Niamey, 28 luglio 2023
Il generale Abdourahamane Tchiani ha preso la parola oggi a mezzogiorno (ora locale) alla TV di Stato del Niger, autoproclamandosi presidente del Conseil National pour la Sauvegarde de la Patrie (CNSP) (Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Nazione).
Tchiani ha dichiarato di essere il leader del colpo di Stato per rovesciare Mohamed Bazoum, presidente democraticamente eletto nel 2021. Fino al momento del golpe è stato il capo della guardia presidenziale. Intanto Bazoum è ostaggio dei golpisti con la sua famiglia nel Palazzo presidenziale e va precisato che non ha ancora rassegnato ufficialmente le proprie dimissioni.
“Le azioni del CNSP sono motivate solamente dal desiderio di preservare la nostra amata patria di fronte al continuo deterioramento della situazione della sicurezza. Le autorità spodestate non hanno fatto intravedere una via d’uscita dalla crisi e dalla cattiva governance economica e sociale”, ha specificato Tchiani durante il suo intervento in TV.
Attualmente la situazione riguardante la sicurezza è preoccupante, “attacchi mortali e traumatici”, perché il governo Bazoum non è stato in grado di affrontare il grave problema, malgrado l’appoggio e l’apprezzato sostegno dei nostri partner esterni e i sacrifici dei nigerini.
Il generale ha poi criticato la poca collaborazione con il Mali e il Burkina Faso, “eppure – ha precisato – condividiamo l’area di Liptako Gourma (la cosiddetta zona della tre frontiere ndr), dove i terroristi sono particolarmente attivi”.
Infine ha chiesto comprensione e sostegno ai partner tecnici e finanziari. Ma l’Unione Europea, tramite un comunicato dell’Alto commissario dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha fatto sapere che qualsiasi rottura dell’ordine costituzionale avrà conseguenze per la cooperazione tra l’UE e il Niger, compresa l’immediata sospensione di ogni sostegno finanziario.
Il Niger, un Paese poverissimo ma ricco di uranio e con alcuni campi petroliferi è situato nel Sahel, l’arida regione a sud del Sahara che ha dovuto affrontare una crescente insicurezza a causa del peggioramento degli effetti del cambiamento climatico, dell’instabilità politica e delle insurrezioni armate. Gli Stati Uniti hanno dislocato 1.100 soldati e gestiscono due basi per i droni. La Francia, ex potenza coloniale, ha più di 1.500 solati. Anche l’Italia ha un piccolo contingente di poco meno di 500 uomini.
Tra l’altro è bene notare che la Commissione europea ha incaricato l’Agenzia Industrie Difesa (AID) – ente di diritto pubblico controllato dal ministero della Difesa – come responsabile per l’attuazione delle attività di sostegno della UE alle Forze Armate nigerine.
In un comunicato di AID del 18 luglio scorso, si legge: “L’incarico ottenuto nell’ambito del rapporto fiduciario esistente tra Ministero della Difesa italiano e AID, sarà svolto in collaborazione con la missione dell’Unione Europea in Niger e si inserisce nel quadro dell’ European Peace Facility, strumento volto a consolidare la capacità dell’Unione di prevenire i conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale”.
Il colpo di Stato, il quinto in Niger da quando ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1960, è il sesto in Africa occidentale in meno di tre anni, dopo Burkina Faso, Guinea e Mali, e minaccia di mettere a repentaglio gli sforzi regionali per combattere le insurrezioni islamiste di gruppi affiliati ad Al Qaeda e allo Stato Islamico.
Secondo un collaboratore di Bazoum il presidente aveva intenzione di rimuovere il generale Tchiani come capo della guardia presidenziale.
Tatiana Smirnova, ricercatrice del Centre FrancoPaix sulla risoluzione dei conflitti e le missioni di pace, sentita dal Washington Post, sostiene che la situazione della sicurezza in Niger non si è affatto deteriorata e anzi è leggermente migliorata, a differenza della spirale di violenza in Mali e Burkina Faso: “La giustificazione che i militari hanno dato al golpe sul declino della situazione della sicurezza è ridicola. È un pretesto”, ha osservato
Una delle possibili motivazioni del colpo di Stato è che Bazoum voleva sostituire Tchiani nel suo ruolo di guardia presidenziale. Esistono comunque molte incertezze sulla direzione che intende prendere il governo golpista anche perché occorre capire la consistenza delle voci di tensioni all’interno delle forze armate.
Alcuni leader militari che sembrano coinvolti nel colpo di Stato hanno lavorato a stretto contatto con gli Stati Uniti per anni. E’ il caso del generale Moussa Salaou Barmou, capo delle forze speciali del Niger, che – secondo una fonte diplomatica occidentale a Niamey – ha un rapporto particolarmente forte con gli USA.
Non è ancora chiaro se il Niger seguirà gli esempi di Mali e Burkina Faso, scivolando verso la Russia, o se manterrà la cooperazione con l’Occidente.
Gli attacchi islamisti di gruppi legati ad al Qaeda e all’ISIS nel Sahel, cominciati in Mali nel 2012 prima di diffondersi nei Paesi vicini, hanno costretto i governi occidentali, e la Francia in particolare a intervenire in aiuto dei governi della regione.
Parallelamente è cresciuto il sentimento anti-occidentale e soprattutto anti-francese. Ciò ha permesso alla Russia di inserirsi a gamba tesa in un contesto deteriorato e diventato ingestibile. Il Mali ha vissuto il suo ultimo colpo di Stato nel 2021 e ora è guidato da una giunta militare che ha isolato il Paese dall’Occidente e ha chiesto il sostegno al gruppo mercenario russo Wagner. I soldati governativi e i contractor di Wagner sono stati accusati di atrocità contro i civili.
Il Burkina Faso, che ha conosciuto l’ultimo colpo di Stato l’anno scorso, ha cercato aiuto ai Wagner per combattere l’insurrezione. Il Paese è ora l’epicentro della violenza e i funzionari stimano che il 40-60 per cento del suo territorio sia andato perduto.
Il Niger è stato fino ad ora un importante alleato americano, francese, dell’UE nella regione; i prossimi giorni saranno essenziali per capire che direzione intende prendere.
Africa ExPress
Twitter: @africexp
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA
Speciale per Africa ExPress Sandro Pintus 17 novembre 2024 Continua in Mozambico il braccio di…
Dal nostro Inviato Speciale Massimo A. Alberizzi Nairobi, 15 novembre L’ambasciatrice americana in Kenya, la…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 14 novembre 2024 L'amministratore delegato e due dirigenti…
Africa ExPress Nairobi, 15 novembre 2024 Africa ExPress è una stella piccola nell’universo dei quotidiani…
Speciale per Africa ExPress Antonio Mazzeo 13, Novembre 2024 Fincantieri SpA, il gruppo leader della…
EDITORIALE Dalla Nostra Inviata Speciale Federica Iezzi di ritorno da Dayr al-Balah (Striscia di Gaza),…