15 novembre 2023
Dopo una campagna elettorale molto tesa, con manifestazioni in piazza, soppresse dalle autorità con lacrimogeni e violenza, domani i malgasci si recheranno alle urne per scegliere il nuovo presidente.
Per questa notte (dalle 21.00 alle 04.00) il prefetto della polizia, Angelo Ravelonarivo, ha imposto un coprifuoco a Antananarivo. “Tale misura si è resa necessaria – ha spiegato il prefetto – dopo che è stato incendiato un seggio a Antehiroka, quartiere nella periferia della capitale, e distrutto del materiale elettorale. Atti vandalici simili si sono verificati anche in altri sobborghi della città.
Undici milioni di cittadini, iscritti alle liste elettorali, potranno recarsi alle urne, giovedì 16 novembre, dalle 06.00 alle 17.00, come previsto, per scegliere uno dei 13 candidati in lizza. Lo stato Insulare conta oltre 30 milioni di abitanti, il 53 per cento ha meno di 20 anni.
Il presidente uscente, Andry Rajoelina, 49 anni, corre per un secondo mandato. Ma la tensione con l’opposizione è alle stelle da settimane: dieci tra i candidati in lizza si sono riuniti in un collettivo, tra loro anche due ex presidenti, Hery Rajaonarimampianina e Marc Ravalomanana (rovesciato con un golpe nel 2009 proprio da Rajoelina), invitando agli elettori di non recarsi alle urne. Il collettivo contesta l’eleggibilità di Rajoelina, in possesso di doppia nazionalità (malgascia e francese). Parigi, grazie a un decreto firmato alla fine del 2014 da due ministri, dall’allora premier e quello degli Interni, ha ottenuto anche il passaporto francese.
Secondo diverse testimonianze, la Francia gli avrebbe concesso la nazionalità in cambio del suo ritiro dalla scena politica. Tale rinuncia è avvenuta un anno prima, nel 2013, con l’obiettivo di consentire al Paese di voltare pagina rispetto al regime di transizione. Cioè 4 anni dopo il colpo di Stato che lo aveva portato alla guida del Madagascar.
Ma l’assenza sulla scena politica di Rajoelina è stata di breve durata. Nel 2018 si è presentato alle presidenziali che ha vinto. Secondo migliaia di cittadini dello Stato insulare, già allora non ne avrebbe avuto facoltà, in quanto il codice sulla nazionalità è molto chiaro su questo punto: “Il malgascio maggiorenne che acquisisce volontariamente una cittadinanza straniera perde la cittadinanza malgascia”.
L’ufficio della presidenza ha poi chiarito, che la nazionalità francese gli sarebbe stata concessa per “discendenza”. “Rajoelina non ha perso la cittadinanza malgascia, in quanto non ha chiesto al governo l’autorizzazione a farlo, come previsto dal Codice della nazionalità per determinate condizioni” ha poi aggiunto Lalatiana Rakotondrazafy, portavoce del governo e ministro delle Comunicazioni.
L’opposizione continua a far leva sul fatto della doppia nazionalità e il collettivo ha chiesto l’annullamento del processo elettorale, richiesta sostenuta la scorsa settimana anche dal presidente dell’Assemblea nazionale, Christine Razanamahasoa. La signora ha tentato una mediazione tra le parti, ma purtroppo senza risultati concreti.
Rajoelina e i suoi supporter hanno fermamente respinto la richiesta. E, domenica, durante l’ultimo meeting di propaganda elettorale che si è svolto nella capitale, si sono presentate migliaia di persone indossando magliette con l’immagine del presidente uscente.
Un altro candidato in lizza per la tornata elettorale, che però non fa parte del collettivo, è il 47enne Siteny Randrianasoloniaiko (meglio conosciuto con il solo nome), campione di judo, nonché presidente sia della Federazione di judo malgascia, sia di quella dell’Unione Africana. E’ originario del sud del Paese, la regione più povera e disagiata.
Ha finanziato la sua campagna elettorale grazie a fondi arrivati da Dubai. Pur avendo pagato un comizio al Colisée d’Antsonjombe, Antananarivo, il 20 ottobre scorso a nome di tutto il “collettivo”, Sitney ha preso presto le distanze dagli “alleati di un giorno”. E ora corre praticamente da solo contro Rajoelina.
Pare che anche Mosca appoggi Sitney, come riporta Africa Intelligence. Dopo le interferenze della Russia nelle elezioni del 2018, i russi sono sempre rimasti in Madagascar alla ricerca di un candidato ideale, che possa offrire concessioni minerarie in cambio di sostegno internazionale, come è avvenuto e avviene in altri Paesi del continente.
Il gruppo Wagner è presente in diversi Paesi africani, tra questi anche in Madagascar. Un rapporto pubblicato il 16 febbraio 2023 dalla Global Initiative Against Transnational Organized Crime, fa riferimento a un incontro tra Siteny e un reclutatore russo legato a Wagner. Ma Sitney può contare sul supporto economico della famiglia di Marius Vizer, presidente della Federazione russa di Judo e molto vicino a Vladimir Putin.
Lo Stato insulare è uno tra i più poveri al mondo. L’80 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e il 40 per cento necessita di aiuti umanitari. Eppure il sottosuolo è ricco di giacimenti minerari.
Africa ExPress
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