023
Le autorità della Repubblica Centrafricana hanno ammesso proprio sotto Natale di voler siglare un accordo con gli Stati Uniti riguardante la formazione delle forze di sicurezza della ex colonia francese.
Già a ottobre erano trapelate indiscrezioni sul fatto che il governo di Bangui sarebbe in trattative con la società statunitense, Bancroft Global Development, presente anche in Somalia.
Il portavoce della presidenza centrafricana, Albert Yaloke Mokpeme non ha citato direttamente Bancroft, ma ha confermato alla stampa che il Paese sta attualmente diversificando le sue partnership. Mokempe ha poi precisato: “Nell’ambito della ricostruzione dell’esercito nazionale, abbiamo fatto appello a partner come la Federazione Russa, l’Angola, il Marocco, la Guinea che ci stanno aiutando a formare i soldati”, e ha poi aggiunto: “Anche gli Stati Uniti si sono offerti di addestrare i nostri militari, sia su suolo centrafricano che su quello americano”.
Secondo AFP, Bancroft ha ammesso contatti con il regime del presidente Faustin Archange Touadéra, ma ha negato di avere già inviato i propri uomini sul campo. Anche Mokembe non ha confermato la presenza dei paramilitari americani nel Paese. Ai reporter di AFP ha risposto: “L’addestramento del nostro esercito rimane una priorità, ma per ora non entro nei particolari”.
La collaborazione tra la società di mercenari statunitensi e il governo centrafricano, sarebbe stata “suggerita” dal governo di Washington a margine del summit USA-Africa del dicembre 2022. Allora gli USA avevano proposto a Bangui di voler addestrare le truppe centrafricane e di aumentare le sovvenzioni economiche agli aiuti umanitari.
Bancroft Global Development è stata fondata da Michael Stock come società di bonifica di mine nel 1999. Fino al 2008, il nome dell’organizzazione è stato Landmine Clearance International dopo ha assunto l’attuale denominazione. La sua sede è a Washington D.C. La sua missione è quella di fornire formazione e capacità di sviluppo in regioni dilaniate da conflitti armati.
Eppure c’è chi mormora che alcuni impiegati di Bancroft siano già a Bangui alla ricerca di un terreno adatto per il deposito del loro materiale tecnico, come droni da osservazione e monitoraggio.
Washington, come Mosca, ha dunque scelto di appoggiarsi a una società privata per la formazione dei militari centrafricani. I mercenari di Wagner sono presenti nella ex colonia francese dal 2018, subito dopo il primo carico di armi russe, giunte nel Paese grazie a una parziale abolizione dell’embargo ottenuta da Mosca.
Ufficialmente i paramilitari russi sono approdati a Bangui per proteggere il presidente, Faustin Touadéra e il suo regime. Ma ora sono presenti ovunque nel Paese: come supporto alle forze armate e per assicurare la sicurezza dei convogli. Soprattutto gestiscono diverse miniere e controllano le dogane del Paese. Inoltre sono impegnati nel commercio di legno pregiato, venduto dalla società Bois Rouge persino a fabbriche europee in Francia e Danimarca.
La popolazione è terrorizzata dalle atrocità che continuano a commettere i contractor russi. E proprio il giorno di Natale, come riporta Corbeaunews, in sella alle loro moto rombanti, i mercenari sono entrati nei villaggi di Mboula et Yoro, nella prefettura di Nana-Mambéré (nel nord-ovest del Paese), dove hanno saccheggiato diverse case e portato via motociclette e altri oggetti “di valore” dei poveri abitanti, fuggiti nella boscaglia per sottrarsi alla brutalità degli uomini di Wagner.
Altro che festa, specie per i bambini, già privati dei regali natalizi a causa dell’inflazione galoppante. I piccoli hanno passato questa giornata in preda al terrore. In Centrafrica i soldati di ventura di Mosca possono agire ovunque nella più totale impunità.
Il giorno seguente gli uomini della Wagner hanno arrestato il comandante della gendarmeria della sub-prefettura di Bouar, sempre nel nord-ovest, sostituendosi così alla giustizia del Paese. Le accuse mosse al gendarme sono di presunta cospirazione con criminali per l’assassinio di un collega a capo della polizia di Berberati, capoluogo dell’omonima prefettura nel sud-ovest del Centrafrica. Detenzioni arbitrarie, torture, perpetrate dai mercenari sono all’ordine del giorno.
La violenza contro i civili e l’insicurezza nelle aree al di fuori dei centri urbani continuano ad avere un impatto negativo su diversi milioni di centrafricani. Secondo l’ultimo rapporto di OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) del 28 dicembre scorso, il 56 per cento della popolazione necessita di aiuti umanitari. Le condizioni di vita stanno peggiorando drasticamente per il limitato accesso al cibo, all’acqua potabile e a molti altri servizi di base, in particolare all’assistenza sanitaria.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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Un video partecipato da France Televisione, che parla riguardo un luogo dove i francesi sono stati cacciati.... Sicuramente sarà obbiettivo su coloro preposti a difesa del governo ecc....