Antonio Mazzeo
3 ottobre 2023
La Repubblica Presidenziale del Benin si candida a fare da fortezza armata dell’Unione Europea contro la presenza delle milizie jihadiste in Africa occidentale. Il 25 settembre la Commissione Ue ha deciso di elargire un pacchetto di aiuti militari del valore di 11,75 milioni di euro a favore delle forze armate dello Stato africano.
Secondo il sito specializzato Analisi Difesa, la fornitura di sistemi di guerra comprenderebbe droni e aerei ai fini di intelligence per l’acquisizione di obiettivi, sorveglianza e riconoscimento nell’ambito della Operazione Mirador, la campagna militare anti-terrorismo lanciata lo scorso anno dal governo del Benin per contrastare la minaccia dei gruppi jihadisti nelle regioni settentrionali al confine con Burkina Faso e Niger.
Il pacchetto di “aiuti” è stato erogato da Bruxelles attraverso l’European Peace Facility, lo strumento utilizzato per assicurare le forniture militari destinate all’Ucraina e “finalizzato a rafforzare la capacità militare nei Paesi terzi e delle organizzazioni regionali e internazionali impegnate a preservare la pace, la stabilità e la sicurezza internazionale”.
Prima della decisione della Commissione dell’Unione Europea era stato il governo francese del presidente, Emmanuel Macron, ad armare e migliorare l’efficienza delle forze armate del Benin. Il 27 luglio 2022, in occasione della sua visita ufficiale a Cotonou, Macron aveva annunciato che i militari francesi avrebbero supportato operativamente l’esercito beninese contro i gruppi armati islamico-radicali, assicurando veicoli blindati, equipaggiamento anti-mine, giubbotti anti-proiettile, visori notturni, intelligence, supporto addestrativo ed “aiuti umanitari” alla popolazione civile.
Negli ultimi mesi il Benin ha potenziato i propri arsenali bellici grazie a una serie di commesse. A giugno sono stati acquistati tre elicotteri da trasporto multiruolo H215 “Super Puma” già in dotazione all’Aeronautica militare della Giordania, mentre a febbraio sono giunti dalla Spagna due elicotteri leggeri da trasporto tattico, intelligence e addestramento H125M, prodotti come i “Super Puma” dal gruppo francese Airbus.
“Grazie alle sofisticate apparecchiature tecnologiche ospitate a bordo, gli H125M potranno essere impiegati in missioni di sicurezza, sorveglianza, ricerca e soccorso per proteggere le frontiere, le truppe e le infrastrutture critiche del Benin”, hanno spiegato i manager di Boeing.
Secondo il sito sudafricano Defenceweb, nel corso del 2023 il Benin avrebbe ricevuto anche alcuni veicoli corazzati VAB di seconda mano provenienti dall’esercito francese, componenti elettroniche e hardware e sei veicoli da trasporto truppe CSK-131 di produzione cinese. A inizio anno il Pentagono ha consegnato alle forze armate di Cotonou una decina di battelli pattugliatori di 10 metri di lunghezza per l’impiego anti-pirateria nel Golfo di Guinea.
“US Africa Command, in collaborazione con l’ambasciata USA in Benin, ha fornito i nuovi pattugliatori e assicurerà le attività di manutenzione, le infrastrutture di lancio e l’addestramento alle unità special fluviali e alla Polizia marittima beninensi”, ha riferito il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. “Il Corpo del Genio di US Army in Europa ha curato la costruzione di una facility rinforzata per l’uso delle imbarcazioni. Sempre il Genio sta curando per conto del Comando di U.S. Africom alcuni progetti di assistenza umanitaria in alcune regioni remote del nord Benin dove operano le organizzazioni violente estremiste, in particolare la ristrutturazione di scuole e presidi sanitari”.
Anche l’Unione Europea sta sperimentando nel Paese dell’Africa occidentale la vecchia e consolidate politica del bastone e della carota. Oltre alla fornitura di armi e apparecchiature militari, il 20 luglio 2023 il direttore generale della Commissione europea per la cooperazione internazionale, Koen Doens, ha firmato un accordo con il ministro dell’Economia e della Finanza Romuald Wadagni, per implementare il programma “PAGODES” per supportare “le riforme di governance democratica, economiche e sociali” del Benin nel triennio 2023-25.
Grazie a “PAGODES” l’Unione Europea fornirà fondi per 63.75 milioni di euro al fine di “contribuire allo sviluppo sostenibile e inclusivo del Benin e alla riduzione della povertà e dell’ineguaglianza”. Complessivamente nell’ultimo quinquennio Bruxelles ha destinato a Cotonou aiuti economici alla “stabilità macroeconomica” per 255 milioni di euro, prevalentemente in tre “assi strategici”: sviluppo umano, crescita digitale verde, società prospera e sicura. Una formula assai ambigua che sembra voler riprodurre in toto i detestabili intenti del neocolonialismo neoliberista europeo in terra d’Africa.
Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com
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