Libreville, 26 agosto 2023
Già all’inizio del mese le autorità di Libreville hanno arrestato alcune persone implicate in un losco traffico di avorio tra il Gabon e il Camerun. Gli inquirenti erano da anni sulle tracce di questa rete, una delle più importanti nel Paese, che ora, grazie alla direzione della lotta contro il bracconaggio e la ONG Conservation justice sta per essere smantellata definitivamente. Pochi giorni fa sono state arrestate altre 5 persone.
Grazie a una soffiata, gli agenti della polizia giudiziaria hanno arrestato un cittadino gabonese di origine camerunense e sua moglie a Lambaréné (nel centro del Paese) con un carico di ben 120 chilogrammi di avorio, nascosti nel doppio fondo del suo pick-up. Le zanne – tagliate e pezzi – appartenevano a elefanti brutalmente ammazzati in Gabon da bracconieri senza scrupoli.
Oltre all’avorio , i poliziotti hanno sequestrato anche 18 munizioni calibro 458 (utilizzatati per la caccia grossa), quasi un milione di CFA (ca.1.500 euro) in contanti e sostanze illecite. Pochi giorni dopo sono stati effettuati altri arresti anche a Sindara, nella provincia di Ngounié, nel centro-sud.
Il carico di avorio avrebbe dovuto raggiungere il Camerun e da lì – dopo un probabile transito in Nigeria – essere inviato in Asia, dove si trovano i principali clienti. Secondo le ammissioni di alcuni trafficanti arrestati, pare che pick-up a doppio fondo per nascondere meglio il prezioso carico ce ne siano parecchi in circolazione in Gabon e per facilitare poi il trasporto verso il Camerun.
Grazie alle confessioni rilasciate da un trafficante arrestato a Makokou, capoluogo della provincia di Ogooué-Ivindo, nella parte nord-occidentale del Paese, sono state fermate altre 5 persone nei giorni scorsi.
Nei pressi della città di Makokou sorge anche il parco nazionale Ivindo, dove vive una delle ultime popolazioni intatte di elefanti della foresta. Il Loxodonta cyclotis (nome scientifico dell’elefante della foresta) è di dimensioni inferiori dell’elefante africano comune, la mandibola è lunga e stretta, anziché corta e larga; le orecchie sono più arrotondate; le zanne sono più dritte, più dure, e di un colore vagamente rosato.
Dalle prime indagini risulta che si tratta di una rete organizzata di tipo piramidale. Si ritiene che il capo risieda in Camerun e eroghi fondi ai trafficanti locali, che a loro volta finanziano i bracconieri.
Secondo quanto riferito a RFI da Luc Mathot, fondatore e direttore della ONG Conservation justice, la legislazione sul traffico di avorio è molto severa in Gabon, con pene detentive fino a dieci anni di galera. La legge viene applicata efficacemente, con tassi di condanna del 90-95 per cento.
Africa ExPress
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