Cornelia I. Toelgyes
17 dicembre 2023
L’infermiere sudafricano, Gert Jacobus van Deventer, chiamato Gerco, è stato liberato il 16 dicembre dai jihadisti in Mali.
Gerco è stato rilasciato vicino al confine con l’Algeria, le cui autorità lo hanno subito preso in carico e trasferito per un check-up sanitario in un ospedale di Algeri, come ha specificato alla redazione di Africa ExPress Serge Daniel, apprezzato giornalista e profondo conoscitore delle questioni del Sahel. Durante la prigionia l’ostaggio era stato ferito al braccio sinistro da una pallottola.
Gerco era stato rapito il 3 novembre 2017 in Libia, in seguito, come lui stesso ha raccontato, è stato venduto ai jihadisti di JNIM (Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani) e trasferito nel nord del Mali.
Secondo quanto afferma la fondazione sudafricana Gift of the Givers, che ha svolto il ruolo di mediatore dal 2018, per la sua liberazione non sarebbe stato pagato alcun riscatto. Ma risulta difficile crederci.
La famiglia aveva lanciato un disperato appello quest’estate, chiedendo ai suoi aguzzini il rilascio immediato del congiunto. Inizialmente i terroristi avevano chiesto un riscatto di mezzo milione di dollari, soldi che la famiglia non è stata in grado di pagare.
La famiglia del sudafricano non aveva mai perso le speranze di poter riabbracciare il proprio congiunto. In questi lunghi anni di detenzione ha sempre lottato anche contro l’oblio. E finalmente il gran giorno sta per arrivare: se tutto andrà come previsto, Gerco potrà festeggiare questo Natale con i suoi cari, anche se la moglie Shereen e i tre figli, ancora increduli, attendono le prove concrete della sua liberazione. Finora le autorità sudafricane non hanno rilasciato commenti.
A questo punto va ricordato – e la redazione di Africa ExPress non si stancherà mai di farlo – che in mano ai terroristi si trovano ancora anche tre italiani: Rocco Antonio Langone, la moglie Maria Donata Caivano, il 43enne Giovanni, figlio della coppia e il loro autista, un cittadino togolese. Sono stati rapiti nel maggio dello scorso anno da uomini armati dalla loro casa vicino a Koutiala (regione di Sikasso) nel sud del Paese.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmaail.it
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