Speciale per Africa ExPress
Federica Iezzi
19 ottobre 2023
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con la risoluzione 2699 (2023) dello scorso 2 ottobre, ha autorizzato il dispiegamento di una missione multinazionale di sostegno alla sicurezza a Haiti, guidata dal Kenya, in stretta cooperazione e diretto coordinamento con il governo haitiano, per un periodo iniziale di 12 mesi. Solamente Cina e la Federazione Russa (due dei 5 membri permanenti) si sono astenuti, mentre 13 i voti favorevoli.
Questa decisione fa seguito ad un lungo appello del governo haitiano, rilanciato da Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, basato sulla forte necessità di sostegno internazionale alla polizia haitiana.
È importante sottolineare che, a differenza delle precedenti missioni internazionali schierate ad Haiti, l’MSS (Multinational Security Support) non è una missione delle Nazioni Unite.
Il coinvolgimento del Kenya è stato fortemente criticato nel Paese, anche dal leader dell’opposizione Raila Odinga. La richiesta del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per il dispiegamento di agenti kenioti ad Haiti sarà comunque soggetta all’approvazione del parlamento. L’articolo 240 della Costituzione dell’ex colonia britannica, infatti, impone al massimo organo legislativo di approvare il dispiegamento di forze di sicurezza, in missioni di mantenimento della pace fuori dai confini nazionali.
Il ministro degli Esteri del Kenya, Alfred Mutua, ha dichiarato che le truppe keniote potrebbero essere ad Haiti già entro la fine dell’anno. Anche i governi di Giamaica, Bahamas, Antigua e Barbuda si sono offerti di inviare le loro forze di polizia per completare il contingente MMS. Gli Stati Uniti hanno proposto supporto logistico e finanziamenti per 100 milioni di dollari.
Intanto, un tribunale di Nairobi con un’ingiunzione provvisoria, ha stabilito che non ci può essere nessun invio di agenti di polizia ad Haiti, o in qualsiasi altro Paese, fino al 24 ottobre.
A portare avanti il caso in tribunale, è stato il politico e avvocato dell’opposizione Ekuru Aukot, il quale sostiene che il dispiegamento di forze keniote a Haiti sarebbe incostituzionale, in quanto non supportato da alcuna legge o trattato. Aukot afferma che il Kenya non può dispiegare la sua polizia all’estero se non riesce a contenere l’insicurezza all’interno dei propri confini.
Haiti è in subbuglio da anni, tra gang armate che hanno preso il controllo di intere aree del Paese. Hanno roccaforti in baraccopoli molto densamente popolate e conoscono nel dettaglio il territorio in cui operano. La missione sostenuta dalle Nazioni Unite è stata approvata perché la polizia keniota collabori con la controparte haitiana, nel supporto operativo e nel rafforzamento delle capacità, attraverso pianificazione e conduzione di operazioni congiunte di sostegno alla sicurezza.
La missione mira inoltre a creare le condizioni per lo svolgimento di regolari elezioni, che nel Paese caraibico non si tengono ormai dal 2016.
Sebbene, la missione multinazionale potrebbe rappresentare la libertà per gli abitanti di città come la capitale Port-au-Prince, tormentata da anni dalla più cruda violenza, gli haitiani sono diffidenti nei confronti della presenza di forze di polizia straniere.
Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
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