Sandro Pintus
21 ottobre 2023
Il copione è sempre lo stesso ormai in tutto il continente africano. E il Mozambico, con le elezioni amministrative (autarquicas) appena terminate, conferma questa tendenza.
L’11 ottobre 8,7 milioni di cittadini hanno votato per eleggere gli amministratori dei 65 distretti nelle 10 province. Fin da subito ci sono state proteste per irregolarità nei seggi. Tutte contro il Fronte di Liberazione del Mozambico (Frelimo), il partito al potere dal 1975, a danno dei partiti di opposizione.
La vittoria, contestata da tutti, è andata ufficialmente al Frelimo, partito del capo dello Stato Filipe Nyusi. Tra i primi a denunciare le irregolarità il Consorzio Elettorale Più Integrità (CE) organismo composto da otto associazioni della società civile. Il Consorzio era presente nel seggi con 1.238 osservatori e 65 corrispondenti.
Ha denunciato la collusione del Frelimo con la Commissione Elettorale Nazionale (CEN) e la Segreteria Tecnica per l’Amministrazione Elettorale (STAE). Una collusione che avrebbe dato garanzia di vincita al partito al potere.
“Notiamo l’abuso della forza da parte delle Forze di Difesa e di Sicurezza – scrive CE nel resoconto -. Forza usata per intimidire ed espellere osservatori e candidati, delegati dei partiti di opposizione dai seggi elettorali. Forza usata per deviare le urne verso luoghi sconosciuti diversi da quelli dove dovrebbe avvenire lo spoglio”.
Il Consórcio denuncia anche il processo di accreditamento degli osservatori: “…era semplicemente terribile e progettato per rendere difficile l’osservazione elettorale”. Anche il direttore del distretto STAE di Nhlamankulu (Maputo), è stato trovato con le mani nel sacco: “…trasportava 42 copie false dei risultati dei seggi elettorali in una busta non sigillata”. La frode è stata confermata dal tribunale distrettuale di Nhlamankulu.
In molti seggi il controllo delle schede è stato fatto senza luce elettrica. “Mentre si leggevano i risultati delle schede a lume di lampada, all’esterno le case erano illuminate con l’elettricità”. Inoltre in diverse provincie sono state trovate schede premarcate a favore del Frelimo.
“Il Frelimo ha vinto in modo giusto e trasparente in 64 delle 65 circoscrizioni. La vittoria si prepara e si organizza”, ha annunciato Roque Silva, segretario generale del partito. C’é stata la protesta di tutte le opposizioni a cominciare dalla Resistenza Nazionale Mozambicana (Renamo), secondo partito del Paese dopo il Frelimo.
“Questa rivoluzione non si ferma se la giustizia elettorale non diventa pubblica – ha gridato durante una manifestazione Ossufo Momade, leader Renamo, tra gli applausi della folla -. Noi vogliamo che il Frelimo ci restituisca la verità elettorale. Il Frelimo è l’unico partito che è rimasto armato perché usa la polizia della Repubblica del Mozambico”.
Mentre in tutto il Paese continuano le manifestazioni per i supposti brogli, la polizia carica per impedire le proteste. Nella capitale, Maputo, la polizia ha usato gas lacrimogeni mentre a Manica – centro del Paese – la marcia è stata impedita dalla polizia. In altre province mozambicane le manifestazioni sono state impedite.
Alcuni tribunali distrettuali hanno stabilito che le elezioni si devono ripetere nei loro distretti: Chokwe provincia di Gaza e Cuamba, in Niassa. Il tribunale di Maputo invece ha emesso una sentenza senza precedenti a favore della trasparenza.
Altri tribunali, nonostante la Renamo avesse prove della vincita, hanno rifiutato di esaminare casi a Chiure, in Cabo Delgado e Vilankulo, in Inhambane.
La situazione del Mozambico è tale che il Frelimo, a qualunque costo, deve vincere. E vorrà vincere anche le elezioni presidenziali dell’11 ottobre 2024.
La vecchia classe dirigente al potere ha sulla testa il macigno della frode da 1,9 mld di euro. Lo scandalo, conosciuto come “debito occulto”, coinvolge le più alte cariche dello Stato, e tocca direttamente anche il presidente Nyusi. Inoltre, nel nord il governo deve fare i conti con la guerra contro i jihadisti di ISIS-Mozambico che dal 2017 massacrano Cabo Delgado. A causa del conflitto sono bloccati i cantieri dei giacimenti di gas affidati a TotalEnergies, un investimento da 20 miliardi di dollari.
Attualmente, dopo un braccio di ferro tra Maputo e Washington durato quattro anni per l’estradizione, l’ex ministro delle Finanze, Manuel Chang, è detenuto negli Stati Uniti. È accusato di frode e riciclaggio di denaro per l’emissione dei “Tuna bonds” titoli di stato fasulli, frutto dello scandalo “debito occulto”.
I processo inizierà il 27 ottobre prossimo alla Corte federale di Brooklyn. I vertici di Maputo tremano per ciò che racconterà Chang. Il popolo mozambicano starà alla finestra a guardare. Vuole scoprire le verità nascoste che hanno impoverito oltre 2 milioni di persone della classe media.
Sandro Pintus
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