Cornelia I. Toelgyes
5 dicembre 2023
Una delegazione russa, capeggiata dal viceministro della Difesa, Iounous-bek Bamatguireïevitch Evkourov, è stata ricevuta ieri a Niamey dal presidente della giunta militare di transizione, Abdourahamane Tchani. Durante l’incontro, le parti hanno siglato alcuni documenti per rafforzare la cooperazione militare tra il Niger e la Federazione Russa.
La delegazione di Mosca, prima di raggiungere Niamey, domenica scorsa si è recata a Bamako, il principale alleato in Sahel della Russia, dopo la presa del potere dei militari nell’agosto 2020. Alla fine della visita, il ministro dell’Economia maliano, Alousséni Sanou, ha specificato che i colloqui tra le due parti si sono concentrati su “progetti di sviluppo per il Paese, in termini di energia rinnovabile e nucleare”, nonché su “questioni relative alla fornitura di fertilizzanti, grano e prodotti petroliferi per il Mali. Si è inoltre parlato di altri futuri piani, come la costruzione di una rete ferroviaria e tranviaria, la creazione di una compagnia aerea regionale, nonché progetti di ricerca e di estrazione mineraria.
In Mali i mercenari del gruppo russo Wagner sono arrivati alla fine del 2021, anche se le autorità di Bamako fino a poco tempo fa hanno sempre negato la loro presenza.
Intanto, secondo quanto riferito da All Eyes on Wagner, (gruppo di ricerca che documenta l’influenza russa in Africa), si starebbe accelerando il dispiegamento di mercenari russi in Burkina Faso. Dall’inizio di novembre sono arrivati una ventina di militari in divisa delle forze armate di Mosca con il compito, secondo Jeune Afrique, di proteggere il presidente della giunta militare, Ibrahim Traoré.
Solo pochi giorni prima dell’arrivo dei soldati a Ouagadougou, il ministro della Difesa burkinabé, Kassoum Coulibaly, si era recato a Mosca per incontrare il suo omologo russo, Sergueï Choïgou. I due avevano poi dichiarato che i colloqui erano improntati sulla cooperazione in ambito militare.
Il 22 novembre è poi apparso poi su Telegram il canale Africa Corps; si è presentato come portavoce di una nuova organizzazione paramilitare responsabile per l’Africa.
“Africa Corps ha iniziato a creare una sorta di vetrina. Non pensiamo che sia necessariamente un nuovo gruppo Wagner. Crediamo che sia una specie di bacheca che permette al ministero della Difesa russo di ospitare un certo numero di membri dell’ esercito o del servizio di sicurezza, per svolgere la loro missione in Burkina Faso. Quindi Africa Corps risulta molto meno indipendente e autonomo dei mercenari di Wagner”, ha concluso Lou Osborne.
Altre fonti ritengono che l’unità sia sotto il diretto patrocinio dell’intelligence militare russa, sotto la guida di un uomo d’affari vicino a Vladimir Putin, di cui non è stato rivelato il nome. Uno scenario molto simile da quello attuato per Wagner. Ma allo stato attuale tutto punta nella direzione opposta, cioè il controllo diretto da parte del potere politico. L’Africa Corps sembra di fatto un’organizzazione centralizzata, un esempio di come Mosca assuma il controllo delle attività africane.
E, solo pochi giorni prima dell’arrivo della delegazione moscovita a Niamey, le autorità nigerine hanno abrogato una legge sulla migrazione. Anche altri Paesi sono preoccupati in seguito al provvedimento adottato dalla giunta militare, giacché il Niger si trova in una situazione geografica strategica. Devono attraversarlo quei disperati che dall’Africa occidentale intendono raggiungere la Libia, e poi passando per il Mediterraneo, l’Europa.
La legge che criminalizza il traffico di migranti è stata istituita nel 2015 in collaborazione con l’Unione Europea per il controllo delle frontiere. L’UE aveva adottato provvedimenti per assistere e sostenere le autorità nigerine, sia quelle del governo centrale che quelle locali, per sviluppare politiche, tecniche e procedure per gestire e combattere il traffico dell’immigrazione irregolare.
Il 13 Maggio 2015 il Consiglio Europeo aveva approvato il rafforzamento della missione civile EUCAP Sahel Niger (European Union Capacity Building Mission Sahel) per prevenire il fenomeno delle migrazioni. Allora era stato promesso sostegno alle autorità nigerine per prevenire i flussi irregolari e per combattere la criminalità ad essi connesse.
Anche la costruzione di campi per profughi nei Paesi di transito facevano parte integrante del tanto discusso Processo di Khartoum, ideato da Lapo Pistelli, ex sottosegretario agli Esteri, durante il semestre di presidenza UE dell’Italia (2014) per contrastare i flussi migratori dall’Africa sub sahariana.
Durante la visita della delegazione russa, la giunta militare di transizione nigerina, dopo aver dato il benservito ai militari francesi, ha messo un punto finale a altre due missioni europee presenti nel Paese, allineandosi così ai suoi vicini e amici golpisti del Burkina Faso e Mali. I tre governi hanno sottoscritto recentemente l’Alleanza degli Stati del Sahel, che ha come scopo la creazione di un sistema di difesa collettivo e di assistenza reciproca.
Niamey ha messo alla porta la missione EUCAP Sahel Niger. Missione civile di 120 persone, in corso da circa dieci anni. Secondo il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, “ha addestrato più di 20.000 membri delle forze di sicurezza interne”. Ora EUCAP deve lasciare il Niger entro i prossimi sei mesi, altrettanto un’altra missione di cooperazione militare dell’Unione Europea, EUMPM, lanciata meno di un anno fa a sostegno della lotta al terrorismo.
Josep Borrell, capo della diplomazia dell’Unione Europea, in un breve comunicato ha espresso rammarico per la decisione presa da Niamey. Di fatto però, subito dopo il colpo di Stato, Bruxelles aveva già sospeso la cooperazione con il Niger in materia di sicurezza e difesa.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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