Speciale per Africa ExPress
Federica Iezzi
Settembre 2023
La morte del leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, solleva preoccupanti interrogativi sul futuro delle numerosi operazioni militari in corso in Africa. E’ qui che il gruppo avrebbe spiegato più di 5.000 irregolari.[https://maphub.net/alleyesonwagner/all-eyes-on-wagner].
Un denominatore comune tra questi Paesi è la presenza di insurrezioni o guerre civili, abbondanti risorse naturali, leadership corrotta e governance incostituzionale. Ad eccezione della Repubblica Centrafricana, dove Faustine-Archange Touadéra ha mantenuto il suo secondo mandato di presidenza nel gennaio 2021, ritagliandosi in seguito una Costituzione su misura.
E’ questo il vuoto in cui Wagner si muove. E si continua a muovere. Dati rilevati su Flightradar24 identificano il recente piano di volo tra Mali, Burkina Faso e Repubblica Centrafricana dell’Ilyushin Il-62M (registro RA-86572 – identificativo RuAF, Russian Aerospace Forces RFF7214), aereo comunemente attribuito al servizio del gruppo Wagner e dei suoi movimenti in Africa.
Designato dal governo statunitense come “organizzazione criminale transnazionale”, il gruppo Wagner continua a condurre operazioni di combattimento offensive e a curare la garanzia alla sicurezza di governi autocratici, con la promozione di figure anti-neocoloniali. E piegare la Françafrique, esacerbando l’instabilità in tutta la regione dell’Africa occidentale, si è rivelata una strategia vincente.
Sono ancora forti le accuse al gruppo Wagner sulle gravi violazioni dei diritti umani in Mali e in Repubblica Centrafricana, ai danni di centinaia di civili. E’ innegabile l’estrema precisione nel colpire. Quasi una etichetta. Collo, spalle e inguine, tutte sedi di grandi vasi sanguigni. Ad un occhio esperto di chi è profondo conoscitore dell’anatomia umana, quando colpite, le ferite su queste parti del corpo lasciano esigue possibilità di arrivare vivi in ospedale. Ancora minori sono le possibilità di cure complesse tempestive.
Altro marchio è la tendenza a esacerbare i conflitti, prolungando le ostilità, come testimoniato in Libia, Mozambico e Repubblica Centrafricana. Ne sono un esempio gli scontri nei villaggi e nelle unità di polizia nella provincia di Cabo Delgado in Mozambico, dove erano schierati militari del gruppo Wagner, che si sono trasformati presto in un’insurrezione terroristica su vasta scala collegata allo Stato Islamico.
Il coinvolgimento di Wagner porta inevitabilmente all’erosione della sovranità, poiché l’instabilità del governo centrale diventa dipendente dai mercenari per la propria sopravvivenza. La presenza di uno strumento di controllo e repressione come il gruppo Wagner è indispensabile per gli autocrati africani, che altrimenti si troverebbero ad affrontare ribellioni armate incontrollabili o, peggio, movimenti di democratizzazione sostenuti dall’Occidente.
In ultimo, l’assenza dell’Europa dal quadro della sicurezza africana è un altro vantaggio strategico che il Cremlino difficilmente si lascerà sfuggire.
Pertanto, è improbabile che la morte di Prigozhin influisca in modo significativo sulle operazioni militari africane condotte dai mercenari. La domanda più pertinente è come sarà la nuova leadership e se sarà controllata ancora più direttamente dallo Stato.
Le prospettive appaiono radicalmente diverse per il futuro del gruppo Wagner a seconda dello scacchiere operativo in discussione. Gli sviluppi in Africa potrebbero essere diametralmente diversi da quelli in Ucraina e in Bielorussia.
Le operazioni Wagner sono state un punto focale della presenza russa in Africa sin dagli anni ’90, e come tali rimangono basilari perché il Cremlino le abbandoni. Non solo rafforzano i regimi di alcuni stati africani, stabilizzandoli artificialmente, ma sono anche cruciali per la vendita di armi russe nel continente, e per le esportazioni chiave di generi alimentari, metalli e idrocarburi.
Testimonianza di questa complessa rete di interessi commerciali è fornita dalle varie società affiliate al gruppo Wagner, tra cui Sewa Security Services, filiale di M Invest (gruppo di copertura, secondo il Tesoro degli Stati Uniti, che si è aggiudicato accordi di concessione per l’esplorazione di siti di estrazione dell’oro), e Bois Rouge (società che detiene la concessione sul legname di sequoia nella Repubblica Centrafricana), costituite per eludere le sanzioni occidentali.
Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
Twitter @federicaiezzi
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