Massimo A. Alberizzi
7 dicembre 2023
Purtroppo, la guerra in corso a Gaza oltre a cagionare morte, distruzione e disperazione in Palestina ha provocato una guerra mediatica che sta scuotendo l’informazione di tutto il mondo. La propaganda è sempre stata una componente dei conflitti, ma oggi con i mezzi di comunicazione moderni sta diventando più subdola e penetrante.
In particolare, è esplosa qualche giorno fa una polemica sull’uso della parola “terroristi” per descrivere l’odiosa, feroce ed efferata azione portata dagli uomini di Hamas contro Israele e gli israeliani il 7 ottobre scorso.
La BBC, il New York Times, il Washington Post chiamano gli uomini di Hamas “militanti”, perché la parola “terroristi” implica una connotazione politica negativa, come se Hamas compia gli orrori e i massacri senza uno scopo preciso. Quasi siano fini a se stessi. L’uso della parola “terroristi” riferita ad Hamas comunica al lettore che gli autori sono dei criminali. Solo criminali, escludendo che possano essere combattenti per la libertà.
Anche noi di Africa ExPress li chiamiamo militanti, proprio perché la lotta armata di Hamas ha uno scopo ben preciso: liberare una regione da un regime autoritario che esercita il potere in modo violento e aggressivo. La lotta di Hamas è paragonabile a quelle combattute in Africa e in Oriente da chi lottava per la libertà. Allora i combattenti erano chiamati guerriglieri, un termine che conteneva, in fondo, una sorta di giustificazione alla lotta armata.
Se non vogliamo chiamarli militanti, chiamiamoli guerriglieri, ma non terroristi, per non cadere nel clamoroso errore in cui governi e media sono caduti quando hanno definito terrorista un combattente poi riconosciuto “eroe” in tutto il mondo: Nelson Mandela.
Un esempio istruttivo che dovrebbe insegnare ai sostenitori della definizione “terroristi” a essere più prudenti nell’uso di questa parola. Mandela venne definito terrorista perché aveva cofondato l’organizzazione Umkhonto we Sizwe (“Lancia della nazione”, abbreviato in MK, l’ala militare dell’African National Congress) e ne era diventato presidente. Gran Bretagna, Stati Uniti e gran parte dei Paesi europei, nonché diversi media, l’avevano bollato come terrorista, seguendo le indicazioni del regime razzista sudafricano che l’aveva cacciato in galera per 27 anni.
La Commissione per la Verità e la Riconciliazione, istituita in Sudafrica nel 1995 dopo la caduta del regime razzista, riconobbe che nel corso della guerra di liberazione l’ANC, si era reso responsabile di gravissime violazioni dei diritti umani.
Cancellata con tante scuse la definizione di terrorista, Mandela, che non ha mai rinunciato alla lotta armata (come lui stesso spiega in questo video), è diventato presidente del Sudafrica, insignito del premio Nobel per la pace e riconosciuto eroe combattente per la libertà in quasi tutto il mondo.
P.S. Piccolo argomento di riflessione: anche i fratelli Bandiera, gli eroi italiani del Risorgimento, vennero definiti nelle cronache dell’epoca “briganti”, parola che all’epoca era sinonimo di criminali e che oggi si potrebbe paragonare a “terroristi”.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
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Attaccare, trucidare, rapire persone civili, disarmate e inermi, non è un atto di militanza, o di guerriglia, o di lotta per la libertà. È puro terrorismo. Da qualunque parte venga
Da qualunque parte vengano. Giusto, interessante. Quindi anche le atrocità compiute dalle truppe americane su civili in Iraq e Afghanistan sono atti di terrorismo? Nonché le violenze perpetrate dai militari israeliani contro i coloni nel West Bank? Occorre scegliere un metro di giudizio e applicarlo con tutti: amici e nemici. E su questo sonod'accordo. Sono i due pesi due misure che non mi piacciono.
I write it also in English:
Attacking, killing, kidnapping civilians, who are unarmed and harmless, is not an act of simple war violence, nor fight for freedom. It is pure terrorism, whoever is doing it
Dear Giovanni you write: 'it is not an act of simple war violence, nor fight for freedom' instead - you may agree or disagree - Hamas says it wants to drive the Israeli occupation troops out of Palestine. One can criticise the methods (and I criticise them too) but one can not interpret the thinking of others
This is, or should be, one of the differences between a terrorist organization and an organization that claims to be democratic: the latter doesn’t target civilians. It is not a complex concept. If you don’t stand for the life of people (all the people, except those who are directly threatening your life and the life of the others) as the highest value, you cannot claim to be democratic.
Thank you very much, one can deduce from your words that Mandela, who endorsed the armed struggle even as MK president, was a terrorist. In 1997 the African National Congress apologised for his crimes. The video accompanying the article shows Mandela justifying the armed struggle. Personally I think it is a horror to lash out at civilians and children. But then what is Israeli revenge against the civilian population if not the use of terrorist methods?
Then they are all terrorists?
Il paragone fatto dal giornalista spiega esattamente perché sia necessario chiamare i terroristi di Hamas con il loro nome, terroristi. La definizione di terrorista, per prima cosa, non implica in alcun modo l'assenza di un ideale, condivisibile o meno, né sta a significare che gli attacchi siano effettuati "senza uno scopo preciso". La definizione di terrorista, stando ai principali dizionari (es. Treccani) non riguarda un'impostazione ideologica, bensì i metodi utilizzati. Ammazzare bambini, compiere attentati kamikaze o prendere civili come ostaggio sono metodi tipici delle organizzazioni terroristiche, a prescindere dall'assenza di empatia che si può avere per i civili di una determinata fazione. Se stiamo poi alle finalità di Hamas, non è scritto da nessuna parte che i suoi scopi siano quelli di liberare le zone della Palestina occupate. Il suo scopo palese, stando alle stesse dichiarazioni dei suoi leader, è la cancellazione dello stato di Israele e con essa l'eliminazione o l'esilio per i suoi abitanti di fede ebraica. le prove in tal senso sono più che molteplici, tanto da indurmi un certo stupore nel leggere tesi che le ignorano interamente. Nelson Mandela non ha mai ucciso o avvallato l'uccisione dei bianchi, non ha mai cercato il loro sterminio o la pulizia etnica nel territorio sudafricano. il fatto che si sia in passato utilizzato il termine "terrorista" in maniera impropria non significa in alcun modo che questo stesso concetto non possa essere attribuito in maniera giustificata.
Grazie mille, dalle tue parole si può dedurre che Mandela, che ha avallato (eccome!) la lotta armata anche come presidente dell'MK, era un terrorista. Ma non solo. Anche Israele che tiene in galera senza processo civili e minorenni e ammazza i coloni impadronendosi delle loro terre, usa metodi terroristi. Perfetto. Sono tutti terroristi. Basta capirci.
E' bene ricordare che a Mandela nel febbraio 1985 fu offerta la libertà condizionata in cambio di una rinuncia alla lotta armata. Mandela rifiutò. Non solo. Anche nel 1990, pochi mesi mesi dopo la sua liberazione, il presidente americano George Bush gli chiede di abbandonare la lotta armata, ma Mandela sostenne che sarebbe continuata finché il governo sudafricano non avesse iniziato a smantellare l’apartheid.