Francesca Canino
Cosenza, 18 settembre 2023
Uccisa per un ciocca di capelli. Accadeva un anno fa a Teheran, quando la giovane Mahsa Amini fu arrestata e uccisa mentre era sotto custodia della polizia morale iraniana (organo della polizia religiosa n.d.r).
I motivi? Il suo velo non copriva tutti i capelli. L’uccisione di Masha si rivelò una miccia mortale: il Paese insorse, migliaia di iraniani scesero nelle piazze nella speranza di far cadere la Repubblica Islamica, un regime che da oltre 40 anni opprime il popolo.
Ma le autorità ordinarono di agire con fermezza contro i dimostranti, un pugno di ferro che in breve fece un’altra vittima, Hadith Najafi, la donna simbolo dei cortei, anche lei uccisa dopo essere stata arrestata dalla polizia morale. Il clima presto divenne rovente, centinaia di persone furono uccise e migliaia finirono nelle temibili carceri del regime. Una sanguinosa situazione da guerra civile che spinse una cittadina iraniana, Sadyra, a chiedere aiuto ad Africa Express tramite WhatsApp per divulgare quanto stava accadendo in terra persiana.
A distanza di un anno dall’uccisione della giovane e dopo mesi di scontri e sangue, in Iran sembra tornata la calma. Ma è una calma apparente, il fuoco sotto la cenere “è sempre pronto a sprigionare altre scintille”, ha fatto sapere Sadyra alla redazione di Africa Express. “Le troppe vittime, giovanissime, hanno terrorizzato il popolo, che, suo malgrado, ha dovuto per ora piegare il capo. I cittadini da soli forse non ce la faranno mai a sconfiggere il sistema, speriamo solo che avvenga qualcosa di inaspettato. Intanto, in diverse città del Kurdistan iraniano sono in corso disordini per ricordare quello che è accaduto un anno fa, quando, va ricordato, furono uccisi molti minori, nel silenzio di tante ONG e dell’Unicef”.
In Italia, l’anniversario della morte di Masha non è passato in silenzio. Diverse le commemorazioni in molti comuni italiani, tra cui Cosenza, che ha voluto ricordare la giovane martire per la libertà. Un dibattito nel cuore della città calabrese è seguito alla presentazione del libro illustrato “Ti abbraccio, Teheran”, di Doris Bellomusto e Tiziana Tosi, rispettivamente autrice e illustratrice.
Doris Bellomusto è stata ispirata dalla storia di Mika, una ragazza di 16 anni che, in seguito alla morte di Masha Amini, decise di prendere parte alle proteste e purtroppo fu barbaramente uccisa dalla polizia morale. “Ho appreso la notizia sui giornali – dice l’autrice – e immediatamente ho sentito il bisogno, l’urgenza di darle voce, quindi ho immaginato che prima di morire avesse scritto un diario. E ho immaginato che questo diario fosse fatto di frasi brevi, per lo più anche spezzate, che ho affidato all’illustratrice Tiziana Tosi. Il libro, edito da Le Pecore Nere, è un albo illustrato che ha aggiunto un carico di poesia notevole alla storia in sé, perché la suggestione dell’immagine accompagna le parole”.
Il lavoro di Bellomusto e Tosi è, dunque, nato da una tempesta di sentimenti provocata dalla storia di Mika, «troppo giovane per morire, aveva l’età delle mie alunne – continua l’autrice – forse è stata proprio l’urgenza di comunicare alle mie studentesse questa notizia, con un linguaggio che potesse essere immediato, a spingermi a scrivere il libro. Una reazione forte, che ci ha creato alcune perplessità quando dovevamo decidere quale immagine mettere in copertina. Un’immagine col velo oppure no? Sono state le mie alunne a suggerirmi di inserire in copertina il velo e di “spogliarla” pian piano nelle pagine successive, fino ad arrivare alla pagina in cui Mika fa la ruota senza vestiti in una stanza. Libera, finalmente. Non so se questo libro potrà arrivare a Teheran, sarebbe il segno dell’interesse che la comunità internazionale ha nei riguardi del popolo iraniano, delle donne in special modo. Ma è un sogno troppo grande per essere sognato».
Francesca Canino
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