Cornelia I. Toelgyes
20 agosto 2023
Questa mattina migliaia di giovani si sono nuovamente radunati a Niamey a sostegno dei golpisti.
Cartelloni con “No alle sanzioni”, “Abbasso la Francia” e “Stop all’intervento militare” sono stati alzati nella Place de la Concertation della capitale, come è già avvenuto in occasione di precedenti manifestazioni a favore dei golpisti, al potere dal 26 luglio scorso.
E ieri, migliaia e migliaia di ragazzi, per lo più appena maggiorenni, si sono messe in fila fuori dallo stadio principale di Niamey per registrarsi come volontari o combattenti in caso di un attacco militare da parte di ECOWAS (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale). Gli organizzatori della campagna di reclutamento hanno però precisato che non intendono arruolare volontari per l’esercito, ma piuttosto stilare una lista di persone disposte a prestare le proprie competenze civili in caso di un attacco militare di ECOWAS.
Alcuni genitori hanno portato i loro figli per iscriversi; altri hanno detto di aver aspettato dalle 3 del mattino, mentre gruppi di giovani intonavano cori a favore dei leader militari e contro ECOWAS e la Francia.
Secondo l’agenzia Reuters, molti giovani, che sono venuti per iscriversi nelle liste, sono disoccupati e molti tra loro sembrano desiderosi di combattere.
Il colpo di Stato e le successive sanzioni internazionali hanno danneggiato severamente la già fragile economia del Niger. Secondo la Banca Mondiale, nel Paese, uno tra i meno sviluppati al mondo, oltre il 40 per cento della popolazione vive in condizioni di estrema povertà.
Venerdì scorso il commissario per la pace e la sicurezza dell’ECOWAS, Abdel-Fatau Musah, ha dichiarato che 11 dei 15 Stati membri hanno accettato di impegnare le proprie truppe in un dispiegamento militare, dicendosi “pronti a partire” non appena verrà dato l’ordine. I Paesi che non parteciperanno a un eventuale intervento armato sono ovviamente il Niger al quale si aggiungono i suoi alleati Guinea, Mali e Burkina Faso. Bamako e Ougadougou hanno inoltre sottolineato che considerano un intervento in Niger come un atto di guerra. E sembra che, secondo quanto riferito dalla TV di Stato nigerina, i due Stati avrebbero già schierato la propria flotta aerea in segno di solidarietà.
Il primo ministro nigerino, Mahamane Lamine Zeine, nominato dai golpisti, e un altro membro della giunta militare hanno ricevuto brevemente la delegazione di ECOWAS capeggiata dall’ex presidente nigeriano, Abdulsalami Abubakar, all’aeroporto di Niamey. I rappresentanti della Comunità Economica hanno potuto visitare anche Bazoum, il presidente legittimamente eletto esautorato dal golpe, agli arresti domiciliari, ma la cui residenza è ancora senza corrente elettrica.
La delegazione ha avuto anche colloqui con Abdourahamane Tiani, l’uomo forte del Niger, e altri membri della giunta. Poche ore dopo l’incontro con gli esponenti di ECOWAS, in diretta TV Tiani ha proposto una transizione di tre anni e ha avvertito che qualsiasi attacco al Paese “non sarà una passeggiata” per le persone coinvolte.
“Le nostre forze di difesa”, sostenute da Burkina Faso, Mali e Guinea, “non si sottrarranno”, ha dichiarato e ha aggiunto infine: “La nostra ambizione non è quella di prendere il potere”, ha promesso.
Intanto questa mattina è circolata voce che ieri a Niamey sarebbe atterrato un aereo russo con a bordo miliziani del gruppo paramilitare Wagner. Dopo un attento esame del fotogramma postato su molti account, Africa ExPress ha potuto facilmente verificare che il Il-76 è arrivato a Bamako. Una fake news lanciata per creare altra confusione in una situazione già molto incerta. A bordo dell’aereo c’erano diversi alti ufficiali della società. Non abbiamo potuto verificare se tra loro ci fosse anche il loro capo, Yevgeny Prigozhin.
Sebbene lo scopo della visita non sia ancora stato rivelato, alcuni esperti ritengono che l’arrivo dei dirigenti della società russa potrebbe essere legato al deterioramento della sicurezza nella regione. Non si escludono nemmeno discussioni su una possibile cooperazione con il vicino Niger.
Sta di fatto che, secondo quanto riporta Serge Daniel, giornalista ben informato sulle questioni nel Sahel, sul suo account Twitter, la situazione a Timbuctù è al quanto preoccupante. Dalle minacce, i jahadisti del JNIM (Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani) sono passato ai fatti e con lo smantellamento delle basi di MINUSMA (missione di pace dell’ONU in Mali), il cui mandato prevedeva anche la protezione dei civili, la popolazione è disperata.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
Twitter: @cotoelgyes
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Niger opened the way to a new Africa that perceived at the end of a new colonialism and exploitation from Europe that they want to be independent after a terrible colonianial time and injustice.I wish with all my heart a lot success to the new African people by advising them to keep spirituality honestly as in the Western countries corruption secularism Lost of morality and ethic are affecting a decadent and arrogant Western culture. GOD help you to make Africa a lovely Country.