Alessandra Fava
16 dicembre 2023
Tra la fine di settembre e il 2 ottobre 2023 le principali aziende israeliane, compresa la principale banca, Bank Leumi, controllata dallo Stato di Israele, sono corse a vendere azioni allo scoperto. Una preveggenza che fa dedurre che i trader erano informati dell’imminente attacco ai kibbutz.
Come ci informa Wikipedia, “la vendita allo scoperto (in lingua inglese short-selling, o semplicemente short), è un’operazione finanziaria che consiste nella vendita di titoli non direttamente posseduti dal venditore, ma presi in prestito dietro il versamento di un corrispettivo, con l’intento di ottenere un profitto a seguito di un movimento ribassista in una borsa valori. La vendita allo scoperto è un’operazione finanziaria di tipo prettamente speculativo e orientata verso un orizzonte temporale di brevissimo periodo”.
Quattro esperti di economia tra cui Robert J Jackson Jr, della New York University School of Law e Joshua Mitts della Columbia Law School, hanno setacciato i dati della Financial Industry Regulatory Authority per scoprire la strana anomalia di corsa alle vendite, giusto prima del disastro economico post 7 ottobre quando tutte le azioni delle aziende sono calate in seguito allo chock dell’attacco di Hamas ai kibbutz del Negev.
La ricerca pubblicata su SSRN (Social Science Research Network) https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4652027 è stata ripresa dal Guardian inglese e in Italia dal quotidiano online L’Indipendente
e anche da Repubblica https://www.repubblica.it/esteri/2023/12/05/news/borsa_di_israele_titoli_speculazione_attacco_7_ottobre-421574219/
Gli autori scrivono che le vendite sull’MSCI ETF Israele detto anche EIS sulla Borsa di Tel Aviv e le compravendite di azioni di compagnie israeliane quotate negli Usa hanno superato quelle durante la guerra di Gaza del del 2014 e durante la pandemia Covid. I ricercatori mettono nero su bianco: “Vediamo un balzo delle compravendite allo scoperto in queste compagnie, inusuale e marcato, proprio prima dell’attacco, che è terminato subito dopo l’attacco. La nostra ricerca suggerisce che i trader erano informati dell’imminenza dell’attacco e ne hanno tratto profitto”.
Il 2 ottobre, per esempio, su MSCI ETF Israele quasi il 100 per cento delle vendite riguardavano le vendite allo scoperto (short selling), quando nessun fattore dei mercati suggeriva una scelta simile. Lo stesso fenomeno si era visto il 3 aprile, di nuovo a ridosso dell’annuncio di un attacco di parte di Hamas. Anche allora le vendite allo scoperto avevano toccato il 94 per cento su ETF Israele e superavano addirittura quelle dell’intero mese tra marzo e aprile, quando la quota era al 38,7 per cento in media.
Alessandra Fava
alessandrafava2023@proton.me
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Già cinsindeve fidare dei dati della CNN, soprattutto per quello che è successo in Irak e in Afghanistan.